Home Band Metal In Italy vi presenta i Built-in Obsolescence, Prog/Ambient Metal band

Metal In Italy vi presenta i Built-in Obsolescence, Prog/Ambient Metal band

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Nello spazio dedicato alla presentazione di band emergenti oggi vi parliamo dei Built-in Obsolescence, un progetto nato a fine 2010 a Riccione da un’idea di Paolo Sanchi ed Alex Semprini, rispettivamente voce e chitarra.

Alla band si unisce poi il chitarrista Gianmarco Ciotti, amico di vecchia data dei due, con Valerio Biagini al basso. Bruno Galli viene poi chiamato come batterista per completare il quintetto.

L’idea dei cinque, già musicisti in band diverse dai generi più vari come hard-rock, progressive, punk, rock’n’roll e crossover, è quella di creare un progetto con un sound di ispirazione metal, senza porre vincoli alla composizione. La band si dedica quasi esclusivamente alla produzione di pezzi propri, i quali saranno poi in parte incisi in “ABEL”, primo EP della band registrato nel 2013.

Nel 2015 i cinque rimangono particolarmente colpiti da un concerto visto insieme (The Ocean/Mono/Sólstafir) tanto da direzionare la composizione all’esplorazione del Post Rock e del Post metal, senza però rinunciare a strutture di ispirazione progressive. Con il pezzo “Dance of Falling Leaves”, nato di getto dopo questa esperienza, la band marca uno spartiacque con il passato: nascono pertanto pezzi più lunghi, suoni più pesanti e più onirici che accompagnano linee vocali narranti tematiche apocalittiche e introspettive dove spesso ricorrono le speranze e i disagi dell’umanità.

Il 6 Aprile 2018 la band rilascia il primo LP: “Instar”, disco registrato presso lo Studio 73 di Ravenna da Riccardo Pasini.

Line up
Valerio Biagini – basso
Gianmarco Ciotti – chitarra
Bruno Galli – batteria
Paolo Sanchi – voce
Alex Semprini – chitarra

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L’“Instar” è uno stadio di sviluppo degli artropodi che si ripete ciclicamente. Già maturi, periodicamente abbandonano il loro esoscheletro, protezione fondamentale, per aprirsi a nuove possibilità di crescita. Saranno più vulnerabili, ma anche forti e pronti ad una inevitabile nuova armatura. L’essere umano in questo concept viene visto come l’insetto che cambia muta, cambia forma, ma non può prescindere dal disegno più grande che lo sovrasta.

Il concept ruota quindi attorno al perno centrale dell’illusione e della (falsa) speranza attraverso storie narrate o testi astratti. La narrazione si apre con “Dance Of Falling Leaves” che racconta l’inesorabilità dello scorrere del tempo, contrapposto alla dolcezza dei ricordi: il tempo, come gioia, ci riporta alla mente quel che è stato e che ci appartiene e ci culla come il vento culla le foglie sugli alberi.

Infine, come condanna, ci stacca dal ramo e ci fa rovinare a terra secchi e disillusi. Questa sensazione si ritrova in forme diverse in tutte le storie del concept. “Ecdysis”, il brano finale è la composizione più lunga e intensa del disco: si torna a un livello astratto e metafisico dove un’entità superiore, rappresentata dall’anima dell’umanità, osserva la sua storia al di fuori dello spazio e del tempo.

Collaborazioni:
Alexios Ciancio (Deadly Carnage, Omega, Martyr Lucifer, Tha Goblvnz March): “Tuvan Throat Singing in Sine Requie”.
Daniela Moroncelli: Violoncello in “Dance of Falling Leaves”, “Watching The Wake” e “Ecdysis”.