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Ivory: “A Moment, A Place And A Reason” – Recensione

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E’ un rock melodico che mette allegria. L’impressione che si ha ascoltando più volte il nuovo degli Ivory è che la band si sia divertita ad attingere dal passato per proporre sonorità che restano ancorate ad un rock intriso di blues, a tratti anche pop oltre che prog.
“A Moment, A Place And A Reason” è un piccolo scrigno contenente i picchi della voce di Roby Bruccoleri e le soluzioni stilistiche di Salvo Vecchio che ben si combinano e che regalano un disco di facile assimilazione e di sicura presa su chi predilige un rock più raffinato e non cafone, nel senso buono chiaramente.
Non vi sono particolari voli pindarici che fanno urlare al capolavoro, ma ciò che è stato prodotto convince ed è gradevole. Eppure, tra i 10 brani che compongono la release, vi sono sprazzi di genialità sui quali poter lavorare in futuro. Mi piace l’alternanza tra chitarre, la raffinatezza dell’acustica ed il graffio dell’elettrica; mi piace l’azzardo nell’aver scelto di fare una cover che avrebbe potuto portar loro guai; mi piace, infine, il gusto nell’aver confezionato una ballad emozionante, di rottura con il 90% dell’album in cui l’approccio, pur non essendo particolarmente invasivo, resta comunque accattivante.
Il disco parte con “Bad News” che, a dispetto di quello che può indicare il titolo, in realtà è un invito a smuovere le coscienze affinché non siano sempre i soliti idioti a decidere il corso del mondo. Il tutto si sviluppa su una fase ritmata che apre le porte ad un rock incisivo che sembra prendersi gioco anche di una parte prog, mai sopita.
Nella successiva “The Hawk” ho riconosciuto un po’ dei The Clarks nella cover “What A Wonderful World”, ma i riff alla chitarra sollevano l’umore e conferiscono velocità e modernità al pezzo. Che di base ci sia un amore per le sonorità degli anni 70 è abbastanza chiaro, come dimostrano brani come “Feeling Alive” o “Who Am I?”.
Nel mezzo del cammin di nostra vita viene poi piazzata la strumentale “A Drink At The Village”: una sorta di intervallo alla “Bialetti” style, prima di partire con la cover “Come Together” dei The Beatles. Si tratta di un pezzo riuscitissimo, dove nessuno dei componenti della band, ognuno per la sua parte, mostra insicurezze o timore reverenziale. L’arrangiamento, non molto distante dall’originale, è perfetto per il sound targato Ivory, segno anche di una fine intelligenza che dimostra quanto i torinesi abbiano consapevolezza dei propri mezzi.
La perla dell’intera release è racchiusa nella traccia numero 9: “Through Gloria’s Eyes”. Confesso che la prima volta che ho ascoltato questo brano ho sentito la necessità di riascoltarlo, ancora ed ancora. Ed in effetti servono più ascolti per riuscire a coglierne tutte le sfumature perchè, come detto, non è la solita ballad, in quanto le varie anime stilistiche si fondono e tutte, in maniera pacata, offrono una visione nostalgica e di pace della forza d’immaginazione che solo la musica riesce a regalare.
In definitiva, “A Moment, A Place And A Reason” è un album consigliato come rifugio felice dall’assordante quotidianità. E tutti sappiamo quanto la vita, a volte, riesca ad essere assordante.


Ivory – “Bad News”

Hard Rock- Melodic Metal- Progressive