In collaborazione con Overdub Recordings vi presentiamo in esclusiva “Cane”, nuovo singolo, accompagnato da un video, tratto dal primo album dei Cento Scimmie dal titolo “Fragile”.
La band nasce nel 2013 da cinque strani figuri nella provincia padovana, i quali cominciano a scrivere e a comporre brani che riescano ad unire diversi gusti
musicali con una logica progettuale, con un sound preciso e distinguibile. Nel 2014, dopo un anno di lavoro, esce il primo omonimo EP e subito i primi riscontri positivi da parte di critica e pubblico che identifica la band come punto di rottura tra i classici schemi del cantato in italiano e la musica di respiro internazionale.
“Cane” è il video del singolo contenuto nel primo album dei Cento Scimmie.
Una ferita di poco più di tre minuti che mette a confronto due mondi. Da una parte
la creazione, dall’altra il disinteresse, il nichilismo.
“E’ un fragile equilibrio” dice il ritornello, ed è evidente sia davvero fragile il confine fra quello che siamo e quello che non possiamo, il desiderio compulsivo di controllare tutto e lasciare che la libera espressione ci rappresenti. Forse siamo tutti liberamente incatenati. Viviamo nell’ansia di apparire, patinati, perfetti e indistruttibili come gli smartphone che sguainiamo per scrivere atrocità. “Carica e ricarica la lingua fino a che non è sufficientemente calibrata per uccidere”. Finisce così, come i due estremi di una ferita appunto. Finisce così…finisce tutto. Il video di “Cane” anticipa l’uscita ufficiale per Overdub Recordings di “Fragile”, debut album della band, prevista per mercoledì 27 giugno con distribuzione fisica e digitale via Code7/Plastic Head.
In merito al concept di “Fragile”:
Cosa può accomunare la volontà di uccidere, il desiderio di prevaricazione, la delusione, il razzismo, la distorta comunicazione o il latente schiavismo “dolce” del ventunesimo secolo? La fragilità. Siamo abituati a guardare il carnefice lì fuori, ad averne paura magari, a evitare qualsiasi contatto con il male che c’è fuori di noi.
Fragile è il nostro corpo, la nostra dignità, i nostri desideri perché accompagnati dalla paura di non eccellere, di non essere considerati, di non esistere. Spesso ci affermiamo alle spalle di qualcun altro, giudichiamo le altrui fragilità convinti di non averne o che siano meno ingombranti di quelle che osserviamo senza accorgerci che non esiste fragilità più grande di chi è convinto di essere inattaccabile. “Fragile” parla di miseria umana. “Cambia la tua pelle se si brucerà sotto il freddo fuoco della distrazione” è il nostro invito all’unica vera rivoluzione possibile, quella più dolorosa, che non uccide uomini ma cerca un posto dove farli rinascere.
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