Home Interviste Helligators: La nostra attitudine “Pedal To The Metal” è sempre lì…

Helligators: La nostra attitudine “Pedal To The Metal” è sempre lì…

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Tanta esperienza sulle spalle, la consapevolezza dei propri mezzi e la volontà di fare musica per il piacere di suonare sul palco ed abbracciare il proprio pubblico. Questi sono gli Helligators, un gruppo di “experienced boys”, che fanno del Rock’n’Roll un vero e proprio stile di vita. Da poco è uscito il nuovo album “Hell III” e ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con Alex e Simone.

Ciao ragazzi, bentornati sulle pagine di Metal In Italy. Il vostro nuovo album “Hell III” è appena uscito, perché innanzitutto la scelta di questo titolo? Ha un significato particolare per voi?

(Alex) Ciao Stefano! Innanzitutto grazie per averci definiti “ragazzi” e per averci ospitati su Metal In Italy, a cui siamo molto legati! È sempre un piacere fare due chiacchiere con te! Tornando alla domanda, diciamo che abbiamo optato per un titolo semplice semplice che potesse ricordare a tutti che si tratta del nostro terzo disco. Non è il massimo dell’originalità, lo ammetto, ma non amiamo troppo i fronzoli o i titoli chilometrici.

(Simone) Grazie Stefano per lo spazio e il supporto che tu e Metal In Italy ci dedicate sempre, come dice Alex è davvero un piacere chiacchierare con voi. HELL III era un nome semplice e diretto per il terzo lavoro della band ma anche abbastanza “nostro”, se vogliamo, visto il nome della band. Inoltre ci suonava abbastanza buono in quanto diversi pezzi del disco ci ricordano di quanto possa essere “infernale” la vita.

Questa terza release arriva a distanza di 4 anni dalla precedente. Cosa è successo in questo lasso di tempo e come mai tanta attesa?

(Alex) L’attesa è stata piuttosto lunga ma in realtà non ci siamo mai fermati. I cambiamenti nella line-up ci hanno sicuramente portato via un po’ di tempo, ma abbiamo pubblicato un Ep (‘Back To Life’) e ci siamo fatti qualche concerto in giro per l’Europa. Per la realizzazione del nuovo album abbiamo impiegato circa un anno e mezzo perché siamo dannatamente lenti e pigri ma anche perché, in tempi di magra come questi, 5 morti di fame come noi possono entrare in studio solo quando hanno fatto abbastanza cassa con i concerti o con le vendite. Questa è la verità, pura e cruda.

(Simone) In effetti, non ci siamo mai fermati. L’attività live è stata abbastanza costante e, nonostante i cambi di line-up, abbiamo sin da subito iniziato a lavorare su materiale nuovo. ‘Back To Life’ e’ stato un biglietto da visita per quello che stava accadendo all’interno della band a livello compositivo e ci ha anche dato la possibilità di proporre alcune novità dal vivo. Certo se non fossimo cosi squattrinati sicuramente ci avremmo messo di meno a fare uscire il disco ma abbiamo dovuto aspettare un pochino….un bel po’ direi.

Voi non siete certo degli adolescenti, immagino che far coincidere lavoro, registrazioni in studio ed impegni live non sia facile…

(Alex) Esatto, l’adolescenza è andata via da un pezzo e non è semplice ritagliare i giusti spazi per la band nelle nostre vite incasinate! Facciamo del nostro meglio, ma ti posso garantire che ogni volta che dobbiamo organizzarci, è un parto complicato! Alla fine, comunque, ne veniamo sempre fuori.

(Simone) Hahaha, se vedessi il processo decisionale e organizzativo della band ti metteresti le mani nei capelli! Essendo “experienced boys” (suona meglio di vecchi catorci, ve? hahaha”) di certo non è facile far coincidere prove, registrazioni, concerti e quant’altro, spesso e volentieri ci troviamo davanti ad ostacoli che semplicemente fanno parte della vita quotidiana. Però la ‘Road Roller Machine’ ha ancora tanta benzina e spinta e in un modo o in un altro si riesce sempre ad andare avanti. Magari ci mettiamo un po’ più di quanto ci piacerebbe ma alla fine ce la facciamo. Tutto grazie all’amore per la musica.

