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Rockin’1000: dal diario secondo Lazz: “Oggi la Musica ha vinto”

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Rockin’1000: ovvero un evento che siamo sicuri farà parlare di sè più di quanto non abbia fatto rumore in questi giorni quando, 1000 musicisti si sono dati appuntamento a Cesena per intonare tutti insieme “Learn To Fly” dei Foo Fighters, girare un video ed inviarlo a Dave Grohl e soci per farli venire a suonare in Romagna.
Un’idea tanto folle quanto geniale. E la cosa bella è che l’esperimento è perfettamente riuscito.
Potremmo spendere fiumi di parole per raccontarvi com’è andata, ma preferiamo darvi un punto di vista diverso, ovvero di chi il Rockin’1000 l’ha vissuto da protagonista.
Il nostro uomo, reporter per l’occasione, è Marco Lazzarini, batterista dei piemontesi Lucky Bastardz. Genuino, veritiero ed estremamente coinvolgente il suo racconto (tanto che pensiamo di farlo lavorare per Metal In Italy!).
Questo il suo diario di bordo. Sono certa che in molti si ritroveranno nelle sue parole.

MARCO LAZZARINI:
Marco Lazzarini

La mia partecipazione al Rockin’1000? UN CASO.
Si, proprio così, per caso navigando su Internet mi è capitato di imbattermi nella pagina Facebook dell’evento. Rimasi colpito dal nome, decisi perciò di aprirla per scoprire di cosa si trattasse: “Mille musicisti tutti assieme per suonare contemporaneamente un pezzo dei FF, con l’obiettivo di creare un appello ed invitarli a suonare a Cesena?! Che spettacolo!”. Questo il mio primo pensiero.
‘Iscriviti per entrare a far parte della più grande rock band di sempre’, recitava una voce del sito. Per fare richiesta di partecipazione è sufficiente compilare un breve modulo e mandare un link video dove dimostri di essere in grado di suonare decentemente, dopodiché ‘se sarai selezionato ti contatteremo via mail’.
Qualche settimana dopo ecco la mail, dove mi viene comunicato che “ti abbiamo ritenuto idoneo a partecipare al Rockin’1000, CONGRATULAZIONI”.
La sera prima ho un concerto, il che vuol dire dormire una manciata di minuti e partire subito per essere a Cesena al mattino presto… levataccia non da poco. Sì, però suonerò assieme a 249 batteristi. E di fianco ad altrettanti chitarristi e bassisti… e davanti ancora lo stesso numero di cantanti… ci dirige un maestro d’orchestra… Quando mi ricapita? Io vado, ‘dormirò quando sarò morto’ (cit.)!
Risultato?
Una cosa iniziata totalmente per caso, diventata un’esperienza che non potrò mai dimenticare!

– Partenza, load in e prime impressioni:

Dopo un’ora scarsa di sonno, alle 5.30 circa di domenica mattina parto da Novi Ligure in direzione Cesena.
Con me una cantante, altra musicista ritenuta meritevole di partecipare all’evento: si tratta della bravissima Irma De Carli, singer in forza a LoreWeaveR e Diamond Beast, anche lei reduce da un concerto con queste ultime la sera prima. Inutile dire che siamo stanchi morti, ma l’atmosfera è ricca di entusiasmo e curiosità.
In poco meno di quattro ore arriviamo nella location che ospiterà ‘I Mille’: il Parco Ippodromo. Siamo in anticipo di una ventina di minuti rispetto all’orario di arrivo che ci era stato indicato, ma decidiamo comunque di dirigerci all’Accettazione e di cominciare a scaricare la batteria dalla macchina.
La prima cosa che noto è lo Staff: numeroso, accogliente, disponibile e sorridente.
Mi viene assegnato il numero di partecipazione ed indicato uno spazio contrassegnato all’interno dell’area, mentre alcuni volontari facilitano il trasporto del mio strumento grazie all’utilizzo di appositi carrelli.
Il Parco Ippodromo è un’immensa distesa d’erba, con qualche albero qua e là ed alcune colline artificiali. Nel bel mezzo una torretta alta circa sei metri, dove il Maestro dirigerà questa valanga di musicisti, che nel frattempo stanno arrivando a scaglioni e cominciando a piazzare ordinatamente il proprio strumento di fronte alla stessa. Ho subito la sensazione che la giornata mi regalerà parecchie emozioni, a giudicare dalla professionalità riscontrata dopo pochi minuti dal mio arrivo.
Alle ore 10.00 circa la mia amata bimba è pronta all’uso. Nel frattempo stanno per arrivare i bassisti, si attendono i chitarristi. Dopo un breve giro di perlustrazione decido di coricarmi un attimo sul prato, in una zona d’ombra.
“Chiudo gli occhi due minuti, mi riposo”. Li ho riaperti dopo un’ora e mezza.
lazz 3

