Home Interviste (re)Offender: “Il complimento più bello? Una fan mi ha baciato sulla bocca”

(re)Offender: “Il complimento più bello? Una fan mi ha baciato sulla bocca”

SHARE

Se a fine concerto una fan è rimasta talmente estasiata della musica dei ciociari (re)Offender da prendere e baciare sulle labbra uno di loro, vorrà pure dire qualcosa!
E se non vi sembra abbastanza, sappiate che l’album omonimo dei (re)Offender (qui la recensione) è utilizzato dai più come colonna sonora per fare l’amore… O almeno queste sono le indiscrezioni che arrivano da Frosinone, quartier generale della band del prof Marcello Iannotta e soci.

Lo rivelano in questa intervista i nostri conterranei!

Ciao ragazzi, benvenuti su Metal In Italy. Prima di iniziare con le domande, vi chiedo di introdurre i (re)Offender e quali sono le tappe fondamentali della vostra carriera.
Ciao, siamo una band emo-wave (il che significa, praticamente, che oltre alle parentesi ci piace tanto la new wave e però anche la malinconia struggente di un certo emo-core) che si dà da fare, direi settimanalmente, per (1) fare delle belle canzoni e (2) conquistare il mondo prima che lo facciano gli zombies. Le tappe fondamentali del nostro percorso sono rappresentate dagli EP che sono usciti sotto il nostro nome, e dalle meccaniche interne che hanno permesso che fossimo attivamente investiti da quel
tanto amato assecondamento dell’evoluzione, nel nostro caso non senza amputazioni e ricostruzioni, che caratterizza ogni insieme organico. Dunque: tanti cambiamenti (un’evoluzione, dei gradi – un po’ come Goku e i livelli dei Super Sayan), due cambi seri di line-up (le prossime batterie le suona Mazinga), tanti periodi di nebbia e infine tantissime intense discussioni per fare quello che nessuno riesce a fare: definire.
Comunque siamo attivi dal 2011, di quest’anno è la pubblicazione con New Model Label. Fuori dalla nostra provincia vantiamo la partecipazione al MEI 2013, live in giro tra Lazio, Marche ed Emilia Romagna, la partecipazione live in diretta a Radio Rock (Giugno 2015) e diverse recensione positive, tra cui quella di Rockit.

Il vostro sound attinge a piene mani da Pop/Rock e New Wave, presenta una ricerca di melodie ed atmosfere malinconiche. Come siete giunti alla creazione di questa formula?
Due sono state le strade principali. Eravamo in sei fino a poco tempo fa, ora siamo in cinque, e nel corso della nostra storia abbiamo sempre fatto in modo di rispettare i gusti e il background di ognuno di noi (tutti diversi tra loro) e cercare implicitamente dei compromessi per la convivenza civile e la creazione di qualcosa che piacesse a tutti. Che, poi, è la stessa cosa che se stai a pranzo con tuo zio che è un prete non bestemmi. Nell’ultimo periodo il lavoro di individuazione e di sistematizzazione delle influenze abbiamo cercato di renderlo un po’ più esplicito, attraverso anche degli schemi, ed è diventato, di
conseguenza, un po’ più consapevole.

Ci sono delle band che hanno contribuito a forgiare i re(Offender) così come li conosciamo oggi? Pensate di aver raggiunto il giusto equilibrio o siete sempre alla ricerca di nuove soluzioni?
Non band prese singolarmente, ma ‘clusters’ di band. E non sono ‘clusters’ definiti, oggettivamente e pacificamente individuabili. Crediamo siano freaks generati dalla sintesi personale dei propri riferimenti che ognuno di noi, in tutti gli anni passati con le cuffie alle orecchie ha meticolosamente quanto inconsapevolmente costruito.
Matteo: Quando si sono formati i R-O, c’erano il Cluster Luca, il Cluster Marcello, e il Cluster Giacomo (sembra tipo un titolo feudale inglese, o il nuovo tipo di calippo, e invece è solo una sorta di pseudoconcetto). E poi c’ero io: una tavola bianca che, quando ha sentito la prima canzone di quelli che sarebbero poi diventati la mia band, ha pensato: porca troia che meraviglia.

