Il 14 aprile, in occasione del venerdì santo, uscirà “Via Lucis”, il quinto e conclusivo EP di Inchiuvatu, una pentalogia iniziata nel 2008 che ha nel suo centro narrativo il passaggio dal buio alla luce e dalla sofferenza della carne alla sua liberazione.
Ciò si traduce in musica, oltre che nei testi, in un momento di sperimentazione che, pur mantenendo inalterata l’essenza del folk black metal siculo alla Inchiuvatu, apre sentieri verso territori più inconsueti quali l’indie-rock, il blues psichedelico e l’acustico.
In questo ardito ultimo episodio la corretta definizione per definire lo stile di “Via Lucis” è addirittura quella puramente artistica, ossia della tecnica mista che, più propriamente usata in arte, permette che nell’opera di “Via Lucis” convivano infiniti generi e materiali sonici, arrivando addirittura a rileggere una parte del concept black metal in chiave musicale a cappella.
Se avete presente il precedente “Via Matris” (interamente interpretato in chiave acustica) sapete bene che non è uno scherzo: black metal a cappella!
Questo EP, per la prima volta senza piano o tastiere, è formato da 14 songs, come le 14 stazioni della Via Lucis, e vuole definitivamente recuperare le radici tribali del progetto Inchiuvatu.