– Le prove

Sono le ore 14.00, gli strumenti sono tutti piazzati e pronti all’uso.
Dei potenti microfoni panoramici sono presenti più o meno ogni dieci metri, mentre nell’area riservata ai cantanti ne troviamo un numero più elevato in apposite aste.
Per i chitarristi ed i bassisti, una ciabatta ogni tre metri ad alimentare ogni amplificatore. Non oso immaginare quanto tempo abbia portato via l’organizzazione di ogni singolo dettaglio, e sinceramente stupito mi dirigo verso la mia postazione.
Le strade fra Irma ed il sottoscritto si dividono, ci ritroveremo successivamente.
Ecco apparire il Maestro (il bravissimo Marco Sabiu) sulla torretta di fronte a noi, si presenta e ci saluta: lo prendo subito in simpatia per il suo modo di fare molto allegro e coinvolgente. Inoltre, da lontano, trovo in lui un’ incredibile somiglianza con Alex Skolnick, chitarrista dei Testament nonché uno dei miei idoli assoluti. La scoperta mi gasa da matti, sorrido e penso: “Cazzo, sto per essere diretto da Alex!”: mi pento di non aver portato il doppio pedale, anche se per la canzone risulterebbe inutile. Pazienza, spaccherò tutto lo stesso.
Simpatico il breve giuramento fattoci pronunciare prima di iniziare il tutto: Giuro solennemente di 1. Non suonare durante le pause 2. Non suonare più colpi di quelli strettamente necessari alla canzone 3. Andare a tempo e non a cazzo di cane.
Benissimo, ma per l’appunto, ora come diamine suoniamo tutti assieme?!
Ci vengono consegnate delle cuffie wireless, dove potremo ascoltare (e seguire) una traccia audio contenente il metronomo ed una versione midi della canzone. Il segnale, fatto partire dalla torretta, arriverà contemporaneamente a tutti i batteristi. Inoltre, sempre sulla torretta sono posizionati dei fari che si illumineranno a tempo del metronomo, in modo tale che chi avrà difficoltà a sentire avrà un ulteriore riferimento. “Che spettacolo”, penso: dai… proviamo!
Primo take, si sfiora il disastro: batteristi fuori tempo, passaggi presi in anticipo, troppi colpi. Insomma, per rimanere in tema di attualità, un bel bordello!!
Il Maestro prende in mano la situazione: la sua esperienza gli permette di individuare i punti da migliorare ed in poco tempo i risultati effettivamente si sentono, anche contando che, come prevedibile, è più che altro questione di abituarsi alla traccia ed al metronomo. Dopo 4-5 take, il sound risulta compatto e deciso.
Quasi non ci credo, sta riuscendo veramente.
chitarre1

