E dopo il successo delle “Impressioni su Sanremo“, il nostro Alex Giuliani, batterista degli Helligators, riprende in mano penna e taccuino per offrirci il suo ironico punto di vista su un altro evento clou: il Concertone del Primo Maggio di Roma che, come al solito divide l’opinione pubblica.
Ne abbiamo lette di tutti i colori: dalle critiche agli artisti, all’acustica, alla pubblicità…
Il nostro Alex non risparmia nessuno, nel pieno del suo stile!
Impressioni sul “Concertone” del Primo Maggio a Roma:
– Guardo la scaletta e sembra una serata di “Emergenza Rock”. Concertone un cazzo.
– Se non conoscete “Emergenza Rock” non siete un cazzo.
– Il Concertone è presentato da Camila Raznovich e Clementino.
– Camila Raznovich è pisellabile nonostante abbia l’attaccatura di capelli come Cronos dei Venom e si vesta da MAS.
– Chi cazzo è Clementino?
– Clementino è di Avellino (Campania)
– Il rapper Sfera Ebbasta purtroppo deve dare forfait per motivi di salute. Per lo sconforto ho dovuto prendere appuntamento con la mia psichiatra.
– Sfera Ebbasta ha però precisato: “Arriverò presto a Roma con il mio tour, quindi non preoccupatevi!”. Ho disdetto l’appuntamento con la mia psichiatra.
– Anche Paolo Benvegnù deve dare forfait per motivi di salute. I nostri anatemi stanno funzionando!
– Con tutte queste defezioni, il concertone stava iniziando decisamente bene. Poi è arrivata la temutissima musica del Salento.
– I leccesi Après La Classe aprono le danze. Il nome, tradotto, significa “Dopo la lezione”. Non di musica e neanche di italiano, purtroppo.
– Tocca agli Amarcord. E mi scatta il malinconico ricordo degli Iron Maiden nel 1993 o dei Radiohead nel 1995. Qui, in questa stessa piazza.
– Incomprensibile FC. Nel nome c’è già tutto.
– La band ha scelto il nome “Incomprensibile FC” giocando alla Playstation. Non è una battuta.
– Doro Gjat. Per un attimo avevo pensato a Doro Pesch! E’ stata erezione istantanea.
– Salgono sul palco i Brother, 4 sbarbatelli inglesi. Quando cazzo diventa effettiva la Brexit?
– Braschi era quello che a Sanremo cantava “Nel mare ci sono i coccodrilli”. Ieri, dopo una passeggiata sul Lungotevere, ha scritto “Nel fiume ci sono i sorci”.
– Il geometra Mangoni. Nel nome c’è il mestiere che dovrebbero intraprendere.
– Ara Milikian e il suo violino salgono sul palco. Lui è nato a Beirut ed è di origine armene. Ci si chiede: ma proprio a Roma doveva venì a rompe il cazzo?
– Rocco Hunt è di Salerno (Campania) e canta “Kevvuò”. La domanda ce la siamo posta tutti.
– Chi cazzo è Rocco Hunt?
– L’Orchestra di Saltarello Abruzzese… Da domani torneranno a cuocere arrosticini in piazza.
– E’ il turno di Teresa De Sio di Napoli (Campania), che omaggia Pino Daniele di Napoli (Campania).
– Amo Marina Rei: è più sexy di me, suona la batteria meglio di me, canta meglio di me. Talmente brava che me sta quasi sul cazzo. Straordinaria.
– Artù sale sul palco. Non è la solita leggenda, purtroppo è tutto vero.
– Artù viene presentato come il top del cantautorato romano di questo periodo. Raggi dimettiti.
– La mia opinione sui Ladri di Carrozzelle è scritta sul mio testamento. Potranno denunciare i miei figli.
– Gli Ex-Otago cantano “I ragazzi d’oggi non valgono un cazzo”. Testo spietatamente autobiografico.
– Motta è talmente brutto che la Rai avrebbe dovuto apporre il “parental control”.
– La musica di Motta è talmente brutta che la Rai avrebbe dovuto apporre il “parental control”
– La Rai non ha imposto il “parental control” sull’esibizione di Motta. Tanti bambini stanno crescendo male. E io sto invecchiando male.
– Le Luci della Centrale Elettrica ti fanno desiderare di tornare a vivere accendendo candele.
– Bombino viene presentato come il “Jimi Hendrix che arriva dal deserto”… dove cazzo sono gli scorpioni quando servono?
– La Rua, con il loro folk da quattro soldi, meriterebbero una carriera da canarini nelle miniere di carbone del Sulcis Iglesiente.
– Levante canta “Non me ne frega niente” e balla come Renato Pozzetto in discoteca in “Mia moglie è una strega”.
– Levante è pisellabile. Almeno di sera. Anche se balla come Pozzetto.
– Levante, 30 anni, canta “Gesù Cristo sono io”. Tre anni e ce la togliamo dalle palle.
– Chi cazzo è Levante?
– Levante è quella di “Vita di merda”. Stasera ci hai dato un motivo in più per pensarla come te.
– Gli Editors prendono per il culo i nostri “artistelli” italiani scelti per questo Primo Maggio e portati in spalla dalle nostre inutili etichette discografiche.
– Lo Stato Sociale canta “Mi sono rotto il cazzo”. Anche io, di voi e di questo “Concertone”.
– Francesco Gabbani alla fine resta uno dei pochi italiani interessanti. Stamo co le pezze ar culo.
– Camila Raznovich ha perso la voce a metà concerto. Adesso è davvero identica a Cronos.
– Purtroppo Clementino non ha perso la voce e continua a presentare. Male.
– Ermal Meta, albanese sbarcato in Italia su un gommone, anche stavolta ha fatto guadagnare voti a Salvini.
– E’ il momento di Clementino, di Avellino (Campania). Ma parla italiano peggio di Ermal Meta.
– Chi cazzo è Clementino?
– Edoardo Bennato, di Napoli (Campania), parla di Napoli, del lavoro a Napoli, di quanto sia bella Napoli. Adesso ho più voglia di pizza margherita che di musica.
– Il codice esadecimale della tinta di capelli di Bennato è #000000. Nero assoluto.
– Durante l’esibizione di Bennato parte la pubblicità. Di tinte per capelli! Giuro!
– A proposito di tinte, due giorni fa ho visto il concerto di Pino Scotto!
– Pino Scotto è di Napoli (Campania)
– E’ il turno di Maldestro… confido nuovamente nella pubblicità. Magari dell’Imodium.
– Anche Maldestro è di Napoli (Campania).
– Samuel sale sul palco. Lo preferivo in campo con la Roma.
– Tocca ai Planet Funk. Che sono per 2/5 di Napoli (Campania).
– Anche quest’anno il Concertone del Primo Maggio sembra fatto a Piazza del Plebiscito.
– Mi ha fatto piacere vedere un paio di amici violinisti e batteristi sul palco. Sono fiero di voi… no dai, vi sto prendendo per il culo!
– Un caro saluto: vado a farmi una sfogliatella (riccia), un babà, due taralli e un paio di giorni di fottutissimo rock’n’roll. E giuro che amo Napoli e tutta la Campania!
– Sanremo 2017: le impressioni di Alex Giuliani