Gli Sceletus, band varesina costituita da ex membri di Midriasy, Necroflesh, Figli di Nessuno, Malanova, hanno pubblicato l’album d’esordio dal titolo “Sceletus Mundus”. L’album contiene 8 tracce di Primordial Death Metal.
La band nasce nel 2014, analizza le moderne schiavitù umane e si addentra nelle viscere della terra e dell’anima. Il branco è formato da diversi randagi dell’underground estremo lombardo: Iovannis chitarra (NECROFLESH, MIDRYASI, RED COSTELLATION, FIGLI DI NESSUNO, MALANOVA), Maximus voce/basso (NECROFLESH, RED COSTELLATION,MALANOVA).
Nella scelta della bassa accordatura e la lentezza di batteria a creare intensità e tensione, c’è il preciso intento di arrivare all’ascoltatore senza preamboli, diretto e comprensibile per quanto il sentiero musicale è puramente death metal, esso lo si può definire preistorico, primordiale, primigeno, d’atmosfera pesante, macchinosa e surreale.
La band così presenta i brani contenuti nella release:
PHOBOS: la paura.
La paura è parte dell’uomo serve come allarme, implica una reazione,
risponde a un arcaico istinto di sopravvivenza.
Ma se la paura diventa subdola, infiltrata tra le trame più intime dell’anima,
diventa pietra e non più adrenalina, paralizza e si dissocia,
non reagisce più, e si trasforma in uno strumento di controllo,
ordine e perdizione.
DEIMOS: il terrore.
Il terrore è il richiamo ancestrale alla sottomissione alla resa totale dei sensi e dei pensieri.
È un induzione perpetua attraverso mezzi di comunicazione e propaganda, una simbiosi passiva tra uomo e visione, tra uomo e macchina, dove il fine ultimo è il controllo direzionale delle emozioni.
CELESTIUS ARES: la guerra.
La guerra è l’incarnazione ultima della paura e del terrore, la distruzione fisica dell’essere, la conquista di ogni cosa, senza dignità, senza onore, Pater Infamis, un padre infame che porta via i figli alle madri, le case e la dignità ai molti…
NULLUS: strategia astuzia.
Uno stralcio sul momento in cui Ulisse salvò se stesso e i suoi uomini ingannando e accecando il ciclope Polifemo che li teneva come ostaggi, uno sguardo sugli infiniti viaggi degli eroi, un inno all’astuzia e alla strategia, un doveroso atto di accoglimento sulle regole fondamentali della vita di un guerriero.
DIVIDIT ET IMPERA: i mezzi per dividere e controllare.
Il vecchio stratagemma di tutti gli imperi del passato, del presente e del futuro.
L’induzione prevede divisioni tra i molti per sfaccettarli, disperderli e controllarli. Mettendoli uno contro l’altro, attraverso la loro rabbia sono più arrendevoli alla gestione della loro volontà. La divisione è netta, alimentata, costituita e ricostituita gradatamente, fondata su falsi idoli e interpretazioni errate, è un fondamento del controllo, uno dei pilastri portanti.
FORTIS FORTUNA ADIUVAT: disciplina samurai, impetuosità.
Un inno allo spirito di tutti i guerrieri, incentrato sull’ammirazione della disciplina e delle antiche pratiche orientali, una verità assoluta quella che vede la dea bendata a favore di chi non teme le più ardue difficoltà, e si getta nel pericolo giocando con la paura a suo vantaggio.
LAPIS: tribale genetica.
Le radici perdute dell’uomo originario, in simbiosi con la terra, in condivisione con il cielo, le forze della natura e gli animali. La crudezza dell’essere primitivo senza leggi morali, assuefatti alla forza naturale degli eventi. Condizione che porta allo spiritismo e alla visione del mondo sotto altri punti di luce, tradizioni di radice preistoriche di cui i veri coinvolgimenti spirituali sono ormai dimenticati e perduti.
ALVEUS: costituzione alveare umana.
Visionario parallelismo tra l’alveare e la società umana, intrisa anch’essa senza esserne consapevole in un gioco infinito di ruoli e gerarchie che vede sempre i molti schiavi e succubi di pochi.