Cominciamo con la notizia del giorno: la prevendita dei biglietti per assistere ai concerti italiani dei Dream Theater in occasione del 25esimo anniversario di “Images & Words” è già andata sold out. Dal profilo ufficiale della band apprendiamo che sono rimasti solamente i vip tickets.
Speriamo che i bagarini non c’entrino e che si sia trattato solamente di un desiderio incontrollabile di sentire l’intero “Images & Words” dal vivo…
Ed è proprio da qui che partiamo per la stesura di questo articolo.
Tutto è nato da una considerazione social fatta da un musicista, fan dei Dream Theater, che commentava con un pizzico di nostalgia la notizia del tour per i 25 anni di “Images & Words”. L’autore del post in questione è Andy Vergori, tastierista, tra gli altri, dei Wheels Of Fire, fan dal 1992 di LaBrie e soci. In pratica, quello che sottolineava Andy è che dopo 25 anni riproporre uno degli album, se non l’album principale della discografia dei DT, senza Portnoy e senza un LaBrie con la voce di un tempo, poteva sembrare una scelta azzardata.
Abbiamo così cercato di capirne di più chiedendo ad alcuni musicisti fan dei Dream Theater quanto segue:
1) Non essendoci più Portnoy alla batteria e constatando che LaBrie non ha più la voce di 20 anni fa, ha senso riproporre live quello che è considerato il loro album più bello?
2) A fronte di quella che sarà la risposta alla domanda precedente, andrai a vederli?
Questa la risposta più articolata di Andy Vergori:
Ci tengo a fare una piccola introduzione per far capire il mio approccio storico ai Dream Theater.
Li seguo dal 1992 e lì ho conosciuto comprando per caso la cassetta di “Images & Words”. E’ stato un colpo di fulmine e nel 1995 li ho visti per la prima volta live al Palaghiaccio di Varese.
Essendo un amante dei Fates Warning e affini i Dream Theater sono diventati subito una della mie band preferite e con l’uscita di “Awake” li ho proclamati LA mia band preferita.
Il primo motivo del mio disappunto è che dopo “Awake” James Labrie ha avuto quel brutto incidente alle corde vocali per cui, oggettivamente, non è più stato in grado di cantare nello stesso modo, pur rimanendo un grande frontman. Perché riproporre PER INTERO un album da lui potenzialmente impossibile da cantare ora? Alla fine riuscirà a farlo limando gli acuti ma dato che neanche la qualità della voce è la stessa, sinceramente non sono sicuro di volerlo sentire.
Parlando invece a livello strumentale la band ha perso il suo ingranaggio più importante (oltre a Petrucci) cioè Mike Portnoy. Non si parla di un batterista bravo, si parla del “batterista dell’anno” negli ultimi 15 anni, praticamente un misto di sudore e tecnica. A quei tempi i Dream Theater erano sudore e tecnica. Ora sono solo tecnica.
Un’altra cosa che mi disturba è la sfera tastieristica. Jordan Rudess è indubbiamente una specie di dio delle tastiere ma parliamoci chiaro, la musica non è solo quello. Se ora penso agli assoli più belli di tastiera dei Dream Theater mi vengono in mente “Pull Me Under”, “Take The time”, “Metropolis”. Sono assoli cantabili, belli da sentire, non mirati a “dimostrare qualcosa”.
Tutto questo per dire che I&W senza Portnoy e Moore sarà un po’ senz’anima. Sicuramente tecnica spettacolare, tutto preciso, magari anche riarrangiato, ma non sarà veramente I&W. Poi è un mio parere, condivisibile da tanti della vecchia guardia e sicuramente meno dai nuovi fans.
Questo mio discorso non vuole togliere valore alla band attuale ma semplicemente contestare quella che per me rimane una pessima idea.
Alla tua domanda “se andrò a vederli” rispondo con una domanda a me stesso: Andy, vuoi andare a vedere la band che hai amato più di tutte fare la cover band di se stessa? No, non credo”.
Altro grande fan dei Dream Theater è Marco Lazzarini, batterista di Secret Sphere e Lucky Bastardz. Lazzarini, lo ricordiamo, per Metal In Italy ha intervistato Mike Mangini e ci ha raccontato, capitolo per capitolo, “The Astonishing”.
– Mike Mangini: “Quel momento in cui Petrucci mi ha detto “Ti amo, grazie”
– Dream Theater: l’analisi di “The Astonishing” pezzo per pezzo by Lazz
Dice Lazz:
Credo che sia impossibile dare un parere che possa essere universalmente accettato e condiviso di fronte ad una questione come questa. Le considerazioni/critiche che ho letto sui social sono sicuramente corrette: LaBrie non è più quello di un tempo, mancano due membri fondatori che contribuirono entrambi alla stesura di I&W (Portnoy e Moore), tutto vero e sacrosanto. Siamo di fronte ad una band che non è più la stessa di 25 anni fa, ma questo è un fatto normalissimo e (anzi!) sarebbe stato casomai assurdo il contrario. Io però, in tutto ciò, riesco a leggere soltanto… “Images & Words”. Un capolavoro inavvicinabile, forse l’unico album della band americana che ancora oggi riesce a mettere tutti d’accordo. Riproposto per intero dal vivo! Un occasione che molti, moltissimi fans non hanno mai potuto cogliere per motivi prettamente logistici: c’è chi nel ’92 era appena un adolescente… e c’è chi nel ’92 non era ancora neanche nato! Questo, per me, è semplicemente un regalo a tutti i loro, a tutti noi. Esiste la possibilità che la performance dell’attuale formazione dei DT sarà talmente scandente da ‘infangare’ la memoria di un album perfetto? E dall’altra parte, esiste la possibilità che più di uno spettatore rimanga colpito ed emozionato nel vedere i tre superstiti di quell’album, ormai cinquantenni, dare l’anima sul palco nel tentativo di rievocare quell’atmosfera che in alcuni brani, ancora oggi, fa venire la pelle d’oca?