Veniamo all’aspetto musicale: in “Hell III” ci sono brani “pestati”, altri più raccolti ed intimi, uno strumentale ed una “suite”. Perché la scelta di differenziare la formula degli Helligators a favore di una proposta più variegata e, per certi versi, sperimentale?

(Alex) Sono felice che tu abbia notato questa evoluzione. Le motivazioni sono essenzialmente due: la prima è la presenza di Simone, il nostro nuovo cantante, che ci permette di azzardare e di entrare in territori più melodici che in passato, grazie alla sua notevole duttilità e poliedricità. La seconda è che fondamentalmente ci piace fare un po’ come cazzo ci pare ahahahaha! Ad esempio, nel caso della strumentale, abbiamo voluto collaborare con Gianni Colaiacono (ex bassista del Banco del Mutuo Soccorso) che proviene da un mondo musicale lontanissimo dal nostro. Ci è piaciuto azzardare quest’esperimento, abbiamo imparato molto da lui ed è venuto fuori un pezzo strumentale piuttosto bizzarro!

(Simone) Per prima cosa, il bello del rock n’ roll e della musica in general è proprio questo. Non ci sono regole, o almeno non dovrebbero esserci e noi ne abbiamo approfittato alla grande. Col cambio di line-up ci siamo sentiti di fare cose un pochino diverse rispetto al passato, abbiamo giocato un po’ di più con la melodia e devo dire che ci siamo anche divertiti molto a farlo. In ambito live abbiamo fatto cose nuove, come i concerti acustici, e questo ha contribuito a farci “sperimentare” in studio con delle sonorità un po’ più melodiche. Ovviamente la nostra attitudine “Pedal To The Metal” è sempre lì…non a caso abbiamo deciso di chiamare cosi il pezzo che chiude il disco. Il sound e l’approccio degli Helligators è sempre quello.

Immagino che siate legati un po’ a tutti i brani presenti nella track list, ma ce ne sono alcuni che, secondo voi, meglio rappresentano la band al momento?

(Alex) Ti confido una cosa: un paio di brani del disco non mi piacciono granchè! Ma eviterò di dirti quali sono, perchè subirei pesanti vendette e ripercussioni dagli altri! Ti dirò invece quali sono i miei preferiti: ‘Rebellion’ e ‘Pedal to the metal’ perché sono brani di puro e semplice hard rock senza troppi fronzoli, ‘Here to Stay’ perché è un brano abbastanza atipico per noi con un mid-tempo molto heavy, e infine la suite ‘Confession’ perché non è facile comporre un brano così lungo e articolato senza annoiare chi lo suona e chi lo ascolta.

(Simone) Il bello di HELL III a mio avviso è che c’è tutto ciò che a me piace di una band hard rock come la nostra. Ci sono i pezzi che sono “in your face” come attitudine e belli spinti. Poi ci sono i pezzi che sono un pò più melodici ma allo stesso tempo di impatto. C’è la strumentale, che è una sorta di scommessa per noi, con cui abbiamo voluto giocare un po’ e azzardare delle scelte diverse rispetto al passato e cosi via. Devo essere sincero, essendo quello che scrive i testi io sono molto legato a tutto il disco, nonostante anche io abbia le mie preferite come quelle citate da Alex ma a cui aggiungo ‘Until I Feel No More’, ‘Bleeding’ e ‘Where I Belong’.

Il vostro stile è semplice e definito: Hard Rock, Metal e tante sonorità “Southern”. Pensate che per fare un ottimo disco si possa rimanere all’interno di spazi ben definiti o, a tutti i costi, sia necessario essere degli innovatori?

