La musica non piace. Terribile, ma vero. Un altro locale, e questa parliamo di uno che è in piedi da oltre 100 anni, è stato chiuso per dopo le lamentele del vicinato in termini di emissioni acustiche.
Parliamo del Circolone di Legnano, il locale che nelle ultime ore ha dovuto piegarsi all’ordinanza comunale che obbliga di cessare l’uso di impianti di diffusione dalle 22 alle 6.
In pratica torniamo indietro al “Tempo delle Mele”, alla discoteca domenicale delle quattro del pomeriggio, ad una regressione dello stato associativo tra le persone che trova nella musica uno sfogo importante.
E dire che il Circolone, avendo alle spalle più di 100 anni di esperienza, ha saputo nel tempo mettersi in regola con gli impianti di insonorizzazione, con tutti gli accorgimenti del caso e con la pacifica convivenza del vicinato. Ma poi pensiamo a quel palazzo – sempre nel milanese – che ha sfrattato i bimbi dell’asilo perchè facevano troppo casino e capiamo che davvero non c’è speranza per il genere umano.
Non più tardi di 10 giorni fa il caso che ha interessato Il Deposito di Pordenone: sigilli al locale dopo le lamentele dei residenti della zona, con una battaglia legale in corso che non finirà così presto.
Nel caso dell Circolone, però, occhio… Stiamo pur sempre parlando di 110 anni, ragazzi. E la storia, come si sa, insegna.
Ecco perchè un plauso va a queste persone che hanno sì denunciato l’accaduto, hanno sì affidato ai social commenti al vetriolo nei confronti di chi sta facendo di tutto per far andare di traverso la ricreazione, ma hanno fatto qualcosa di più: hanno organizzato una festa!
Si ballerà fino a notte fonda.
Ma c’è un particolare… La festa sarà silenziosa, gli avventori avranno a disposizione centinaia di cuffie wireless per ascoltare la musica del Dj e ballare, ballare, ballare… La signora del secondo piano non potrà dire nulla, perchè lei non sentirà niente…
D’altronde, Nietzsche lo aveva detto: “Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica”.
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– Il Deposito di Pordenone sotto sequestro. La solidarietà della rete