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Lykaion: “Heavy Lullabies”

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Lykaion lullabies

Dopo tre demo ed un album, uscito nel 2012, i Lykaion, iniziano questo 2015 con il botto e si tratta realmente di un bel botto il nuovo lavoro “Heavy Lullabies”.

La band in questione di esperienza ne ha da vendere ed ha avuto modo di collaudarla già da diversi anni; in effetti il primo cd demo risale al 2005 e da allora, molta acqua è passata sotto i ponti e molti passi sono stati mossi su tanti palchi, divisi, tra l’altro, con artisti del calibro di Deep Purple, Kreator, Moonspell, Behemoth e Dragonforce.

Per tutti gli amanti delle sonorità graffianti dei Sentenced, per tutti coloro che si perdono nei riffs e nelle melodie di To Die For ed HIM, per tutti coloro che amano quel fenomeno coniato da quest’ultima band e che prende il nome di Love Metal (non me ne vogliano Alessandro, Fabio, Valerio ed Andrea), quest’album sarà più che un piacevole ascolto. Dalla prima all’ultima traccia, il sound, sia roccioso che melodico e le tematiche introspettive e romantiche, lo rendono un lavoro ossimorico, in cui sembra che ogni spunto sia leggibile attraverso un’ aggressività emozionante e malinconica, ma che non lascia inesplorati, contemporaneamente, gli angoli del cuore che nascondono sia la tristezza dell’abbandono che il sorriso dell’amore. Come detto, le sonorità proposte dal quartetto nostrano, sono esattamente quelle che hanno caratterizzato il cosiddetto filone finnico, in cui, tecnicamente, troviamo partenze e frangenti veloci alla To Die For, contenuti lenti e potenti ed una voce, quella di Alessandro Sforza, che ci riporta inevitabilmente a pensare alla poetica e malinconica aurea a cui ci ha abituato per anni Ville Laihiala.

L’ inizio è affidato alle melodie trasognanti di “Heavy Lullaby”; quale modo migliore per avviarci lungo un sentiero cinto da rose sanguinanti, se non quella di essere ipnotizzati e catturati dalle malinconiche melodie di questo intro? Neanche il tempo di chiudere gli occhi, che si viene spinti tra i rovi spinati e le ferite iniziano a bruciare, grazie alle note della energica ed allo stesso tempo romantica “For Love”, azzeccato singolo su cui la band ha costruito un video clip (significativa, se proprio vogliamo cercare le fonti d’ispirazione, è l’immagine che vede il singer indossare una t-shirt dei Crashdiet). In questo pezzo è da notare come lo stesso vocalist utilizzi bene la voce tra il pulito ed un minimo utilizzo del growl, nonchè di un cantato rauco e graffiante. Ascoltando “I Don’t Love You Anymore”, non possiamo esimerci dal provare un tonfo al cuore, come accade quando ci troviamo al cospetto di una valida rock ballad (accade in modo clamoroso, quando, diversi anni fa, ascoltai un pezzo con l’omonimo titolo, ma si trattava dei Quireboys ed erano i primi anni ’90). Nel caso dei Lykaion va sottolineata, senza dubbio, anche la preparazione tecnica dei musicisti in questione, poichè balza all’orecchio l’ottimo assolo contenuto in questa song.

Molto bello e degno di lode è il brano “Smile”, in cui la band ci propone ritmiche lente e cadenzate, intervallate da un ritornello, che, si può affermare, sia il leitmotiv della composizione. Tale melodia principale è incorniciata da parti strumentali di chitarre e tastiere le quali trasmettono all’orecchio la giusta, decisa leggerezza sonora, in linea con la romantica tematica affrontata. Di fattezze ben più ruvide è il pezzo “End Of Time”, in cui, oltre all’aggressività sonora e vocale, riscontriamo anche la presenza di buone parti di doppio pedale. Medesime, ottime rifiniture tecnico-strumentali, di chitarre e batteria, sono presenti anche in “Out Of My Heart. In sostanza, il filo conduttore di quest’album è la proposizione di parti veloci, richiami melodici ed equilibrate strutture di strofe e ritornelli.

Purtroppo, ciò appena espresso, rappresenta la bellezza ed il limite di un genere che, non dico abbia detto tutto nel corso del suo quindicennio di vita, ma, nella maggior parte dei casi, sembra non possa seguire altro che tali schemi tecnico-compositivi. Un appunto non positivo, si presenta verso la fine dell’album, in cui l’attenzione sembra calare e lo spirito compositivo, come adagiarsi. Si ha la sensazione che gli ultimissimi pezzi, non abbiano il potere di trasmettere le stesse scosse di quelli presenti nei primi tre quarti di questo, pur sempre, ottimo lavoro.

Lavoro che si chiude, in perfetta continuità con quanto appena espresso, sulle note di “Till The End”. Anche in questo caso ci troviamo all’ascolto di una “sentencediana” struttura compositiva ed espressiva. Nel complesso “Lullabies” denota una base stilistica ben delineata, sulla quale si agganciano accenti di vario tipo.

Soprattutto nella prima parte di esso, i nostri hanno saputo saggiamente legare tali sfumature in brani che compongono un album prodotto, per altro, in maniera ottima. C’è da sperare che il buonissimo cammino intrapreso e maturato fin qui dai Lykaion, si arricchisca ulteriormente e riesca, per il futuro, a regalarci quel “pizzico” in più che ci faccia restare a bocca aperta per 11 tracce su 11.