Aprire alla metal band italiana più famosa al mondo, i Lacuna Coil, proporre un genere diverso da quello degli headliner e, di fatto, da quello che i paganti si aspettano ed uscirne tra gli applausi e tra i consensi del pubblico, non è cosa da poco. Loro ci sono riusciti. I Genus Ordinis Deipossono depennare quanto appena detto dalla lavagna “cose da fare”.
Il concerto di domenica 27 novembre all’Orion di Ciampino, seconda delle quattro date italiane del lungo European Tour di Cristina Scabbia e soci, è stato per la band di Crema l’ennesima riprova del fatto che quello che stanno facendo lo stanno facendo bene.
Non è stato un tour semplice. Primo vero banco di prova per una band nata nel 2011, i quattro ragazzi hanno dovuto dimostrare a loro stessi e alle platee europee di meritare quel posto… quel posto che in tanti avrebbero voluto, ma forse non meritato.
I G.O.D. hanno saputo invece prendersi il loro spazio, con la maestria di chi calca i palchi da decenni e l’umiltà di essere assolutamente consapevoli di essere una band giovane. In tutti i sensi.
Se potessero, ripartirebbero domani. Non prima di aver fatto scorta di cibo italiano che tanto è mancato in questo tour. Ma al di là delle cambuse immaginarie, a loro è mancata anche una piccola dose di fiducia anticipata, nel senso che sapevano che aprire i concerti dei beniamini del pubblico sarebbe stato più faticoso del previsto. La cosa bella è che ci sono riusciti.
Roma è una piazza particolare. Specie per l’hard and heavy, a meno che non vengano i grossi nomi internazionali. E’ probabile che anche l’offerta sia satura: c’è troppo e spesso, il che non è necessariamente un male, ma facendo i conti con il portafoglio del pubblico è chiaro che le scelte dei comuni mortali diventano mirate. Per i Lacuna Coil l’Orion ha fatto registrare circa 300 paganti e l’ultima volta della band a Roma è stata esattamente due anni fa e sempre all’Orion. Ci sono state date all’estero che hanno fatto registrare più di mille paganti… Ed a questo punto potremmo aprire un dibattito che però ci farebbe deviare dal Report. Però potremmo utilizzare questo spunto di riflessione per sottolineare la meritocrazia dei Genus Ordinis Dei. Un esempio: alla ragazza del merch abbiamo chiesto quanto hanno venduto durante questo tour e ci ha risposto che per essere una band nuova ed al suo primo tour ha venduto molto di più di quanto ci si aspettasse. Basta questo come termometro della situazione per inquadrare il lavoro fatto da questi ragazzi: significa che, una volta finito di suonare, assicurandosi di non aver contaminato troppo il palco per i successivi Forever Still (a mio personale giudizio, il nulla più totale) ed i Lacuna Coil (e che glie vuoi dì? Devi solo cacciare il metro di Mary Poppins quando si misura ed esclama “Praticamente perfetta sotto ogni aspetto”) la gente ha deciso di saperne di più ed ha comprato CD e magliette.
Da un punto di vista prettamente tecnico, la loro performance è stata impeccabile: suoni precisi e voce ben distinguibile (e all’Orion non è sempre così scontato). Forti del fatto di avere un frontman alto quasi due metri, di indossare costumi di scena confezionati dalle sapienti mani del bassista, di contare sulle forti personalità di ogni singolo membro, i Genus Ordinis Dei possono essere annoverate tra quelle band che andresti a risentire anche domani e che, in fondo, ti lasciano intravedere spiragli in una scena sempre troppo affollata.
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