Un caleidoscopio di emozioni, funamboliche progressioni che incantano e lasciano l’ascoltatore sempre con l’orecchio teso ed attento, con “Oikoumene” gli Inside Mankind ci regalano una prova davvero superlativa di Metal Progressivo ricco di contaminazioni.
Ascoltando le dieci tracce emerge prepotentemente la perizia tecnica di tutti i musicisti, nessuno escluso. Elemento caratterizzante è sicuramente la voce della soprano Claire Briant, la quale riesce a conferire quell’aura epica, gotica, ad un tessuto musicale complesso. Dal punto di vista strumentale, è da sottolineare il grande lavoro svolto in fase di songwriting da parte di Francesco Monaci alla chitarra, che riesce a districarsi agevolmente tra ritmiche intricate e dinamiche, deliziandoci anche con assoli dal sapore neoclassico.
La sezione ritmica può contare su due musicisti di grande talento: il basso di Christian Luconi è sempre presente e corposo, la cui funzione di accompagnamento, mai banale, si alterna a parti soliste di tutto rispetto, così come il drumming di Matteo Bidini, unico membro rimasto della formazione originale nata nel 2005, non si fossilizza su ritmi scontati, ma conferisce una dinamicità spaventosa ad ogni brano sottolineando ogni cambio in maniera impeccabile. Ottimi anche gli inserimenti di tastiera, che ad onor del vero compaiono solo in alcuni brani, perché contribuiscono a rendere il sound ancora più completo.
Parlare di Progressive, sebbene sia l’etichetta che meglio inquadra gli Inside Mankind, è comunque riduttivo, dal momento che i nostri non disdegnano passaggi Death Metal, come nella superba “Phariseum”, con l’inserimento della voce maschile growl del già citato Francesco Monaci. Questo brano rappresenta appieno la versatilità di questi musicisti, i quali dimostrano di saper variare il tema e non rimanere fossilizzati su scelte ripetitive. Sfumature Power emergono invece nella conclusiva “Human Divine”, traccia che si avvicina ai quattordici minuti e rappresenta la summa di quanto di meglio gli Inside Mankind possano offrire. Il gusto per le composizioni di ispirazione classica trova un perfetto impiego nella strumentale “Toccata”, oltre due minuti di fraseggi tra chitarra e tastiera, durante i quali trova il giusto spazio anche il basso di Christian che fa sfoggio delle sue doti tecniche.
“Oikoumene” è senza dubbio un album non di facile ascolto, richiede molta concentrazione per poter assaporare al meglio tutte le sfumature, a partire dalle linee vocali, passando per il riffing complesso di chitarra ed i frequenti cambi di tempo dettati dal drummer, seguito a ruota dal basso. Possiamo tranquillamente affermare che gli Inside Mankind hanno fatto centro al primo colpo.