Se c’è un festival da tenere d’occhio in Italia questo è senz’altro il Burning Ruins Metal Fest di Terni. Giunto ormai alla quarta edizione il festival può cominciare da quest’anno a vantarsi del proprio “curriculum” e a proporsi come appuntamento fisso dell’estate metal tricolore.
Non possiamo non iniziare dalla location: Terni, deliziosa cittadina umbra, è facilmente raggiungibile da ogni parte del centro Italia e l’anfiteatro Romano è una cornice straordinaria.
Arriviamo puntuali ai cancelli e già mi sento a casa: area bar e ristoro appena fuori le mura dell’anfiteatro, non vi nascondo il piacere di bere una bella birrozza fresca davanti le mura romane!
L’organizzazione è impeccabile, prendiamo il nostro pass e come due gladiatori (se se…) facciamo il nostro ingresso nelle mura pronti ad affrontare il massacro sonoro!
Ai marchigiani Organic Illusion l’arduo compito di aprire le danze e scaldare i primi accorsi sotto il palco. Ci riescono benissimo con il loro coinvolgente thrash/groove potente e d’impatto.
Giocano “in casa” i perugini Bloodtruth, fautori di un brutal assassino e tagliente. La gente sotto il palco apprezza ed inizia a dimenarsi incurante della canicola tremenda (almeno 35°).
Notevole è anche la performance di veri padroni di casa, ossia i ternani S.R.L.; Heavy-Thrash di vecchia scuola con appeal e sonorità decisamente moderni tengono il palco in maniera impeccabile e anche in questo caso il pubblico (che continua a crescere col passare delle ore) apprezza parecchio. Degna di nota la performance dolcissima ed inusuale della figlia del batterista presente sul palco accanto al padre per tutta la durata dello show intenta a giocare con la sua bambolina vicino le aste della batteria…scena da film!
Un tantino sottotono la performance dei Sudden Death, purtroppo i romani hanno pagato le conseguenze di alcuni intoppi tecnici non attribuibili a loro (soprattutto il chitarrista, durante il primo pezzo ha dovuto cambiare chitarra) il suono e l’umore ne hanno risentito e si vedeva. Ciò non toglie la bravura tecnica della band che ha esperienza da vendere e ce l’ha messa tutta: Luis è un cantante eccezionale e l’ha dimostrato anche stavolta. Tuttavia la performance è stata un crescendo e per fortuna gli ultimi pezzi hanno reso loro giustizia.
Il sole inizia a calare e l’afa da un po’ di tregua, con queste premesse inizia lo show dei Novembre. I romani sono reduci da una serie di date su e giù per lo stivale, l’attesa per il loro comeback discografico è stata più volte dimostrata durante tutti questi live, un sold out dietro l’altro. E anche Terni è qui per loro, appena salgono sul palco si vede davvero tutto il pubblico presente e il gruppo ricambia con una performance da brividi. “Umana”, “Ursa”, “Trieste Italiana”, “Nostalgiaplatz”; la band sfoggia tutti i classici con perizia ed eleganza, atmosfere oniriche e sognanti si diffondono tra le mura del vecchio anfiteatro, sensazioni davvero incredibili. I fratelli Ferilli (Carlo alla batteria e Giuseppe alla chitarra) ormai sono solidamente affiatati, performance straordinaria la loro; il mastermind Carmelo Orlando ne giova, perchè le sue performance vocali da quando ha abbandonato la chitarra sono nettamente migliori. Il merito più grande però in questo caso va dato a Dario Vero, chitarrista eccellente, che per tutto il resto del tour sostituirà il convalescente Massimiliano Pagliuso (a cui la band ha pubblicamente fatto un augurio di pronta guarigione).
Il sole è ormai calato del tutto e dopo un estenuante soundcheck irrompono sul palco gli Svedesi Dark Tranquillity. Particolarmente affezionati al suolo italico (ricordiamo che il loro DVD live ufficiale fu registrato a Milano nel glorioso Rollig Stone) Mikael Stanne e company ci tengono spesso a ricordarlo; ho visto più volte i DT dal vivo, Mikael è un frontman navigato, ruffiano quanto basta, ma vi giuro era tangibile l’emozione sul suo volto per la location in cui stava esibendosi! La band da spazio a tutta la discografia, classici vecchi si alternano a pezzi più recenti: l’ultimo album “Construct” è datato 2013 ma la serata di Terni è stata l’occasione per ricordare a tutti che il nuovo album è in arrivo. “Silence of Noise”, “Wonders at your feet”, “Therein”, “Monocromatic Stains”, la serata diventa magica, le luci illuminano le antiche mura, i Dark Tranquillity danno lezione di classe e potenza. Bello rivedere dal vivo l’enorme Anders Iwers, già bassista dei Tiamat ora in versione barbuto e canuto. La band è in forma eccezionale ma purtroppo la loro performance non è lunghissima, “Miserys Crown” chiude le danze dopo un ora e venti minuti scarsi; rumors dicono che l’adiacente curia sia stata tassativa sull’orario di chiusura, vi lascio immaginare la delusione che abbiamo provato quando abbiamo capito che la band non sarebbe più uscita per i bis. Volevo lasciare la fotocamera nelle mani del mio prode compagno e farmi una grandissima pogata sulle note di “Punish my Heaven” ma non si può avere tutto dalla vita e detto con estrema franchezza va bene così; usciamo lentamente dall’anfiteatro con la consapevolezza di aver partecipato ad un evento bellissimo sotto ogni punto di vista, un piccolo gioiello del centro Italia che merita di crescere sempre di più.
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