I Simple Lies sono dei vulcani in continua eruzione, la loro musica è un concentrato di energia allo stato “Rock”, ma non disdegnano linee melodiche accattivanti. Abbiamo parlato con la band subito dopo l’uscita dell’album “Let It Kill” (qui la recensione).
Ciao ragazzi, benvenuti su Metal In Italy. Come state? “Let It Kill” è appena uscito, a che livello è l’adrenalina nelle vostre vene?
Lello: E’ una sensazione fantastica, tanti anni di lavoro finalmente hanno preso forma, ci sentiamo carichi come dei bambini sulle montagne russe, siamo su di giri e vorremmo che la corsa non finisse mai, per fortuna siamo appena saliti a bordo.
Ascoltando l’album devo dire che la componente adrenalinica è ben presente in ognuna delle tracce, ma non vi concedete mai un momento di riposo? Preferite tenere l’acceleratore sempre schiacciato a manetta?
Alby: Assolutamente mai, fermarsi noi? Nah.. Sicuramente sappiamo dare il meglio di noi con l’accelleratore ben premuto e credo sia proprio questo il nostro punto di forza: per tutta la durata del disco vogliamo far “saltare” il nostro ascoltatore e lasciargli un chiaro ricordo attraverso i ritornelli melodici che ci caratterizzano sin dal primo album. Se si addormenta prima della fine vado a stringergli la mano.
Nella recensione ho scritto che non è necessario essere degli innovatori per dar vita ad un album interessante e ben fatto, voi siete un fulgido esempio di ciò. Siete d’accordo con me?
Ash: Certo che si, i nostri brani non nascono mai dall’idea di voler fare qualcosa di nuovo e innovativo a tutti i costi. Noi vogliamo fare buona musica, che soddisfi innanzitutto le nostre orecchie e poi quelle dei potenziali ascoltatori. Se ci rendiamo conto che un brano è nato ed è stato sviluppato secondo gli “standard” dei un genere di riferimento e questo ci soddisfa di certo non ci mettiamo a rivoluzionarlo in nome dell’innovazione. Non sentirete mai un assolo di oboe in un nostro pezzo, a meno che non ci stia bene! E’ anche vero che noi cerchiamo comunque di avere una nostra identità musicale e che non vogliamo imitare nessuno ne tantomeno essere cloni di una band in particolare, fino ad ora nelle recensioni gli addetti ai lavori ci hanno affiancato alle band più disparate, Skid Row, Edguy, Hardcore Superstar, Black Label Society, Alter Bridge, Motley Crue eccetera, tutte band molto diverse tra loro, questo significa che non abbiamo seguito un copione compositivo e questa per noi è già una grande soddisfazione.
Come sono nati i brani dell’ultima release? Quanto tempo avete impiegato per la fase compositiva?
Alby: Ci sono voluti tra una cosa ed un’altra quasi 2 anni di scrittura: non è mai facile prendere esattamente una direzione musicale al giorno d’oggi se non si vuol essere la copia della copia.. Abbiamo utilizzato lo stesso metodo di lavoro del precedente cd: la parte musicale parte principalmente da me, dopo di che, confrontandomi con gli altri troviamo il giusto equilibrio del singolo pezzo, ed infine Rubbo crea testi e melodie. I vari brani sono spesso nati quando non avevo la chitarra in mano o quando in sala prove scherzavamo tra di noi in pausa ed allora via di corsa a registrare la nuova parte che mai ti saresti immaginato fino a due secondi prima. Del resto arriva sempre quel momento propizio per un giusto riff di chitarra, ma quando meno te lo aspetti!
“Let It Kill” è il secondo album, quanto c’è del vostro passato nei Simple Lies di oggi? E soprattutto… da quali band vi sentite maggiormente influenzati?
