Home Recensioni Aseptic White Age: “Reminiscence” – Recensione

Aseptic White Age: “Reminiscence” – Recensione

SHARE
Aseptic White Age Reminiscence

Gli Aseptic White Age sono una band che fa della sperimentazione il punto cardine del proprio sound, “Reminiscence” è un concentrato di composizioni quasi astratte che rifuggono dalla forma canzone così come viene solitamente intesa e si immerge in una dimensione onirica.

Si può parlare di Post Rock, Mathcore, Progressive, ma si tratta di etichette utili ad inquadrare in qualche modo il sound della band modenese, perché dall’ascolto emerge molto di più, in particolar modo una componente Avantgarde che li spinge ben oltre i confini stabiliti da questi generi. Ogni strumento segue il proprio percorso, apparentemente distaccato, cacofonico in alcuni frangenti, ma comunque impegnato nella realizzazione di un disegno comune. Le ritmiche sono nervose e turbolente, ma non disdegnano passaggi atmosferici dai contorni ansiogeni, sottolineati soprattutto dal lavoro svolto da chitarre e synth.

Spicca il ruolo del Sax che, apparentemente decontestualizzato, ad una più profonda analisi appare perfettamente amalgamato con il resto del tappeto sonoro. La sezione ritmica conferisce ad ogni traccia la giusta dose di nevrosi, soprattutto grazie a tempi che non si assestano su passaggi uniformi, ma preferiscono sottolineare ogni cambio di tempo. È così che la solita struttura del brano viene smembrata, in favore di una più complessa conformazione dalle emozioni altalenanti. I brani sono strumentali, il che permette all’ascoltatore di concentrarsi maggiormente su tutte le variazioni che si alternano nel corso delle tracce, anche se questa soluzione si traduce in un maggior impegno da parte di tutti i musicisti.

Non stiamo comunque parlando di otto brani delicati, sofisticati, perché gli Aseptic White Age picchiano duro e lo dimostrano in più di qualche occasione, come in “Antidote” solo per fare un esempio.

“Reminiscence” non è un album da ascoltare in sottofondo, per rilassarsi in un momento di quiete, richiede attenzione, passione per la sperimentazione ed un senso estetico che si spinge oltre i canoni cui l’orecchio è abituato.