Con l’uscita di “Nulla è per caso” (leggi qui la recensione) gli 099 hanno ottenuto grandi consensi di pubblico e critica, perché hanno tirato fuori un album dalle mille sfumature, che fonde diversi stili per creare un crossover non solo musicale, ma anche culturale. Perché? Ne abbiamo parlato con la band…
Salve ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Iniziamo subito con le presentazioni: perché “con i piedi a Milano e con il cuore in Puglia”? Quali sono le principali tappe della vostra biografia?
Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per questa intervista e lo spazio dedicatoci. La semplicità di questa nostra frase è presto svelata: viviamo a Milano da diversi anni e, seppur sia la nostra casa, siamo sempre legati alla nostra terra nella quale torniamo appena possiamo. Lì abbiamo le nostre famiglie e gli amici di sempre e ovviamente le cantine nelle quali abbiamo iniziato a suonare insieme quasi tredici anni fa, anni indimenticabili!
099 deriva per caso da un prefisso telefonico pugliese? Come mai la scelta di questo nome?
Avete colto nel segno! 099 è proprio il prefisso telefonico della città di Taranto, luogo di nascita di quattro componenti della band. Abbiamo scelto questo nome sia per omaggiare la nostra città, sia per la semplicità.Si pronuncia “zero nove nove”, cosa che ci fa sorridere molto anche perché scherzosamente molti lo pronunciano enfatizzando la lettera “O” chiusa, marcando la nostra “pugliesità”!
“Nulla è per caso” è il vostro debutto discografico, prima di affrontarne tematiche e temi musicali, siete soddisfatti per il risultato finale? Quali i riscontri di pubblico e critica?
Sì, siamo molto soddisfatti del risultato: le undici canzoni che compongono il disco sono state scelte fra diciassette, ci siamo presentati davanti al produttore con ben sei canzoni in più ed è stato arduo lavorarle tutte e scegliere quelle che poi sarebbero entrate in lista. Siamo stati fortunati a lavorare con un team di eccellenza, tra i ragazzi dei Magnitude Studios e Titta Morganti, il nostro produttore, abbiamo trovato fantastiche persone, grandi musicisti e superbi conoscitori in ambito musicale che hanno perfettamente capito che tipo di disco, suoni e atmosfere desideravamo. Per quanto riguarda il riscontro di pubblico e critica, ad un mese circa dall’uscita, è ottimo. Abbiamo presentato il disco lo scorso 21 Marzo all’Honky Tonky di Seregno (MB), oltre al fatto che noi stessi ci siamo divertiti tantissimo, vedere la gente coinvolta ed elettrizzata già al primo live è sempre entusiasmante e ripaga qualsiasi sacrificio! Per quanto riguarda la critica, dalle recensioni vediamo che è trapelato bene quello che questo disco vuol trasmettere; al di là del genere, i testi che scriviamo sono molto importanti per noi e ci fa molto piacere che in tanti se ne siano accorti!
Nella recensione ho definito il vostro sound come “Metal, Rock, Rap, Swing messi insieme e frullati”, come definireste la vostra musica? Quali sono le fondamenta cultural-musicali che hanno contribuito a forgiare gli 099?
Questa è la domanda da un milione di dollari! In realtà forse non è necessario parlare di un genere vero e proprio: si parla di musica, di crossover senza dubbio. Ci affascina molto il fattore sorpresa, il passare dal metal ad un fraseggio swing, dal reggae ad un riff trash metal, il tutto seguito da una linea vocale cantabile e mai banale. So che vorreste citassimo le band che ascoltiamo singolarmente e alle quali ci ispiriamo, ma sarebbero veramente un’infinità ed alcune conosciute solo da pochi!
Ascoltando i brani emerge una forte dose di prorompente energia, tracce che rimangono ben a mente grazie ad un sognwriting meticoloso, dinamiche grazie alla commistione di stili, secondo voi quali sono i punti di forza di “Nulla è per caso”?
Qualcuno si è addirittura sbilanciato nel dire che un disco del genere in Italia non si sentiva da molto tempo, è chiaramente uno dei migliori complimenti ricevuti. Crediamo che uno dei punti di forza del disco sia non avere ancore. Abbiamo scommesso sulla libertà di composizione, sulle influenze di molti artisti nazionali ed internazionali, sia dalla parte strumentale sia da quella vocale, e abbiamo lavorato tantissimo affinché il tutto avesse una senso, poiché talvolta si rischia di esagerare e bisogna darsi una calmata! Un’altra cosa di cui andiamo fieri è il tipo di sound, cercato e voluto, che siamo riusciti a ricreare, quell’atmosfera che ricorda lo studio di registrazione, il suono del legno degli strumenti e non un suono che sia esageratamente metal(lico).
