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Mastribes: “Shake Boom Tequila” – Recensione

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Tre brani, il succulento antipasto per un full length che arriverà con il nuovo anno. Con queste premesse i partenopei Mastribes ci presentano l’Ep “Shake Boom Tequila”, ovvero un concentrato di Sleaze Rock a stelle e strisce incendiario quando la bevanda citata nel titolo.

Noi di Metal In Italy abbiamo ospitato in anteprima il video della title track, non a caso decidiamo di puntare sui cavalli migliori e con il quartetto in questione siamo andati sul sicuro: una manciata di brani che hanno il sapore di bar sudici, moto rombanti e donne stupende, semplici nella struttura quanto efficaci e pungenti. La macchina Mastribes sembra funzionare alla perfezione, se la formula proposta è quella tipica del Rock, la declinazione appare azzeccata e le tracce ti entrano nella testa sin dal primo ascolto.

Apre le danze “Everything”, un brano pulsante che esplode grazie ad un riffing roccioso e graffiante, quasi un blues distorto che fa da tappeto alla voce di Michael Flame, sempre incisiva e con un’espressione quasi strafottente. Dinamicità, potenza e melodia caratterizzano l’opening track, elementi che ritroviamo anche nella successiva “Pussy Crusher”, anche se qui i toni si fanno più minacciosi, polverosi come le interminabili strade americane, quelle lungo le quali spuntano bar frequentati solo da motociclisti. L’aggressività diventa ancora più incalzante, merito di questi quattro musicisti che sembrano avere le idee ben chiare e tante soluzioni vincenti. C’è spazio anche per un intermezzo clean, il quale ricorda per l’arpeggio di chitarra ed il basso “Wish You Where Here” dei Pink Floyd, ma si tratta solo di una parentesi prima di tornare al chorus da cantare a squarciagola.

Giungiamo così al termine dell’Ep con la già citata “Skake Boom Tequila”, il cui incipit riottoso lascia il posto ad una strofa in cui fa bella mostra di sé un arpeggio distorto, con la voce di Michael sofferta e tirata che disegna melodie che ti si stampano nella mente e non vanno più via. Micidiale il ritornello, impossibile non cantarlo e lasciarsi trasportare da questo che è sicuramente il brano più riuscito del lotto. Ottimo anche l’assolo di chitarra, arricchito dall’uso del Wah Wah che richiama alla mente le soluzioni di un certo Slash.

I Mastribes con questo Ep ci servono solo un piccolo assaggio di quella che sarà la loro portata principale, non si tratta di nouvelle cuisine dal gusto delicato, ma di pizza e birra della migliore tradizione!