Le possibilità ci sono entrambe, per carità… ma io credo molto di più alla seconda!
Andrò a vederli?
Assolutamente sì!”
Di batterista in batterista, con lo stesso amore smisurato per i Dream Theater. Ecco cosa ne pensa il drummer dei De La Muerte, Luca Ciccotti:
Sempre più band festeggiano l’anniversario dei loro vecchi album celebrandoli in concerti. Per una band che ha saputo cambiare la storia del Rock-Progressive già al secondo lavoro/capolavoro discografico penso sia necessario oltre che doveroso. I&W penso sia uno, se non addirittura, l’album più apprezzato della band, e riportarlo integramente sui palchi penso che sia molto utile per incrementare il pubblico ai loro live, quindi non nego che potrebbe essere anche una scelta commerciale.
Personalmente penso che nonostante gli anni passati i vari cambi di line-up questi concerti debbano essere visti come regali ai vecchi fan come me, e di certo non perderò l’occasione di godere di questo tuffo nel passato!”
Tocco femminile alla discussione. Altra grande fedelissima dei DT è la bassista degli Starsick System, Valeria Battain che commenta così:
“Images & Words” è uno dei primi album che ho amato alla follia, oltre ad essere uno dei primi dischi che mi ha fatto avvicinare all’ambiente “metal”, e lo considero da sempre uno di quei capolavori che vanno ascoltati e da cui imparare sempre.
Sono certa che la stessa band sia consapevole che oltre ad essere un classico del genere è quell’album che tutti i loro fans (e non solo i fedelissimi) apprezzano maggiormente (potrei aprire il capitolo “Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory”, ma magari lo riserviamo ad un altro anniversario ;D ).
Senza malizia quindi posso dire che capisco la decisione di riproporlo interamente, come in effetti avevano già fatto nel 2007 (mi ricordo il Gods of Metal di quell’anno dove ho assistito a questa piacevole sorpresa, o forse ero l’unica a non saperlo! haha); d’altra parte devo dire che ho guardato a questa scelta come un’ottima operazione di marketing e riavvicinamento della parte più “old” dei loro seguaci. Premetto che non sono una fan degli ultimi lavori in casa DT, e che per me rimangono perle i loro album storici, e capisco quindi molto bene quanto possa creare scalpore il riproporre un disco così “sentito” senza Portnoy (e direi senza Moore anche). Non voglio commentare le capacità vocali di LaBrie, è vero che non ha probabilmente la stessa vocalità che aveva nel ’96, però sono appunto passati 20 anni e beh insomma gliene darei anche atto, senza contare che il tempo passa per tutti. Probabilmente sì, celebrare un disco così bello senza due dei membri che lo hanno reso tale ha poco senso, ma se guardiamo al mercato musicale in questo preciso istante molte sono le Reunion che ci vengono proposte e a cui forse mancano membri storici (i Guns?) o che forse sono solo scelte di mero marketing.
Credo che personalmente ognuno di noi possa giudicare questa “mossa” come quello che è in evidenza dei fatti, però questo non mi toglie lo stesso il pensiero che sia un disco eccezionale e che personalmente andrei (uso il condizionale solo per eventuali impegni musicali personali) a vederli alla data più vicina, magari non apprezzerò le cose più recenti, e magari non avrò la stessa sensazione nostalgica legata ai brani più vecchi, ma, finchè posso, la voglio sentire live la musica che mi piace.
Un po’ fuori dal coro, la posizione di Marco Stanzione, cantante dei Brand New Punch e collaboratore di Metal In Italy:
A parere di chi scrive I&W non è il miglior album dei DT: è un disco stratosferico, un capolavoro superato solo da quello che è stato l’ideale seguito “Metropolis Pt.2”. Tuttavia I&W ha fatto scoprire i DT in tutto il mondo, ci sono canzoni che hanno segnato un’epoca, classici che fanno accapponare la pelle ogni qual volta li si sente live. Allora dov’è il problema se invece di due o tre pezzi lo eseguono per intero? E’ un disco talmente importante che vale la pena di essere ricordato, festeggiato e celebrato. LaBrie non è più lo stesso? Pazienza, sono pezzi cantati da lui, registrati da lui e solo lui sa come cantarli con la voce che si ritrova adesso. Portnoy non c’è più? Pazienza, Mangini non è l’ultimo arrivato e ormai è nei DT da più di 5 anni. Ancora a parlare di Kevin Moore? Grandissimo per carità ma Rudess ha passato più anni lui nei DT che qualsiasi altro tastierista. Insomma secondo me è un’occasione da non perdere. Ma in questo mondo ci si lamenta di tutto e non va bene più niente. Lunga vita ai DT.