Il vostro terzo Ep ha ottenuto ampi consensi sia dalla critica che dal pubblico, voi siete soddisfatti dal lavoro che avete svolto? Cambiereste qualcosa con il senno di poi?
Soddisfatti. Non cambieremmo nulla. Crediamo che esprima quello che debba esprimere, una certa “tensione”, o roba così, uno stato che non è fermo eppure sembra non andare da nessuna parte: in una parola, un conflitto.

Nel corso della vostra carriera avete ottenuto diversi riconoscimenti e premi, sono serviti ad aumentare la vostra autostima e la sicurezza nei mezzi che avete a disposizione? Qual è stato quello a cui vi sentite maggiormente legati?
Più che i premi, sono i live, il pubblico, e gli amici, che ci rendono davvero felici. Non è una questione di autostima, perché l’importante non crediamo stia in dove arrivi, ma in chi sei.
Matteo: personalmente mi sento legato a un live in particolare, a Roma, quando a un certo punto suonare mi è venuto improvvisamente molto più naturale e mi sono gasato. Lì più che l’autostima è aumentata la sicurezza, portandosi dietro un bel po’ di felicità e lasciandosi definitivamente alle spalle un bel po’ di complessi.

Siete molto attivi anche in sede live, qual è stato il complimento più bello e la critica più costruttiva che avete ricevuto?
Matteo: il complimento più bello? Personalmente, un bacio sulla bocca (e per fortuna che non si è limonata pure gli altri). E la critica più costruttiva non so, sarà stata sicuramente sepolta nella valanga di autocritica post-ogni-beneddissimo-live. Ah, e so di un mio amico che ha scopato ascoltando il nostro EP. Nella classifica dei complimenti, è il secondo.

So che siete al lavoro su nuovi brani, a che punto siamo? Potete darci qualche anticipazione in merito alla nuova release?
Siamo a buon punto, ormai la saletta è automatizzata, facciamo pre -produzioni come se fossero merende. E siamo ciociari, quindi: mangiamo bene e tanto. Marcello soprattutto le mozzarelle di bufala. Un’anticipazione? uhm… vediamo… non usiamo più le bacchette ma la batteria spacca lo stesso.

Rimanendo in tema, come nascono i brani dei re(Offender)? Seguite un particolare percorso o vi affidate semplicemente all’estro? Dal momento che la vostra musica trabocca di emozioni, immagino che sia necessario un particolare stato d’animo…
L’idea di base delle canzoni a volte nasce in saletta, a volte a casa. Pochi confini puoi mettere a quell’idea. È un’istantanea, non un processo, dunque il concetto di “limite” probabilmente non può neanche essere coerentemente usato per essa a causa della sua stessa natura. La struttura, poi (l’armonia, la vastissima combinatoria di strofe e bridge e ancora strofe e forse i ritornelli e poi sì, le code, le code), quella sì che bisogna ragionarci. E cerchiamo di farlo tutti insieme, mai perdendo di vista ciò che ci interessa: una specie di ben precisa sensazione, e che arrivi di netto. Che poi essa passi per l’intelligibilità
strutturale o meno, non saprei dire. Ma i pezzi nascono così. Se hai tempo, e sei in casa, l’idea suona al citofono. Tu allora le apri, la fai accomodare e ti inventi qualcosa da dire. Da lì, tutto quello che nasce dipende solo da te.

Siamo giunti quasi al termine dell’intervista, prima di salutarci vorrei sapere quali sono i prossimi appuntamenti per la band e le scadenze che vi siete prefissati…
Stiamo arrangiando e portando a compimento nuovi brani. Abbiamo in lavorazione un video per la prima traccia del nostro ultimo EP, poi qualche passo intermedio (non possiamo svelare tutto), per arrivare infine, udite udite, a un album. Quando? Non lo so. Spero presto.

Bene ragazzi, vi ringrazio per la disponibilità e le ultime parole le affido a voi. Salutate i nostri lettori, nonché i vostri fans, nel modo che ritenete più opportuno. A presto!
Grazie a tutti, uno per uno. Grazie davvero. Credo che non lo dimenticheremo.