Dall’album avete tirato fuori il video di “Fuckin’ Tv”, come mai questa scelta? Si tratta comunque di un brano di “denuncia” nei confronti del mezzo televisivo…
Nel video abbiamo ironizzato prendendo di mira i mass media e la politica del terrore che spesso viene fatta nei confronti dello spettatore. Pensiamo che lo sconcerto maggiore arriva quando un’intera stagione televisiva viene basata su una serie di delitti i cui colpevoli non verranno mai presi e, se ciò accadesse, verrebbero messi sotto processo prima da tutte le emittenti. Ci fanno sorridere molto anche i programmi di cucina. A cosa servono tutti questi chef se non ci sono i soldi per fare la spesa?
Rimanendo in tema di testi, ho notato che sono molto curati e a tratti quasi poetici, come in “Il Mio Peso Non Basterà” (che ho particolarmente apprezzato). Quali sono i temi trattati? Ritenete che la musica possa essere un buon mezzo di comunicazione?
Disinformazione, teorie complottistiche e soprattutto l’eterna lotta tra uomo e natura: stiamo facendo proprio di tutto per distruggere questo pianeta, già pensiamo a dove fuggire in futuro ma nel frattempo siamo ancora qua e quando la natura si arrabbia lo fa con tutta la sua potenza annullando completamente il peso e l’importanza dell’essere umano. Nei testi trattiamo anche l’amore inteso come unione di corpo e spirito: se solo riuscissimo a capire che siamo veramente un’unica energia non ci verrebbe così facile fare del male l’un l’altro. Purtroppo il nostro ragionare sempre e solo come individui singoli non ci aiuta. La musica senza dubbio è uno strumento di comunicazione, come lo sono la pittura, la poesia e in generale tutte le forme d’arte. Ovviamente, nel caso della musica, chi la compone si gode tutto il processo che c’è prima del prodotto finito; scrivere e creare sono momenti incredibili ed emozionanti. Provare delle emozioni intense durante il processo compositivo ti aiuta a trasmettere un messaggio che sicuramente sarà percepito anche da chi ascolta.
Cantare in italiano pensate possa essere un limite? In riferimento alla possibilità di diffondere la vostra musica all’estero…
Di sicuro l’inglese è la lingua più adatta ad un certo tipo di musica ma per noi ha sempre rappresentato un grosso ostacolo. Comporre in inglese significa avere una conoscenza quasi madrelingua: è necessario pensare il testo e scriverlo direttamente in lingua, non basta tradurlo dall’italiano. Ci abbiamo provato ma non fa per noi, così abbiamo preferito scrivere a modo nostro inserendo, in alcuni casi, parti di testo in dialetto, questo è “il nostro inglese”. Noi ci auguriamo comunque di bissare il successo di Toto Cutugno e Pupo in Russia! Scherziamo ovviamente!!
L’album è stato prodotto da Titta Morganti dei Mellowtoy e registrato presso i Magnitude Studios di Seregno, come sono andate le registrazioni? Avete messo a soqquadro lo studio?
Cogliamo nuovamente l’occasione di ringraziare i ragazzi per lo splendido lavoro fatto per arrivare insieme alla realizzazione dell’album. Comunque no, lo studio è ancora intatto ma crediamo di aver finito in un mese la scorta di caffè di un anno intero! Il disco è stato prodotto da Titta Morganti, una persona genuina, un pozzo senza fondo di consigli e pazienza; non ha avuto problemi nel bocciare molte idee e rivalutarne altre senza mai snaturare il nostro sound. In due mesi di pre-produzioni chiusi in sala con lui, abbiamo cercato e creato insieme i suoni del disco: abbiamo provato diversi amplificatori, pedali, chitarre, affinché i diversi cambi di atmosfere potessero abbracciarsi armoniosamente. Speriamo che tutto questo lavoro venga sempre più ripagato, perché veder sotto al palco la gente cantare le canzoni assieme a te, è qualcosa di immenso, specialmente già nelle prime due date del tour.
Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che ci avete concesso, vorrei che lasciaste un saluto, un messaggio ai nostri lettori e ai vostri fans. A presto!
Metal In Italy è uno dei pochi siti che segue davvero le band e le news dall’underground fino al panorama internazionale. Siete dei grandi e siamo noi a ringraziare voi per lo spazio e l’intervista. Approfittiamo delle ultime righe per i saluti a tutti i ragazzi che ci seguono, a tutte le persone che lavorano dietro le quinte, i grafici, fotografi, video maker, l’ufficio stampa, management, booking e la discografia.
È da poco partito il nostro tour promozionale a supporto dell’album “Nulla E’ Per Caso”, vi diamo appuntamento sotto il palco e al banchetto per quattro chiacchiere ed una birra!
Ciao a tutti!