Il mondo dei talent show da sempre divide l’opinione pubblica: o si amano o si odiano. Al di là dei considerazioni personali però è indubbio che sono davvero pochi quelli che, una volta calato il sipario di qualsivoglia trasmissione, sono riusciti a restare sotto i riflettori e a dare continuità al proprio progetto musicale.
Probabilmente i motivo principali per cui il costrutto talent viene mal considerato sono 1) che si ha l’impressione che sia tutto preparato a tavolino e 2) che non sia il talento ad emergere ma solo lo spettacolo. C’è anche un terzo e non meno importante motivo: nei talent musicali vince la commerciabilità del prodotto, vince la logica delle vendite e del piacere alle masse.
E forse è anche per questo che l’underground e quella che viene considerata musica di nicchia prendono le distanze da questo mondo.
Accade però che le classiche eccezioni che confermano la regola si ripresentino anche in questo contesto.
Prendiamo Giacomo Voli. Diciamoci la verità: nel momento in cui il power metal che scorre nelle sue vene ha incantato una trasmissione televisiva alla ricerca della voce che sappia emozionare con sole-cuore-amore, vedendolo arrivare fino alla finale, un po’ di orgoglio lo abbiamo provato tutti.
Ed ora Giacomo si sta prendendo le sue soddisfazioni, prima da solista, poi con il Banco del Mutuo Soccorso ed infine anche con i Teodasia.
Nel 2015 la storia si ripete. Protagonista è Giò Sada. Partecipa ad un talent. E sticazzi? E’ bravo. Eccome se è bravo.
Giò canta in una hardcore/punk metal band: è la voce dei Waiting For Better Days. Viene anche lui dall’underground:
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Per un po’ accantoneremo quindi i pregiudizi sui talent show e un po’ di tifo lo fare per questo ragazzo che, vuoi o non vuoi, ha dato una scossa hard’n’heavy ad un programma lesso come XFactor, consci che a vincere sarà ancora una volta il “populismo”.
Non potendo intervistare Giò a poche ore dalla finale del programma, abbiamo raggiunto un musicista che con il cantante barese ha condiviso diverse esperienze musicali, il bassista dei Beerbong, Alan Salgarella:
Quando vi siete conosciuti?
Personalmente ci siamo conosciuti estate 2014 presso il Punk Rock Holiday di Tolmin in Slovenia, un delirio di musica punk rock, birra e baldoria, meraviglioso, ma attraverso altri gruppi, X State Ride in primis, ci eravamo già messi in contatto; io suono il basso nei Beerbong, gruppo di Gorizia nato nel 1995 e facciamo Hardcore melodico ( eh si.. siamo vecchiotti.. ) e lui suona coi Waiting For Better Days, gruppo di Bari vera-mente valido, più Hardcore punk; a livello umano ci siamo subito trovati. È veramente quello che vedete. Niente di meno, solo di più.
Perchè il progetto di fare un tour insieme non è andato in porto?
Finito il Punk Rock Holiday siamo rimasti in contatto per provare ad organizzare qual-cosa insieme, in italia od estero. Coi Beerbong ci siamo rimessi sotto con brani nuovi visto che eravamo fermi da un po’ per ragioni lavorative personali, ma nel mentre è ini-ziato questo incredibile viaggio di Giò ad X-Factor e quindi è rimasto tutto in un limbo. Gli auguro veramente il meglio e che non abbia un attimo di tempo per questo possibile tour insieme, ma spero sia solo un posticipare qualcosa che sarebbe veramente bel-lo fare, perché nella nostra realtà di musica elitaria, i tour sono parte vitale della vita artistica dei gruppi e dei loro elementi.
Credi che ora che lui è diventato un “personaggio famoso” potrebbe essere più facile organizzare i concerti?
Difficile da dire; mi spiego: è inutile che ti enunci in che situazione melodrammatica si trovi il nostro bel paese per quel che concerne live music e annessi, senza tenere in considerazione la difficoltà nel “vendere” il proprio prodotto musicale qualora non si tratti di musica “pop” o mero music business. Spero che la luce dei riflettori porti ad una sdoganalizzazione del genere, ma ne dubito. Il discorso cambia quando si parla dell’altro progetto parallelo che Gio e i WFABD hanno , tale Barismoothsquad, di altissimo livello anch’esso, ma molto più papabile per le grandi masse. Il punto è e dovreb-be essere uno. La buona musica dev’essere diffusa e fatta navigare il più possibile per far si che chiunque ne possa godere.
Parteciperesti mai ad un talent show?
Direi di no. È una realtà che non mi appartiene.