Saranno pure bastardi, ma di sicuro sono fortunati, se non altro perchè dotati di un grande gusto musicale che li ha portati al confezionamento di un pacchetto sublime per le orecchie.
Loro sono i Lucky Bastardz, hard rock band di Alessandria, all’assalto del mercato con “Alwayz On The Run“, terzo album della scuderia Spigno. Titian è un cavallo di razza. Un uomo, un artista dal passato poliedrico, capace di reinventarsi e di riuscire nelle nuove scommesse che la vita gli ha piantato davanti.
Il full lenght di circa un’ora propone spunti hard rock in tema con l’aggressivo artwork disegnato da Gustavo Sazes, lo Chef dei cover art.
Il resto della cucina è affidato al graffiante timbro di Titian e alla delirante interazione con la chitarra di Paco che, in più di una traccia riesce a far cantare le corde manco fossero backing vocals.
L’ensamble funziona, la menzione d’onore va alla batteria di Mark: si vede, anzi, si sente proprio che si diverte! In “Back On My Feet” dà una lezione un po’ a tutti: tra l’altro questo è lo stesso pezzo in cui lo Spigno si concede ad un acuto da far cadere le extensions di Mariah Carey.
Il cuore dell’album pulsa al ritmo di rock, ma viene aperto da una intro spettacolare: “Dawn Of The Phoenix”, che manco a farlo apposta è farina del sacco proprio del drummer.
L’aspetto interessante del lavoro dei bastardi fortunati è rappresentato senza dubbio dalla voce di Titian. In questo lavoro è spinta al limite dell’hard rock, come il genere comanda, ma è velata da sfumature power che rendono il tutto estremamente intrigante.
Come detto, saranno pure bastardz inside… ma quando i nostri si lasciano andare alla dolcezza delle ballads non ce n’è per nessuno. “The Sign On The Wall” è un diamante grezzo che chiede solo di essere accolto. Qui la menzione va a Mr.TNT, il bassista: sua l’idea, sua l’emozione tradotta in poche righe e musica dedicate ad un amico scomparso.
L’altro aspetto interessante riguarda la lungimiranza. “Alwayz On The Run” è infatti il tipico album che non vedi l’ora di ascoltare dal vivo per carpirne l’energia.
E’ quasi virale… un ottimo costrutto di emozioni e valenza tecnica che si traduce in “competenza”: quella di aver concepito brani piacevolmente ridondanti come “Liar” o sofisticati come “The Powder”, opera di Paco, dove viene proposto il tema delicato dell’esposizione all’eternit.
Insomma, con questo lavoro i bastardi hanno dimostrato non solo di essere sempre on the run, ma anche sempre sul pezzo. E in un momento storico in cui la musica viene svilita dalla ricerca spasmodica di rime combacianti tra sole-cuore-amore, è un piacere scoprire che la vecchia guardia è sempre pronta ad onorare la musica stessa e la sua funzione divulgativa.