Home Interviste HelSlave: “Non amiamo le mode e guardiamo al passato con nostalgia”

HelSlave: “Non amiamo le mode e guardiamo al passato con nostalgia”

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Un album è come un figlio… O viceversa… Quel che si vuole evidenziare è il fatto che dopo tanti sforzi, l’emozione di avere tra le mani qualcosa di TUO è indescrivibile e quindi la si paragona alla gioia più grande.
Ecco perché gli HelSlave, Death Metal band della Capitale, descrivono con tanto ardore “An Endless Path”, l’album che li sta facendo conoscere ad un grande pubblico e al quale noi di Metal In Italy siamo particolarmente legati perché la partnership ci ha portati direttamente sul loro CD (Metal In Italy consiglia: “An Endless Path” degli Helslave – QR code sul CD).
A loro è dedicata questa intervista.

Ciao ragazzi, benvenuti su Metal In Italy. Voi siete una band giovane, anche se in attività dal 2009, appena giunti all’esordio discografico sulla lunga distanza, vorrei che vi presentaste ai nostri lettori con qualche cenno biografico.
Ciao e grazie. Siamo gli Helslave e veniamo da Roma, come hai detto tu ci siamo formati nel 2009. Io all’epoca suonavo con degli amici un po’ a tempo perso, nel momento in cui ho deciso di formare una band vera e propria e di comporre materiale originale mi sono messo in cerca di un cantante e una volta trovato Daniele si può dire che siano cominciati gli Helslave. Abbiamo pubblicato un demo di tre pezzi nel 2013 “Ethereal Decay”, e adesso siamo finalmente arrivati al primo album. Nel corso degli anni abbiamo avuto diversi avvicendamenti nella line-up che ci hanno un po’ rallentato, diciamo che del nucleo originario siamo rimasti solo io e lui, ma adesso siamo finalmente riusciti a trovare una formazione stabile con l’ingresso nella band di Lorenzo e Francesco, rispettivamente alla chitarra e alla batteria.

Entriamo subito nel vivo dell’intervista: “An Endless Path” (la recensione) è uscito da poco, siete soddisfatti del lavoro svolto? Anche se non è questa la vostra prima release, che sensazione avete provato nel vedere il frutto dei vostri sacrifici prendere forma?
La stessa sensazione che si prova ad avere un figlio! Scherzi a parte, non c’è dubbio che vedere realizzati concretamente i propri sacrifici, l’impegno e la dedizione e, perchè no, anche i tuoi sogni è qualcosa di cui andare fieri, qualcosa che ti dà entusiasmo per andare avanti.
Lavorare poi in uno studio rinomato come gli Outer Sound Studios a fianco ad un’icona del metal nazionale come Peppe Orlando non poteva che renderci orgogliosi e soddisfatti del prodotto, oltre al fatto che siamo usciti dallo studio migliorati come musicisti.

Purtroppo io non ero presente, ma so che il vostro concerto il 22 Maggio al Traffic di Roma è stato un successo, ho letto molti commenti positivi… più di qualcuno ha sottolineato il fatto che dei ragazzi giovani come voi siano riusciti a scrivere un album 100% Death Metal. Com’è andata quella serata? Che responsi state ottenendo in generale da chi ha ascoltato “An Endless Path”?
Siamo un gruppo giovane, ma per metà non proprio giovanissimo da non avere un solido background musicale da cui attingere.
Abbiamo semplicemente scritto un album che noi per primi vorremmo ascoltare e che contenesse tutti gli elementi che ci piacciono del melodic death, l’alternarsi di riff aggressivi e melodia sono una costante in ogni brano.
Per quanto riguardo la serata del Traffic con gli Eyeconoclast, il riscontro avuto è andato anche oltre le nostre aspettative, siamo rimasti davvero colpiti dalla partecipazione dei presenti molti dei quali ci sentivano per la prima volta. Questo ci ha resi ancora più impazienti di far sentire la nostra musica e fortunatamente la risposta all’ascolto del disco sta aderendo alle nostre aspettative.

Il vostro sound è sì moderno, ma se ne frega delle mode del momento e tira dritto scagliando martellate dall’inizio alla fine. Come siete riusciti a raggiungere questo risultato? Ci sono delle band che hanno influenzato particolarmente il vostro modo di comporre?
Direi che il risultato è conseguenza del fatto che noi per primi siamo persone che non amano le mode e non hanno alcuna intenzione di cavalcare qualche onda del momento, anzi direi che per lo più guardiamo al passato, quasi con nostalgia, quando si faceva musica per vocazione e passione, e non c’era internet da usare come vetrina.
Di nomi che hanno influenzato il nostro modo di comporre potremo fartene a bizzeffe, diciamo che il riffing attinge quasi interamente dalla scena death e melodic death svedese, che è la fonte di ispirazione primaria. Poi cerchiamo di rendere la proposta un po’ più personale e c’è quindi spazio per contaminazioni varie, ma è un processo molto spontaneo, se un riff o un arrangiamento ci piace e si lega bene col resto allora viene utilizzato e il brano prende forma.

