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Ira Green: “Re(be)ligion” – Recensione

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Devo essere onesto, non guardo i reality nemmeno con una pistola puntata sulla tempia! Ci tengo molto a sottolineare questo aspetto perché in queste righe parlerò di una cantante che deve la sua fama ad uno di “quei talent lì”. Non voglio assolutamente fare il metallaro truce che non si interessa di altri generi musicali perché così non è, ho la mia idea su quel tipo di format televisivo e non la cambierò di certo ora.
E’ bello però trovarsi di fronte a sorprese come quella di Ira Green. Qualche mese fa ho iniziato a notare un certo tam-tam social su questa ragazza dai lunghi capelli biondi e dal’aspetto tanto rude quanto determinato. Ho chiesto un po’ in giro incuriosito dall’attesa che si stava creando intorno al personaggio; la maggior parte delle risposte è stata: “Ma come non la conosci? Questa ha cantato un pezzo dei Led Zeppelin a The Voice of Italy! Ma dove vivi?” Già, dove vivo? Vivo in uno strano mondo tutto mio nel quale ho sentito spesso parlare di rock in questi talent e il risultato è stato nel migliore dei casi sentire accostare la parola rock appunto a Marco Mengoni (con tutto il rispetto per il suo talento eh…).

La mia curiosità si è fermata li, pensavo che si, avrà pure cantato un pezzo dei Led Zeppelin ma quando finirà il programma farà un dischetto pop/rock scritto da X produttore e poi le toccherà l’oblio dell’ennesima meteora. Bene, felicissimo di dirvi che HO SBAGLIATO, di brutto pure! Ira è arrivata lontano nel talent show ( molti la considerano la vincitrice morale) e lontano arriverà perché, oltre alla musica di notevole fattura, la ragazza dimostra soprattutto di avere le idee ben chiare. Rifiuta appunto la strada facile del mainstream e del disco facile e dopo esser tornata a calcare i palchi di tutta Italia si mette subito in gioco e ci mette la faccia (come la copertina di questo “Re(be)ligion)“. Si affida direttamente ai suoi fans (a quanto pare numerosissimi visti i numeri da capogiro che hanno i video delle sue performance) e alla piattaforma Music raiser, e giù con le registrazioni del debutto discografico presso gli Etiket Studios di Biagio Felaco. Poi trova una giovane etichetta che crede in lei (69 Records, che ha masterizzato l’album e girato il videoclip di I’m Wrong) e Re(be)ligion diventa realtà.
Ed eccolo tra le mie mani: credetemi cari lettori, questo album è energia pura, un mix dinamitardo di Hard Rock, Grunge e quel pizzico di metal alternativo made in USA che non guasta mai. Rock robusto e vigoroso come la opener “You’ve got the sun”, o le successive “Hello Good Day” e “Gravity Soldier”, quest’ultimo un vero pugno allo stomaco con il suo riffone degno addirittura del miglior Zakk Wilde! Segue il singolo “ I’m Wrong”, il cui video ha superato le 200.000 visualizzazioni in soli 7 (e dico sette) giorni; echi di Seattle dietro l’angolo, pezzo ideale come biglietto da visita dell’album.

L’album si fa ascoltare con vero piacere anche nei momenti più soft come “Love can stop the rain” e “I’m still calling you”, pezzi nei quali si può apprezzare tutto il talento vocale di Ira, una versatilità impressionante nel passare dalla dolcezza alla rabbia (il finale proprio di “I’m still calling you” è un manifesto di stile, eleganza e potenza nel giro di un minuto!).
“You can’t control me” e “Fall asleep” tornano a picchiare duro mentre la title-track “Re(be)ligion” è un purissimo rock’n’roll di marcata ispirazione seventies, energica e trascinante. L’album termina in bellezza e phatos con “Light from your eyes”, la vera ballad del disco; un pezzo che trasuda malinconia e speranza nel quale svetta ancora una volta la voce di Ira che mette in risalto la sua anima più delicata e soft (qualcuno ha detto Amy Winehouse?).
Degna di nota è anche la bonus track “Music’s Tramp” versione inglese del primissimo singolo di Ira “Mondo senza regole”.
In definitiva Re(be)ligion è un album davvero ben fatto, ben suonato e ben prodotto, il classico debutto con i fiocchi. Ora sta ad Ira Green continuare per la sua strada e riconfermarsi, prima di tutto on stage col tour italiano che partirà proprio in questi giorni; i numeri ci sono, la determinazione pure, il talento è smisurato. Mi si conceda un francesismo: la ragazza ha le palle e ve ne accorgerete tutti, come me ne sono accorto io, colpevolmente in ritardo ma me ne sono accorto.
Ed è bello stavolta poter dire: “Si cazzo, HO SBAGLIATO…o meglio I’m Wrong!”