Poi è il turno dei bassisti e dei chitarristi, con loro le prove sono decisamente più semplici: due sole take ciascuno per far sì che il sound risulti convincente. Nuove ripetizioni, stavolta assieme a noi batteristi. Momento divertente a seguito di una take: il Maestro invita i nostri colleghi dalle sei corde ad “alzare a manetta” il volume del proprio amplificatore, in quanto il suono viene nascosto dalle batterie. Risultato? Decine di chitarristi ad alzare le mani al cielo urlando, esultanti, roba che nemmeno quando Fabio Grosso segnò il rigore decisivo alla finale dei mondiali 2006… solamente per essere stati invitati ad alzare a manetta il proprio volume.
Noi batteristi ce la ridiamo di gusto.
E’ tutto stupendo, atmosfera ricca di divertimento, la sfida è importante e tutti noi siamo determinati a fare del nostro meglio per rendere l’evento più unico che mai.
Tocca agli amici cantanti, posizionati in due aree diverse, una principale e una denominata ‘cori’. Le cose si mettono subito poco bene: il gruppo centrale riesce a seguire il brano senza troppe difficoltà, a differenza di quello più laterale, la cui posizione svantaggiosa non permette un buon ascolto. Risultano così due enormi cori sfasati, e nemmeno di poco… urge trovare una soluzione. Viene proclamata una pausa di mezz’ora, durante la quale l’organizzazione provvederà a posizionare delle casse anche di fronte al gruppo laterale, ma siccome anche questa trovata risulterà poco efficace, ecco la soluzione definitiva: tutti davanti!! Non più due gruppi, bensì 250 cantanti tutti assieme nella stessa grossa area appena sotto la torretta. Decisamente la scelta più semplice e azzeccata che poteva esserci.
Durante la pausa ne approfitto per farmi un giro… e mi sembra di essere un bambino al parco giochi: solo batterie! Centinaia di batterie, una di fianco all’altra, ognuna coi suoi colori e le sue misure, i suoi piatti che, ai miei occhi, sotto quel sole brillavano come oro puro. Sono emozionatissimo!

 

batterie1
Riprendiamo con le prove, la ripetizione del brano arriva alla quindicesima e oltre, ogni take è migliore della precedente, e la confidenza con il proprio strumento aumenta di minuto in minuto. Il Maestro è soddisfatto, ci regala un applauso e un ulteriore mezz’ora di pausa.
Ci siamo, il momento è ormai giunto: registriamo!!

– Riprese audio

Alle ore 18.00 circa iniziamo le riprese audio, nel seguente ordine: prima solo i cantanti, poi tutti assieme. Due take per ciascuna ripresa.
Viene rinnovato l’invito ad attenersi esclusivamente alle parti della canzone, specialmente a noi batteristi: il sound ora più che mai deve risultare compatto, quindi niente tecnicismi fini a se stessi o sboronate da giocolieri, solo colpi secchi e decisi. E per una volta siamo tutti d’accordo.
1 – 2 – 3 – 4 e via. Solo in quel momento mi rendo conto di quello che sto facendo, di quello che stiamo facendo. Picchio sulla mia batteria come sempre, ma stavolta è diverso: mentre suono alzo lo sguardo e vengo inevitabilmente travolto da brividi. Intorno a me tantissimi batteristi, è incredibile il colpo d’occhio: movimenti quasi perfettamente coordinati fra loro, tutti uniti verso il raggiungimento dello scopo comune, bellissimo. Davanti a noi cantanti, che intonano il brano sotto forma di un grande coro, ai nostri lati i fratelli dalle sei e dalle quattro corde, alcuni composti e concentrati, altri travolti dal ritmo della canzone, ognuno con il suo modo diverso di interpretare la Musica, che mai come in questo momento mi sembra la cosa più bella che esista in questo pianeta.
Come fa la gente a vivere senza provare queste emozioni? Non lo so proprio, forse non lo voglio nemmeno sapere, perchè quello che sto vivendo e provando ora è qualcosa che a parole non potrà mai essere spiegato. Pelle d’oca, amici miei!