Rubb-0: Del nostro passato in realtà c’è molto, non ci piace pensare al nostro passato come qualcosa di lontano e staccato da noi. I Simple Lies del 2015 suonano così perché i Simple Lies del 2010 suonavano in un altro modo. Abbiamo fatto il percorso che fanno tutte le band che arrivano al secondo disco, abbiamo studiato, abbiamo ampliato i nostri orizzonti a livello di ascolti e abbiamo cercato di imparare il più possibile dagli errori commessi. Certo “Let It Kill” è diverso dal suo predecessore, ma senza “No time to waste” e le esperienze che abbiamo vissuto grazie a lui non saremmo mai riusciti a scrivere il nostro ultimo album! Come gruppi faccio fatica a darti uno o due nomi, Alby, il chitarrista e principale compositore ha ascolti che vanno da band death melodiche come gli In Flames ai Black Label Society fino alla musica classica, Lello e Ash ascoltano molto rock e metal classico come Thin Lizzy, Black Sabbath e affini, Zak, il batterista, è più legato all’hard rock degli anni ’80 mentre io per le mie linee vocali spazio molto, posso tranquillamente dirti che per questo disco Caparezza è stato più influente su di me che Bruce Dickinson o Sebastian Bach!
Non ho avuto mai il piacere di assistere ad un vostro live, ma a giudicare dalla carica dei brani, immagino che siate dei veri e propri “animali da palco”, non è vero?
Zak: Ad ogni show cerchiamo sempre di dare il 100% sia musicalmente sia dal punto di vista dell’impatto scenico. La nostra musica molto carica è la conseguenza dei nostri caratteri: siamo 5 persone legate da un’ottima amicizia che adorano suonare,intrattenere e far sudare il pubblico. La nostra dimensione perfetta è il palco e siamo noi in primis a divertici come matti, anche perché se manca il divertimento e la voglia di party, è inutile suonare in una rock band. Ad ogni modo,Stefano, speriamo di vederti presto sotto il palco a fare headbanging insieme a noi!!
Recentemente avete anche aperto per gli Angra a Pinarella di Cervia, ma non si tratta dell’unica esperienza con dei big del panorama Metal…com’è stata questa esperienza e soprattutto con quali acts avete condiviso il palco in passato?
Zak: Condividere il palco con i big del panorama metal è davvero un’esperienza sensazionale. Aiuta,senz’altro, a crescere tantissimo perché si viene catapultati nel mondo professionale della musica. L’esperienza piu’ bella che porteremo per sempre nel cuore,pero’, è stata quando abbiamo aperto per gli Skid Row l’anno scorso a Milano. Sono sempre state una delle nostre band preferite e suonare insieme a loro è stato un sogno divenuto realtà. Tra l’altro, sono persone ottime,gentili e disponibilissime compreso il loro tourmanager. Abbiamo trascorso tutta la giornata insieme a loro nel backstage a parlare,ridere,scherzare e fare foto. Finito il nostro show,sono entrati nel nostro camerino Scotti Hill e Rachel Bolan a farci i complimenti. Inutile dire che eravamo emozionatissimi!!
A settembre vi aspettano tre date, la prima il 18 all’Alchemica di Bologna per il release party. State preparando qualcosa in particolare per i vostri fans?
Certo che si, sarà un live molto intenso e un po’ “sopra le righe” ma non vogliamo ancora svelare niente…L’unico modo per sapere cosa succederà sarà essere presenti!
In che modo verrà supportato l’album? È uscito anche un videoclip qualche giorno fa…
Rubb-0: Eccome! Il 16 settembre è uscito il video di “A-MEN” (guarda il video), secondo singolo estratto dall’album. Siamo soddisfatti al 1000% del video, ci siamo affidati a Filippo Cinotti di VM Multimedia che si è rivelato un professionista veramente affidabile, competente e scemo quanto basta per andare d’accordo con noi! Stiamo puntando molto su questo singolo, tanto che abbiamo anche dedicato parte del merchandise a quest’ultimo. Sarà stampata una canottiera con la grafica di “A-MEN” e molto probabilmente anche un articolo un po’ più insolito di cui ora non posso rivelare nulla…
Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato. Lascio a voi il compito di concludere l’intervista lasciando un messaggio ai nostri lettori. A presto!
Lello: Innanzitutto grazie alla redazione di Metal In Italy per questa intervista e per le ottime parole spese nella recensione! Concludo dicendo a tutti i lettori che è nostra intenzione riuscire ad arrivare in tutte le zone in cui non siamo ancora riusciti a suonare quindi di certo non mancheranno le opportunità per vederci live!
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Grazie mille a tutti, ci si vede presto in giro!