(Alex) Secondo me non è necessario essere per forza innovatori, ma è assolutamente necessario essere liberi e sinceri. Quello che facciamo è esattamente quello che ci piace: suonare! Non abbiamo mai pensato a tavolino cosa fare o come comporre, tanto meno ci siamo prefissi dei paletti o dei confini entro cui stare. Il nostro stile è molto diretto e molto poco pensato, è molto naturale e spontaneo. Lasciamo volentieri il ruolo di innovatori ad altre band di cui apprezzeremo volentieri le gesta.

(Simone) Esattamente, come dicevo prima questo è il bello della musica. In questo disco abbiamo fatto alcune cose nuove e un po’ diverse dal passato ma mai decidendolo a tavolino e prefissandoci delle scelte “obbligate” o dettate da qualsiasi cosa che venga da fuori. Siamo comunque rimasti nel sound e nell’approccio Helli, ossia ciò che ci piace e ciò che ci va di fare.

Se poteste andare in tour con una o più band, ancora in attività e non, su chi ricadrebbe la vostra scelta?

(Alex) Dovendo sognare in grande io, come tutti ben sanno, amo visceralmente i Metallica e mi toglierei un rene per suonare insieme a loro. Più realisticamente, nel nostro recente passato abbiamo condiviso delle date stupende e divertenti insieme alla Strana Officina. Ecco, spero di tornare a passare belle serate insieme a loro!

(Simone) Se possiamo fantasticare anche io amo i Metallica a livelli indescrivibili ma devo dire che il mio rene lo cederei ad occhi chiusi per suonare con i Faith No More. Adoro quel gruppo di pazzi geni! Sono comunque d’accordo con Alex, fare delle date con la Strana Officina è stato davvero grande e con loro c’è davvero una bella intesa. Oggi come oggi comunque esiste la realta’ del ‘pay to play’ e degli ‘slot’ in vendita che possono dare l’opportunità anche di realizzare dei sogni ma credo che un po’ danneggi la musica. Ci sono moltissime realtà emergenti che hanno un incredibile talento ma che purtroppo non possono permettersi di pagare questi slot che sicuramente daranno visibilità e anche del nuovo pubblico. Togliendo la nostra band dall’equazione, conosciamo moltissimi gruppi che meriterebbero dei grandi palchi e grandi pubblici per quanto sono bravi.

Rimaniamo in tema live: qualche tempo fa sono rimasto colpito da un vostro post su Facebook nel quale, di ritorno da alcune date all’estero, avete riportato un resoconto “veritiero”, senza autoincensarvi e sventolare folle oceaniche…anzi, più realisticamente avete ammesso di aver suonato, in alcuni casi, solo per voi stessi. Perché questa scelta?

(Alex) Si trattava di un breve tour che attraversava Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Lo ribattezzammo il ‘The Floor Tour’, perché suonammo davanti ai pavimenti dei locali. Una sera persino il fonico se ne andò mentre suonavamo! Un vero fiasco! Ma, ad onor del vero, ci siamo divertiti tantissimo anche grazie ai nostri compagni di sventura, i The Great Divide, con cui è nata una meravigliosa amicizia. Al nostro ritorno, abbiamo semplicemente raccontato come erano andate le cose. Siamo sempre stati onesti e non vogliamo ingannare nessuno, tanto meno i nostri Helli-friends. Il mondo non è già sufficientemente pieno di cazzari? Vedo band d’apertura che si fanno fotografie sul palco con alle spalle un pubblico numeroso accorso in realtà per la band principale in cartellone, ma spacciandolo per suo. Assisto spesso a concerti di band con dieci presenti (compresi baristi e fonici) e il giorno dopo leggo post entusiastici che parlavano di locale sold-out. Queste cose ci fanno sorridere, ma non vogliamo assolutamente farne parte.

(Simone) Penso che questo faccia parte del suonare in una band. La sincerità ha da sempre caratterizzato il gruppo e non sarebbe servito a nulla tornare a casa dicendo che abbiamo fatto sold-out ovunque siamo andati hahaha! Non sarebbe stato giusto e non ci sarebbe piaciuto far cosi. Va anche detto che una giusta e buona organizzazione da parte dell’agenzia di booking avrebbe sicuramente aiutato, ma vabbè capita anche questo e lo sappiamo. Fortunatamente ci siamo divertiti tantissimo insieme ai The Great Divide a cui mando un abbraccio!

