Tour in Giappone per i Reality Grey! Un’esperienza fantastica per la band di Bari alla quale Metal In Italy ha voluto dedicare uno spazio particolare: le foto dei momenti più belli del tour corredate da un’intervista che ci ha rilasciato il chitarrista Anto.
Di seguito le sue dichiarazioni e le foto raccolte in una slide.
Enjoy e… “Janè“! Non sapete cosa vuol dire? Leggete, leggete…
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[/raw]Salve ragazzi e benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Siete appena tornati da un tour che vi ha portato in Giappone. Ci sono band che attendono per anni la possibilità di suonare da quelle parti. Voi come ci siete riusciti?
“Ciao a tutti, chi vi parla è Anto, vi ringrazio per lo spazio concessoci.
Abbiamo un disco fuori su Bakerteam Records “Define Redemption”, abbiamo fatto tanta promozione, 2 video musicali, il nome è arrivato in Giappone, ci hanno contattati e hanno proposto un tour, tutto qua davvero. Con questo non voglio dire che siamo stati seduti ad aspettare che le cose ci venissero servite, ma semplicemente ci siamo dati da fare con la promozione del disco e a cercare contatti, anche a livello di passaparola”.
Qual è stato il locale più cool dove avete suonato?
“L’Imaike 3 Star a Nagoya è sicuramente quello che più mi è piaciuto, ottimo suono, belle luci e backstage immenso ed accogliente, tutto molto professionale in perfetto stile giapponese”.
Che tipo di risposta avete avuto dal pubblico giapponese?
“Ottima risposta, il pubblico giapponese è qualcosa di diverso da quello europeo. Durante lo show sono molto partecipi, hanno una gestualità tutta loro e credo che preferiscano il circle pit. Di per contro, fra un pezzo e l’altro non si sente volare una mosca, è il loro modo di assistere ai concerti. All’inizio è spiazzante ma appena parte il pezzo si scatenano. La cosa che mi ha fatto piu piacere è stata vederli cantare le nostre canzoni con tanto di testo! E poi ci hanno riempiti di regali”.
Lascereste mai l’Italia per andare a vivere lì?
“Lascerei l’Italia a prescindere. Come band probabilmente sceglierei gli Stati Uniti. In Giappone hanno la loro piccola scena, tutte le band sono mostruosamente brave e professionali, di un livello superiore alla media, ma a parte i Coldrain e X Japan, non conosco molte band giapponesi che si sono imposte a livello mondiale e questo la dice lunga. Il Giappone importa più che esporta per delle ragioni a me ignote. Per la crescita della band credo che sceglierei un altro posto, in Giappone ci vado volentieri in tour e ne vale decisamente la pena ;)”.
Quante parole avete imparato, a parte “Arigatou”?
“Non molte a dire il vero, il Giapponese è una lingua molto difficile da padroneggiare in pochi giorni e il fatto che loro praticamente non parlano Inglese non ha aiutato eheheh.
Kurasai vuol dire “per favore” e Janè vuol dire “a presto””.
Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
“Sicuramente siamo cresciuti come musicisti, il che non si limita a pubblicare un disco e a fare i concerti. Ci sono una miriade di sfaccettature nel music business con cui bisogna fare i conti e questa esperienza in un paese cosi lontano ci ha sicuramente aiutato ad avere una visione più chiara sul cosa fare e sul cosa non fare.
A livello personale è stato il coronamento di un sogno, volevo andare in Giappone da quando ero solo un bambino”.
Giappone a parte come sta andando la promozione di “Define Redemption”?
“Molto bene devo dire, ricevo email e messaggi da ogni parte del mondo, specie dagli Stati Uniti e questo è per noi motivo di soddisfazione dopo tanti sacrifici”.
Nell’immediato futuro altri live shows?
“Per il momento stiamo cercando di concludere per qualche altro tour nel 2015 e molto probabilmente sarà ancora all’estero. Purtroppo in Italia è molto difficile trovare delle condizioni accettabili, ma niente paura, c’è tutto un mondo a disposizione!”.