Per partorire un’idea del genere ci vuole una mente geniale. Sicuramente Hesperus, unico membro del progetto sui generis Hesperia, attivo dal 1997, possiede una buona cultura classica ed un buon spirito propositivo. Ciò di cui ci accingiamo a disquisire, è una suite epic metal, comprendente sfumature di carattere avantgarde, per quanto concerne la struttura sonora e venature black metal, per alcune risoluzioni ritmiche.
Il tutto è incentrato sulle vicende italiche raccolte nell’ “Eneide”, il poema virgiliano che tanto ci ha annoiato o, al contrario, conquistato, ai tempi del liceo. Per la precisione, questo lavoro è il quinto album della one-man band di cui trattiamo, incentrato su tale poema e rappresenta, quindi, l’ultimo atto della tetralogia sull’ “Eneide”. Hesperus, a tal proposito, presenta come suo il genere che denomina orgogliosamente “metallo italico”. Già, è un chiarissimo nazionalismo storico il sentimento che muove ed anima le composizioni di questo disco.
Basta premere play per essere investiti da spiccati sentimenti nazionalistici, grazie alle note dello storico “Inno a Roma”, intramontabile composizione di Giacomo Puccini, datata 1919, la quale funge da invito all’Incipit “Aeneidos Apotheosis”. A questo segue “De Bello Italico”, composizione dalle chiare strutture epic metal, suddivisa in due parti. Tale esecuzione di genere ricorda, sulla falsa riga, ciò che in passato ci proposero i Virgin Steel ai tempi degli album “The House Of Atreus – part I e part II” , ma nel caso in questione, le strutture che formano le due mini suites, sono molto semplici ed, al di là, della formazione compositiva, i brani si soffermano maggiormente sulla teatralità espressiva, interpretata mediante parti cantate ed altre recitate, neanche a dirlo, esclusivamente in italiano. Passando attraverso l’ascolto di “Interludium I: Ave Metallvm Italicvm”, track composta da chitarra acustica e recitazione letteraria, ci imbattiamo nel pezzo “Metallvm Italicvm”, anch’esso diviso in due parti: la prima, propone una struttura di epic metal classico, nelle cui strofe possiamo udire frasi del tipo: “Giuro che vincerò…Per la patria…Per gli dei…”.
Nella parte seconda possiamo notare la presenza di frangenti pseudo classici, che vedono la partecipazione del tenore Christian Bartolacci, terminati i quali, ci si riaccosta alla tipica struttura metal, ripresa da quella proposta nella prima parte del brano. Anche “Interludium II: Ave Hesperia” è una mini traccia acustica, con testo recitato, la quale collega alla porzione terminale dell’album, in cui troviamo il pezzo “Hesperia”. Tale creazione, però, non presenta alcunché di nuovo, per quanto concerne sia la composizione strumentale che l’espressività del cantato/recitato, salvo degli intermezzi corali, in cui va sottolineata la partecipazione della cantante dei Crysalys, Chiara Malvestiti e delle accelerazioni ritmiche, in cui non possono sfuggire alcune sfumature ritmiche di richiamo black metal. Lo scontro finale della battaglia si erge sulle note di “Hesperia’s Triumphator”, brano che presenta alcune caratteristiche di poco diverse da quanto ascoltato negli altri brani dell’opera. Nella parte centrale della composizione in oggetto, si può assitere ad una bella cavalcata in stile metal classico. Il tutto si conclude (grazie agli dei) con l’outro “Apotheosis: Roma Incipit”, traccia finale che vorrebbe essere esplosiva nel suo corpo, ma che ben poco ha di eclatante.
In conclusione, possiamo affermare che “Metallum Italicum” non è certo un’ opera che si distingue per l’originalità delle sue composizioni; anche la produzione è appena sufficiente e farraginosa per quanto concerne la qualità dei suoni. Salvo rarissimi sussulti, tutto è sempre uguale e ripetitivo, tranne le tematiche dei testi, seppur sembri di ascoltare sempre le stesse parole.
Il personaggio Hesperus ed il progetto ideologico Hesperia sono, senza dubbio, lodabili dal punto di vista artistico, meno, molto meno, per quanto riguarda le proposizioni musicali e interpretative. Per ciò che concerne le tematiche affrontate, non possiamo che applaudire alla scenografia dell’opera, anche se le interpretazioni degli atti, non rendono giustizia alle storie narrate. Indubbiamente, gli amanti del genere, apprezzeranno quest’opera ed, al riguardo, possiamo azzardare l’ipotesi secondo la quale, questo lavoro sia dedicato esclusivamente a loro e non punti alla conquista di nuovi fans.