Perché gli Helligators continuano a suonare e fare dischi? Molte band pubblicano album ogni anno, cercano di salire sul palco a tutti i costi, nel vero senso della parola, voi invece date l’impressione di volerlo fare semplicemente per l’amore verso la musica, non perché dobbiate dimostrare qualcosa o rincorrere fama e successo. È giusta questa mia interpretazione?

(Alex) La tua interpretazione è assolutamente corretta, l’unica cosa che rincorriamo è la nostra soddisfazione e il nostro divertimento. Al successo non ci pensiamo ormai da anni! Siamo in una fase della vita in cui non “dobbiamo” più fare qualcosa, semmai “vogliamo” fare qualcosa. Viviamo già una vita piena zeppa di doveri, se li portiamo anche nella musica allora meglio lasciar perdere! Facciamo solo le cose che davvero ci piacciono, con molta libertà. Chi ci conosce sa che non ci proponiamo mai e non rompiamo mai le palle a nessuno per farci suonare, ascoltarci o venire ai nostri concerti. È un nostro aspetto caratteriale, forse dovuto al disincanto che sopraggiunge con l’esperienza e con l’età. Personalmente, suono da 30 anni ormai. In passato ho sperato nel “successo”, ci sono anche andato quasi vicino ma ho giocato male le mie carte. Oggi mi godo ogni singolo aspetto della musica, suono esattamente quello che mi piace, lo faccio con le persone che amo e per il nostro fedelissimo pubblico.

(Simone) Hai colto nel segno, Stefano. Amiamo la musica da morire e da quando possiamo ricordare. Abbiamo vissuto la nostra vita nel segno del rock n’ roll, abbiamo suonato in Italia, all’estero, ci siamo tolti le nostre soddisfazioni durante le nostre esperienze da quando abbiamo cominciato fino ad oggi. Prima degli Helligators ognuno di noi ha avuto le sue diverse realtà, esperienze, occasioni, ecc. Alla nostra età e nel modo in cui si è evoluta la musica, la nostra spinta è l’amore per essa. Di certo non pensiamo di dover dimostrare nulla a nessuno. Siamo felici ed orgogliosi di ricevere sempre l’abbraccio del pubblico a cui non vediamo l’ora di presentare HELL III.

Programmi per il futuro: state pianificando degli appuntamenti live per questa estate?

(Alex) Con i nostri tempi biblici stiamo organizzando un pò di ‘listening party’ in giro, in modo da far ascoltare il nuovo disco a tutti i nostri Helli-friends. Rimandiamo invece all’autunno il release-party vero e proprio, suonando dal vivo in una location per noi davvero speciale! Speriamo che la cosa vada in porto, nel frattempo incrociate le dita per noi!

(Simone) Esatto, vorremmo prima far girare HELL III, farlo sentire per poi presentarlo dal vivo più in là. Se tutto va come deve (e come speriamo) sarà davvero una gran bella serata in un gran bel posto.

Bene ragazzi, vi ringrazio per l’intervista e lascio a voi l’ultima parola. Lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

(Alex) Ragazzi, se volete ascoltare del sano ed onesto rock’n’roll ed assistere a dei concerti divertenti e festaioli, allora gli Helligators possono essere la band che fa al caso vostro. Non saremo i Beatles, ma non siamo neanche gli ultimi degli stronzi!

(Simone) Siamo tutti molto orgogliosi di HELL III, speriamo che piaccia a chi ci segue e magari di farci nuovi Helli-friends grazie a questo nuovo album. Date un ascolto al disco e veniteci a trovare quando suoniamo dal vivo cosi ci divertiremo, come sempre tutti insieme sotto il segno del rock n’ roll. Sempre “pedal to the metal”, friends!