– Riprese video e appello ai FF

Sono le 19.00 e, come direbbero i rockers Bad BonesIT’S TIME TO ROCK!!
Si attivano i cameraman, vengono piazzate le GoPro, sopra di noi vola perfino un drone. La giornata si avvia verso la conclusione, siamo tutti stanchissimi, dai musicisti allo Staff, ma il buon Maestro sa come motivarci: “Ragazzi siete stati fantastici, vi chiediamo un ultimo sforzo: tirate fuori tutto quello che avete, siamo quasi alla fine, facciamo sì che si parli a lungo di tutti noi!”. Parole semplici, che mi colpiscono particolarmente, come credo abbiano colpito tanti altri.
Attorno all’area musicisti, appositamente transennata, si radunano decine e decine di persone, incuriosite dall’evento. Ora abbiamo anche il nostro pubblico!

batteria1
Siamo pronti, ecco la prima scena: il Maestro cammina lentamente sul prato, va verso la torretta. Sempre lentamente sale le scale, fino ad arrivare in cima. Si ferma e guarda verso il basso: 1000 (mille!!!) musicisti che lo fissano immobili, in un silenzio che pare surreale, in attesa solo di un suo gesto, quello che darà il via alle danze.
In un attimo, era già finito tutto. Alla fine dell’ultimo di sei take, la nostra carica ed entusiasmo han fatto si che la situazione sfuggisse leggermente di mano (in senso buono): completamente fuori programma, noi batteristi abbiamo cominciato ad ‘intonare’ il classico dei classici, uno degli intro più famosi del Rock, e tutto il parco risuonava di quel “Tum-Tum-Cià Tum-Tum-Cià” che rese i Queen immortali. Tutti intorno a noi a battere le mani a tempo, Staff e pubblico, gli altri musicisti urlanti alzavano il loro strumento verso il cielo, creando una cornice indescrivibile: difficilmente dimenticherò quel momento. Come difficilmente dimenticherò questa giornata, ideata da quel pazzo furioso che risponde a nome di Fabio Zaffagnini. Proprio quest’ultimo, visibilmente commosso, ha preso in mano il microfono, chiedendo alle persone presenti (musicisti e pubblico) di radunarsi intorno a lui per l’appello finale, quello che assieme al video della giornata verrà inviato alla band Americana come invito ufficiale. Poche parole in inglese, ma significative, il cesenate spiega come: “Tutti noi speriamo che il video di questa grande impresa arrivi a tantissima gente in tutto mondo, ma quello che vogliamo veramente è che arrivi in particolare a cinque persone: quindi Nate, Chris, Pat, Taylor e Dave, guardate quello che abbiamo creato per voi!!” e noi dietro, tutti quanti in delirio, per dimostrare un’ultima volta quanto abbiamo creduto in quest’impresa impossibile.

– Considerazioni finali

E’ stata la prima volta per me (e credo anche per altre 999 presone), quella di condividere un’esperienza simile assieme a così tanti musicisti. Devo dire che non sapevo bene cosa aspettarmi, il sospetto che fosse tutto un “famola alla meno peggio” e “minchia zio facciamo bordello” c’era eccome, invece… tutto organizzato alla perfezione decine e decine di VOLONTARI a spaccarsi il culo per una bellissima causa, musicisti accorsi da ogni parte d’Italia, clima di festa come pochi ne ho vissuti: ma perchè diavolo nessuno ci ha pensato prima?!
Complimenti e GRAZIE a Fabio Zaffagnini, complimenti a tutti quelli che hanno creduto il lui aiutandolo e supportandolo, siete stati spettacolari.
Il fatto che Dave e soci accetteranno o non accetteranno questo nostro invito al momento è irrilevante, perchè oggi abbiamo vinto. Abbiamo dimostrato quanto la Musica sia capace di unire centinaia di persone, quanto sia capace di portarci tutti in un mondo migliore, facendoci dimenticare di tutti gli sbattimenti personali: mai come oggi ho respirato e sentito dentro il concetto di NOI.
Tutti quanti. Insieme. Uniti per uno scopo.
Come disse il buon Nietzsche… Senza Musica la vita sarebbe un errore.