Hanno un locale a mezz’ora da casa che, dicono, non li ha mai nemmeno considerati per una seratina live.
Non sono molto contenti di come vanno le cose qui in Italia, ma i Bioscrape non si perdono d’animo.
Continuano a concetrarsi sul loro concetto di musica, influenzato anche dagli effetti speciali di Hans Ruedi Giger, e vanno avanti a colpi di violenza ritimica e groove, come hanno dimostrato in “Psychologram” (la recensione).
Conosciamoli meglio…
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Come di consueto rompiamo il ghiaccio, nonostante il caldo torrido di questa estate, con le presentazioni: chi sono i Bioscrape, come nascono e da dove prende spunto il vostro monicker?
Ciao, è un piacere!
Dunque i Bioscrape nascono nel 2006 con l’intenzione di creare una band emergente che però lavori sia in sala prove che dal vivo con la stessa mentalità di un gruppo di alto livello. Abbiamo passato i primi anni a provare fino a cinque sere a settimana e ancora oggi proviamo quasi quotidianamente. Siamo essenzialmente quattro amici e quattro musicisti che lavorano insieme veramente duro per portare il nostro progetto più in alto possibile.
Il nome Bioscrape (BiologicalScrape) si riferisce al graffio biologico che ogni persona ha nel proprio DNA come marchio indelebile che contraddistingue la propria personalità: soprattutto è riferito a chi, come noi, ama la musica e il metal in particolare.
“Psychologram” è il vostro secondo album, ma avete alle spalle anche altre release. Come si è evoluto il vostro songwriting nel corso di questi anni?
In questi anni alcuni eventi come cambi di line-up e altri, purtroppo molto più gravi, hanno naturalmente segnato e influenzato la nostra fase compositiva.
Per noi la cosa veramente importante è che ci sia sempre un’evoluzione senza mai perdere di vista l’idea e l’identità originale della band. Per noi le uniche idee e opinioni sbagliate in fase di scrittura sono quelle non dette.
Abbiamo speso tantissimo tempo per ricercare e consolidare il nostro suono, affinando ed evolvendo sempre più i dettagli effettistici che ci rendono particolari e che sono suonati sempre live e senza basi, dettagli che nei primi lavori erano composti ed eseguiti solo seguendo l’istinto.
L’inserimento nei brani di “Psychologram” di alcune mini-suite è una cosa che in futuro andremo sicuramente a sviluppare ulteriormente.
Ascoltando le tracce ho notato che avete optato per una produzione non esasperata, non avete utilizzato suoni eccessivamente compressi. Ho apprezzato questa scelta per le chitarre, un po’ meno per la batteria, gusto personale ovviamente, che avrei preferito comunque più possente. Come mai avete scelto questa soluzione?
Abbiamo fatto questa scelta consapevolmente col nostro produttore Corvi Wahoomi per cercare di mantenere il più possibile l’autenticità del nostro sound.
Non volevamo esasperare troppo le sonorità ma mantenerle più naturali ed “analogiche” possibile. Nella batteria per esempio i sample sono presenti in una percentuale bassissima e accuratamente miscelati con i suoni naturali proprio per cercare di mantenere il più possibile il feeling con gli altri strumenti.
Abbiamo evitato una produzione fredda ed asettica e non volevamo assolutamente rivoluzionare il nostro sound live. Questo, a nostro modo di vedere, ci ha permesso di sviluppare al meglio le nostre idee senza incappare nei soliti cliché dei vari generi musicali.
Ci sono diversi riferimenti al genere Hardcore, ma avete diversificato la vostra proposta inserendo anche elementi elettronici che contribuiscono a rendere l’atmosfera più cupa ed opprimente. Rientra nel vostro stile o si tratta di una soluzione adottata per questo album?
Gli elementi effettistici che si sentono in tutte le nostre canzoni sono, da sempre, suonati dal vivo e in diretta (in controtendenza con la moda di utilizzare delle basi!!).
La nostra caratteristica principale è sempre stata il saper miscelare le parti effettistiche con i suoni acustici in modo tale da creare un genere musicale non ben definito ma fedelmente riprodotto sul palco.
Visto che ogni nostro album è un vero e proprio concept queste atmosfere effettistiche cambiano a seconda delle tematiche dell’album e da ciò che il singolo brano deve esprimere.
L’elemento (bio) meccanico-industriale fa parte del vostro sound, così come dell’immagine della band, da dove nasce questa predilezione?
Nasce principalmente dalle nostre diverse influenze musicali che sono si sono fuse potendo così creare il nostro suono e il nostro stile… e poi siamo tutti fan di H.R.Giger!!!
Mentre per quando riguarda l’immagine abbiamo sempre cercato di seguire una linea sobria e concreta valorizzando la sostanza come nella musica.
Dal punto di vista delle liriche, quali sono i temi trattati dalle varie tracce? C’è un concept alla base di tutto, o si tratta di episodi non legati tra loro?
Come dicevamo prima, ogni nostro lavoro in studio è un vero e proprio concept come in “EXP 01” abbiamo trattato tematiche inerenti la chimica, intesa come serie di mutazioni fisiche e sociali delle persone, così “Psychologram” descrive l’evoluzione della psiche attraverso il collegamento tra l’uomo e il suo speculare alieno.
Avete avuto modo di suonare abbastanza dal vivo, vi ritenete una band votata maggiormente alla dimensione live o studio?
Abbiamo la fortuna di avere una produzione eccezionale che riesce sempre a valorizzare la nostra crescita e uno studio incredibile come il RealSound di Parma che ci segue sempre e con cui abbiamo instaurato un ottimo feeling sia lavorativo che personale.
Mentre dal vivo stiamo suonando ma, sinceramente, non con la costanza che vorremmo, per noi sarebbe fondamentale fare molti concerti perché siamo una band che sul palco può esprimere tutto ciò che si sente nei lavori in studio, cosa non da poco secondo noi.
Domanda forse scontata, ma quanto è difficile trovare dei locali disposti a far suonare band che propongono musica propria, piuttosto che cover band?
Ahahaha… difficile è molto, molto, molto riduttivo!!
Il problema è noto e ormai si elemosinano serate ed è una cosa davvero penosa perché in Italia avremmo delle band davvero strepitose che in altri paesi sarebbero sicuramente già ad alto livello.
Crediamo sia una situazione proporzionata allo stato in cui si trova il nostro Paese. Pensa che abbiamo una Rock n’ Roll Arena a mezz’ora da casa e non ci hanno mai nemmeno considerati!!!…..Siamo sempre costretti a guardare l’estero come un’isola felice!!
Ci sono delle novità per i prossimi mesi?Come intendete supportare l’album?
Sicuramente con un tour autunnale come quello dello scorso anno tenuto in Est-Europa e poi penseremo a fare più concerti possibili qui in Italia.
Vi ringrazio per il tempo che ci avete concesso, a voi le ultime parole per concludere questa intervista. A presto!
Grazie mille dello spazio che ci avete concesso, supportate sempre e solo la musica vera!!!…..STAY SCRAPE!!!!