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Chronotope: “un(Conscious)” – Recensione

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Chronotope

Circa quindici minuti, questa la durata dell’Ep “un(Conscious)” dei torinesi Chronotope ed è davvero un peccato, perché questi ragazzi riversano nei loro brani una dose davvero massiccia di cattiveria e groove a valanga.

Il genere proposto viene definito come Progressive Hardcore, effettivamente l’attitudine è quella HC, che viene ulteriormente imbastardita da elementi che in qualche modo richiamano alla mente band quali Meshuggah. Le ritmiche sono violente e tiratissime, anche se non mancano breakdown tritaossa, qualche apertura melodica come nel caso di “Only A Dream” e passaggi Mathcore, “Mistwave” su tutte.

Alcune soluzioni ritmiche risultano simili tra loro, in questo senso una maggiore eterogeneità in fase compositiva avrebbe aiutato nella resa finale dell’intera release. Si tratta comunque di un esordio che, come lecito attendersi, presenta qualche lacuna facilmente colmabile.
Nell’economia della band a farla da padrone sicuramente la chitarra downtuned di Raffaele Ugazio, che investe l’ascoltatore con ritmiche a tratti quadrate ed una distorsione corposa. Ottimo anche il comparto ritmico, con la batteria di Alessio Quirino che si dimostra essere una vera e propria macchina da guerra, come del resto il basso di Valerio Moisio.

Le parti vocali di Pietro Mugetti sono ovviamente gutturali, ben riuscite anche nei passaggi vagamente melodici, come nell’apertura di “Hervein”.
“un(Conscious)” è un lavoro molto promettente, che ci consegna una band energica che sicuramente dal vivo riesce a coinvolgere i presenti in sala in feroci moshpit. Bisogna migliorare qualcosa, ma la sostanza c’è e si sente!