Home News Terrorismo, concerti annullati: fino a dove ci spinge il confine della paura?

Terrorismo, concerti annullati: fino a dove ci spinge il confine della paura?

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I want to be aware but I don’t want to be afraid.
Con queste parole Cristina Scabbia ha chiuso uno dei suoi ultimi post in riferimento alla cancellazione dello show milanese di Five Finger Death Punch e Papa Roach, che si aggiunge a quella dei Lamb Of God, divenuto un caso internazionale.

La cantante dei Lacuna Coil in buona sostanza veste entrambi i ruoli, quello di performer e quello di spettatrice. Cristina si dice rammaricata del fatto che lo show del 22 novembre sia stato annullato, perchè, come altre centinaia di persone, avrebbe voluto godersi il concerto. Allo stesso tempo l’artista si sente in dovere di pensare alla sicurezza delle persone, dai membri della band allo staff, fino chiaramente a quella degli spettatori.

Il confine però è sempre molto labile. E’giusto essere consapevoli del fatto che quanto accaduto al Bataclan possa ripetersi in ogni luogo del mondo, ma è giusto anche non lasciarsi sopraffare dalla paura.
In questi giorni ognuno di noi ha espresso un proprio parere e non è detto che ci sia chi ha ragione e chi no perchè l’oggetto del discorso viaggia sui fili dell’imprevedibile ed avere paura è il senso del terrorismo: incutere terrore. Ma come si fa? Sarebbe da incoscienti ignorare del tutto i pericoli che potrebbero presentarsi ed assumere una decisione, quella di suonare o meno in un luogo che concentra centinaia di persone, è difficile. Ogni azione potrebbe essere quella sbagliata. Ciò che è certo è che l’ignoranza è amica del terrorismo: gli Eagles of Death Metal non sono stati scelti dai terroristi perchè fanno death metal, ma i fatti di Parigi hanno fatto crescere la convinzione che se anche la musica finisce tra gli obiettivi dei fanatici è perchè c’è “una certa musica” che inneggia al diavolo.
Quanta ignoranza.

Ieri a Milano hanno suonato i Ghost, non proprio il coro ecclesiastico del 2015… Ed oggi Papa Emeritus e soci suoneranno in Francia, a Lione.
Come detto, sarebbe da incoscienti ignorare il recente passato, ma se questo recente passato ha modo di insegnarci qualcosa allora si potrà partire dal fatto che ormai il pericolo lo si conosce: lo sa chi suona, lo sa chi assiste a un concerto, lo sa chi deve tutelare l’incolumità della gente.

Forse è da qui che bisognerebbe ripartire e non fermarsi.

Questa sera all’Alcatraz di Milano vi sarà un nuovo concerto; uno show che evidentemente i Lamb Of God hanno considerato a rischio, visto anche il nome che portano. Giusta o sbagliata, la loro scelta è rispettabile anche se non condivisibile. Ma nessuno di noi detiene la verità assoluta.

I Children Of Bodom diventano così headliner della serata, con il loro nome che inneggia comunque ad un massacro.
Con loro i Sylosis (nati con ispirazione Death Metal) e gli italiani Hell’s Guardian.
E’ al fondatore della band, Freddie, che abbiamo voluto rivolgere alcune domande sul tema.

Ragazzi, che idea vi siete fatti di questi continui forfait da parte dei grossi nomi della musica?
Personalmente crediamo che l’allarme terrorismo non debba essere ignorato. Le circostanze degli ultimi giorni ci hanno portato ad avere un occhio più pessimista nei confronti delle varie vicissitudini che stanno accadendo sul suolo europeo. Sotto questo punto di vista, la nostra opinione si divide in due: da un lato comprendiamo le band che hanno deciso di disertare i concerti essendo che, purtroppo, non si è mai certi di ciò che potrebbe accadere e se le misure di sicurezza adottate siano sufficienti a non compromettere uno show. Dall’altro lato, riteniamo che non bisogna cadere nell’allarmismo: è giusto tutelarsi, ma è altrettanto giusto avere un occhio critico e ragionevole della situazione; la tragedia avvenuta al Bataclan di Parigi è stata architettata in quanto il locale stesso era luogo di ritrovo di tanta gente, ma così sarebbe potuto accadere in tanti altri luoghi pieni di persone indifese. Ciò non significa che d’ora in poi qualsiasi locale metal verrà preso di mira dai terroristi.

La musica è da sempre considerata un collante tra popoli, generazioni e sessi. Perchè questa volta non ci riesce?
Sicuramente il potere della musica è universale, ma nel momento in cui le minacce terroristiche diventano così concrete è difficile pensare alla musica come strumento di pace. Purtroppo un musicista deve sempre tenere conto della propria vita, anche su un palco. Le cancellazioni dei concerti sono stati una normale conseguenza del terrore che si è andato diffondendo. La musica rimane un elemento estraneo a tutto ciò.

Che messaggio sentite di dare ai ragazzi che avvertono disagio in questo particolare momento?
Attualmente è difficile dare messaggi di conforto ai ragazzi. L’unica cosa che possiamo sentirci di dire è di non abbattersi. È necessario rimanere uniti e con i piedi per terra di fronte a tanto dolore e a tanto sgomento. Nessuno, noi per primi, può sentenziare su situazioni del genere. Riteniamo sia il caso di continuare a vivere le nostre vite normalmente, godendoci le nostre giornate, andando a vedere concerti serenamente. Vivere nel terrore è inutile, è come sprecare la propria vita.

Questo è il comunicato dell’Alcatraz di Milano inerente le misure di sicurezza per il concerto di questa sera e degli show a venire:

alcatraz