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Plakkaggio: “Ziggurath” – Recensione

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I Plakkaggio sanno come tradurre in note il disagio, la riottosità di un Punk Hardcore irriverente, un mix esplosivo di Oi! made in Italy, Black ed Heavy Metal roccioso. Misantropi e rabbiosi, iconoclasti ed in your face come non mai, colpiscono con undici brani nervosi e veloci, ad eccezione dell’opener acustica “Piombinara”, che non disdegnano passaggi melodici, rimanendo comunque saldamente ancorati al sound tipico della band.

“Ziggurath” è un capitolo importante del combo di Colleferro, perché ci consegna una band in grande spolvero e che, manco a dirlo, non sbaglia nemmeno un colpo! Che si tratti del già citato Punk Hardcore o divagazioni tipicamente Metal, di maideniana memoria, come nel riff portante di “Diaspora”, i Nostri dimostrano di sapere cosa stanno facendo ed è impossibile non lasciarsi trasportare dalla valanga di Colleferro. Come non cantare insieme a gAbbatH i cori di “Missione Disagio”, “Il Vascello” o l’”Anticristo”, come non lasciarsi contagiare dal riffing serrato di “Sacriporto” ed “Esumanazione”!

Con la titletrack “Ziggurath”, il cui incipit è mutuato a “Wherever I May Roam” dei Metallica, il trio raggiunge davvero livelli altissimi, perché la traccia in questione fonde perfettamente l’anima Black, quella Punk, Metal e la più “popolare” melodia, deliziandoci anche con un intermezzo di chitarra acustica che lascia a bocca spalancata. Sulla scia della melodia “Proto Indo Europa” cattura l’attenzione con un arpeggio clean ruffiano e malinconico, dando vita a quella che sarà la linea lungo la quale si sviluppa tutto il brano, un turbinio di emozioni e sonorità quasi folk. I Plakkaggio però non si adagiano su questi ritmi più dilatati, perché con “NWOBHNOi!” tornano a colpire duro ed assestano il colpo finale con la successiva “L’Anticristo”, la cui visione Street Punk dell’Apocalisse disegna quello che sarà il giorno del giudizio.

L’album si conclude una cover degli 883 “Gli Anni”, o meglio una versione rivisitata del brano con il nome “I Nostri Anni”, mantenendo intatta la linea melodica, personalizzando il testo ed interpretando il lato prettamente musicale secondo lo stile Plakkaggio.

“Ziggurath” è un lavoro maturo, bastardo e assolutamente non incline alla subordinazione. Inutile dire che sarebbe il caso avere nella propria collezione una delle copie del vinile più free Cd.