Un disco dalle mille sfumature quello dei Frustration, le cui sonorità schizofreniche rispecchiano in pieno il titolo “Humanity Through The Madness”.
Si tratta di un lavoro prodotto interamente dalla band e presenta diversi limiti dal punto di vista sonoro che vanno ad inficiare la resa finale. Ogni strumento è riconoscibile, a partire dalle chitarre ruvide ed abrasive nelle distorsioni, passando per il basso abbastanza corposo ed onnipresente, la batteria martellante e la voce cavernicola. Purtroppo però dall’ascolto in cuffia emerge chiaramente una mancanza di solidità delle sei corde, che in diverse occasioni appaiono slegate tra loro, così come la batteria non gode di un suono potente al punto giusto.
Sicuramente questi aspetti negativi, ma perfettibili, possono rientrare nell’ottica di uno stile sporco ed irriverente, che fonda le proprie basi nel Rock a la Motorhead, con uno sguardo rivolto verso le atmosfere lugubri dei Black Sabbath e sfuriate Black Metal oriented, abbracciando il tutto in una morsa letale di puro metallo. L’intenzione di creare qualcosa di non facile catalogazione è stata in parte raggiunta, segno che il combo di Campobasso si è impegnato molto nella ricerca di uno stile che possa permettere un riconoscimento immediato.
Ogni traccia racchiude al suo interno buoni spunti, a partire dall’opener “Doom Of Life” che alterna parti veloci e pestate con passaggi cadenzati e dall’incedere maestoso, lasciando anche spazio per qualche riff dal sapore decisamente Southern. I Frustration non si fanno mancare nulla, sono presenti infatti anche richiami al Punk, come testimonia “Endorphin Madness”, brano dai ritmi sostenuti e decisamente in-your-face. Tra le altre da citare “My Demons” ed “Ace Of Wands”, per le atmosfere infernali che riescono a dipingere, e prima della chiusura con l’outro “Reflections”, “Cemetery Of Souls” schizofrenica e funerea allo stesso tempo.
“Humanity Through The Madness” presenta diverse pecche, ma è da premiare lo sforzo dei Frustration per aver cercato di dare un’impronta personale al proprio sound, così da non essere etichettati come la solita band fotocopia di mille altre. Consiglio loro di lavorare sulla coesione, in particolar modo delle chitarre, sui suoni che necessitano di una cura maggiore.