Sebbene abbia apprezzato tutti i brani, vorrei soffermarmi sulla traccia “Helslave”. Ritenete che possa essere il “manifesto” della band? Cosa rappresenta il termine “Helslave”?
Helslave è in assoluto il brano piu vecchio del cd, credo risalga addirittura al periodo in cui il gruppo si stava formando. L’abbiamo scritto quando eravamo ancora in una fase embrionale e componevamo seguendo le varie influenze del momento piuttosto che ispirati da un’idea ben precisa di sound, quindi no, non lo definiremo il “manifesto”della band attuale.
Sicuramente è ben udibile la componente melodica di scuola Amon Amarth riscontrabile anche in altri pezzi successivi, e deve il suo nome all’immaginario della mitologia nordica di cui siamo appassionati e alla quale ci ispiravamo agli inizi. Hel è infatti la divinità degli inferi norrena, alla quale abbiamo aggiunto la parola “slave” semplicemente perchè ci piaceva l’idea e come suonava.

Voi siete attivi dal 2009, vi siete da sempre dedicati ad un’intensa attività live, nel corso di questi anni come è cambiato il vostro modo di fare musica? Ci sono delle differenze rispetto all’ep “Ethereal Decay”?

Possiamo dirti che andando avanti con gli anni e acquisendo esperienza siamo diventati più consapevoli dei nostri mezzi e di come vogliamo suonare, abbiamo sicuramente le idee piu chiare adesso, di conseguenza siamo anche più esigenti durante la scrittura dei pezzi rispetto al periodo di “Ethereal Decay”.

Rimanendo in tema live, avete condiviso il palco con band quali Asphyx, Possessed, Havok, Forgotten Tombs ed altri; c’è qualche concerto che ritenete sia stato più importante per la vostra crescita artistica?
Con le band che hai nominato abbiamo condiviso il palco nel luglio scorso in occasione del Metaldays in Slovenia. E’ stata la nostra prima esperienza all’estero e in un contesto più professionale di quelli a cui eravamo abituati, un palco enorme con un sound al limite della perfezione, e tanta gente da tutta Europa pronta a supportarti senza neanche averti mai sentito nominare. Decisamente la nostra esperienza live migliore e speriamo un punto di partenza per altre esperienze del genere future.

Potrebbe sembrare una domanda stupida, magari poco “true” e sentimentale… ma cosa vi spinge a fare musica? Quali sono le sensazioni che provate nel salire sul palco e vedere il pubblico “godere” della vostra performance?
J: Nel nostro caso direi assolutamente che la spinta primaria è la passione. Non potrebbe essere altrimenti visto che come la quasi totalità delle band underground sono più le spese e i sacrifici che i guadagni, ma il condividere la tua musica e le tue emozioni con gente che ti apprezza ripaga ampiamente dei sacrifici fatti. Poi al di la del discorso del guadagno, per me la musica e in particolare il death metal sono una valvola di sfogo dove incanalare tutti i sentimenti di rabbia e delusione che possono scaturire dalla vita di ogni giorno e dai rapporti con le persone, quindi diciamo che non potrei farne a meno.
D: Beh io sono un sentimentale nato quando si parla di musica… personalmente è qualcosa che mi rende completo, qualcosa che mi permette di esperimermi al meglio, cosa che faccio attraverso nostri testi. Poi è chiaro che andando avanti con un progetto serio e ben chiaro in mente, diventa un incentivo anche cercare di lavorare sodo per poter vivere di musica e girare il mondo in tour suonando sui palchi di un certo calibro. E’ per questo che giorno cerchiamo di dare il massimo affinchè si possa raggiungere questo obiettivo comune.

Il vostro primo ep è stato autoprodotto, mentre per “An Endless Path” vi siete affidati alla Revalve Records, come mai questa scelta?
Come ogni band che cerca di farsi conoscere la ricerca di una label che diffonda e venda la tua musica è fondamentale, abbiamo proposto il nostro EP “Ethereal Decay” a diverse etichette sia italiane che straniere. La proposta della Revalve Records è stata quella che ci è sembrata più congeniale alle nostre idee ed esigenze.

Siamo quasi alla conclusione di questa intervista, non posso non chiedervi quali siano i vostri progetti per il futuro. Ci sono delle date da tenere a mente? Avete intenzione di produrre anche un video per promuovere l’album?
Progetti per il futuro… beh senza dubbio promuovere il disco e farlo arrivare a quante più persone possibili utilizzando internet e suonando dal vivo, specialmente fuori dalla nostra città e anche all’estero se ci sarà occasione.
Inoltre abbiamo in programma di realizzare il primo video clip ufficiale e di iniziare da subito a comporre materiale nuovo…sarà un anno carico di lavoro e speriamo di soddisfazioni.

Vi ingrazio per il tempo che mi avete concesso, a voi le ultime parole per concludere l’intervista. Lasciate un messaggio ai nostri lettori…
Grazie a voi dello spazio concesso… Potete trovare ogni informazione relativa ad eventi futuri, news e merchandise sulla nostra pagina Facebook. Supportate e diffondete…. STAY DEATH!