Il primo passo nella storia dei Fenriver si ha quando il chitarrista Francesco Vallin incontra casualmente il bassista Francesco Bergo viaggiavano sullo stesso treno ed il secondo portava con sé lo strumento riposto nella custodia.
Così, visto che nella corsa serale l’affluenza di viaggiatori era minima, prendendo l’iniziativa per due chiacchiere il primo domanda cosa contenesse la custodia. E da lì a poco già capirono che i gusti musicali erano gli stessi, portando tra i dischi preferiti “Blues for the Red Sun” dei Kyuss e “Dragonaut” degli Sleep, per non parlare di gruppi classici i come i Black Sabbath.
Rimanendo d’accordo di suonare qualche cover insieme i due si lasciano per poi rincontrarsi qualche mese più tardi.
Vallin venne contattato da un amico batterista che conosceva il terzo membro di questa storia, Mirko Bergonzoni, chitarra e voce. Con l’occasione di creare un quartetto chiese di contattare un bassista per completare il gruppo e suonare qualche classico heavy anni ’70. Subito l’idea fu di domandare a Francesco Bergo conosciuto qualche mese prima.
In pratica non avvenne mai questo incontro poiché per ragioni di lavoro il batterista si rese indisponibile. Non volendo dividere i tre che già erano in accordi, il batterista lasciò il nome del suo sostituto, conosciuto giocando a basket. Roberto Veronese andò a completare il quartetto che ad oggi prende il nome di Fenriver.
Il gruppo iniziò con qualche cover delle band che univano i gusti dei quattro, virando però subito per composizioni proprie, volendo portare in musica le proprie idee.
Inizia così la stesura dei primi brani, dove trova naturale realizzazione la fusione delle diverse anime della band. Si mescolano le varie influenze dei componenti, unite dall’obiettivo comune di utilizzare lo stoner rock come base di partenza su cui costruire l’espressione della band.
In breve tempo il progetto prende forma e contestualmente inizia una discreta attività live che porta il gruppo ad esibirsi nei locali della zona, ricevendo un buon riscontro in termini di pubblico e gradimento.
Il prossimo passo è stato quindi l’entrata in studio per la registrazione del primo ep, totalmente autoprodotto, composto dei primi quattro brani inediti scritti dalla band.
Per realizzare il lavoro, viene scelto il 432hz studio, situato in un piccolo paese del Delta del Po.
Ed è proprio dal Delta del Po che viene l’ispirazione per il nome dell’ep, che si chiamerà appunto “Delta“, a simboleggiare un ponte musicale immaginario con il Delta del Mississipi americano, zona di origine della miglior musica amata dai quattro. Ma anche per richiamare quelle atmosfere paludose, umide e rarefatte che rappresentano le radici del gruppo e che poi trovano ampio spazio nelle composizioni.
Tracklist: 1. Morphine Dose Blues / 2. Beyond The Storm / 3. Il Vortice / 4. In Solitude
Formazione: Mirko Bergonzoni (chitarra e voce) / Francesco Vallin (chitarra) / Francesco Bergo (basso) / Roberto Veronese (batteria)
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