Essere al debutto discografico per gli Eleventh Hour è solo un dettaglio, perché “Memory Of A Lifetime Journey” è il prodotto di musicisti navigati e dalle doti tecnico-compositive di indubbio valore.
Il progetto nasce da un’idea del chitarrista Aldo Turini, il quale ha forgiato nel corso degli anni le idee riversate in questa relase, con l’aiuto di Giuseppe Carella nelle parti orchestrali. Al suo fianco troviamo Alessandro Del Vecchio alla voce, Luca Mazzucconi alla batteria, GianMaria “Black Jin” Godani al basso, Alberto Sonzogni alle tastiere e la soprano Susanna Carboni in “’Sleeping In My Dreams” ed “Here Alone”.
L’album predilige sonorità sinfoniche, a tratti “cinematografiche” che si adagiano su un tappeto essenzialmente Power/Progressive, dotato di melodie accattivanti ed introspettive miste a passaggi aggressivi e rabbiosi. Queste caratteristiche emergono prepotentemente sin dall’opener “Sunshine’s Not Too Fair”, la quale dopo una breve intro ci presenta gli Eleventh Hour in tutta la loro coralità.
Ottima la scelta di proseguire il percorso con la ballad “Here Alone”, brano sognante e dalle melodie impalpabili, costituita da sonorità degne di un film fantasy, ma che riesce a sorprendere per l’apertura quasi western nella parte conclusiva. I Nostri continuano poi a stupire con composizioni articolate, come nella successiva “All I Left Behind”, in cui a spiccare è la cura posta negli arrangiamenti, soprattutto per quanto riguarda le parti di chitarra. Non solo tecnicismi, perché ritroviamo episodi intimi, introspettivi, come nel caso di “Back To You”, impossibile non cantarne il refrain, e la successiva “Sleeping In My Dreams” con voce maschile e femminile che si intrecciano magistralmente su un tappeto di pianoforte e synth.
Le ultime quattro tracce pur mantenendo intatto il gusto per melodie struggenti, “Long Road Home” su tutte, sono maggiormente incentrate su parti dell’elevato tasso tecnico. Nonostante il minutaggio sia abbastanza impegnativo, “Memory Of A Lifetime Journey” è un album piacevole, grazie alla perizia con la quale sono stati arrangiati i brani. Gli Eleventh Hour mantengono intatta la propria identità, ma riescono a deliziare l’ascoltatore con soluzioni fantasiose, sintomo di grande freschezza compositiva.
Album consigliato a tutti gli amanti di Power/Progressive fortemente caratterizzati da elementi sinfonici.