Gli Aevum sono un progetto che prende forma tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, dall’incontro fra la cantante Evelyn Moon ed il pianista Richard. La band di Torino, quindi, è presente da più di qualche anno sulla scena ed in questo tempo ha saputo sperimentare e maturare, fino a giungere a ciò che è oggi. Sono ben sette i membri in line-up, le cui composizioni sono incentrate sulla costante ricerca di tematiche e caratteristiche di varia tipologia; tale ricerca è il fulcro della sperimentazione artistica, il cui risultato stilistico e di contenuto, incide sia sulla sfera sonora che per quanto concerne le composizioni testuali. Il Gothic Metal proposto dal gruppo piemontese è un finissimo agglomerato sonoro che prende vita da una varietà di pregiata fattura.
Nelle composizioni c’è più di un’anima: troviamo ritmiche death metal, spunti symphonic, richiami classici e sorprendenti parti strumentali dal sapore jazz e swing. L’intreccio delle voci maschile e femminile è il fiocco su questo prezioso pacco regalo che è “Impressions-Il Palcoscenico Della Mente”, primo full length, dato alla luce dopo i due EP sfornati nel 2008 e nel 2012.
Si alza il sapario su “Il palcoscenico della mente” con un electro-intro, che catapulta, senza preavviso, sulle note dell’ ipnotica “Blade’s Kiss”, composizione plasmata da sonorità oscure che si alternano tra blast beat, poetiche melodie di pianoforte e intermezzi electro. In questo pezzo sorprendono le azzeccate parti cantate in italiano. Molto impegnativo è il pezzo “The Battle”, un complesso atto di tredici minuti, che prende forma da una originale varietà di parti strumentali. Si tratta di un perfetto mix di symphonic metal, in cui non mancano le melodie di pianoforte e richiami swing, senza tralasciare, ovviamente, l’antagonismo vocale tra il lirico e lo scream. Ne “Il lamento della Ninfa”, reinterpretazione del compositore cinquecentesco Claudio Monteverdi, la band dimostra un’elevata capacità ed adattabilità propositiva nonchè preparazione stilistica e di contenuti. E’ romanticamente straziante e tocca inevitabilmente i sensi, la voce di Evelyn Moon quando interpreta i versi: “Fa’ che ritorni il mio amor com’ei pur fu, o tu m’ancidi, ch’io non mi tormenti più….non mi tormenti più…non mi tormenti più…”
Dopo questa essenza di poeticità, incontriamo “Lost Soul”, pezzo sul quale la band ha creato un video clip, in cui sono ben presenti componenti folk, saggiamente adattate ad una struttura palesemente viking metal. Nel brano “To be or…to be ” troviamo ancora una volta il cantato in lingua italiana ed una varietà compositiva che si muove da frangenti lirici, ad altri quasi commerciali, intervallati da pregevoli parti atmospheric swing, il cui cantato femminile diventa graffiante fino a trasportare idealmente in un’atmosfera da night club della Chicago degli anni ’40, per poi tornare decisamente metal. Arriviamo così al termine del viaggio, cala il sipario: “Adieu A La Scéne”.
Come nelle più belle interpretazioni teatrali, gli Aevum si congedano dal pubblico in punta di piedi, lasciandoci estasiati e soddisfatti per lo spettacolo al quale abbiamo assistito. Un addio malinconico sulle note di uno xilofono… Possiamo davvero ritenerci soddisfatti di fronte ad un lavoro del genere, in cui nulla è lasciato al caso e tutto è proposto con grande precisione, non ultima la buona produzione del disco. Togliamoci il cappello e facciamo un riverente inchino, “Impressions” non è semplicemente un disco, è un’ opera (d’arte)!