I Sandflower, band milanese nata nel 2004, si è distinta per la sua musica che spazia dalla psichedelia al post-metal, mantenendo i testi rigorosamente in italiano. Hanno partecipato a festival importanti, condividendo il palco con band del calibro di Stereophonics e Sigur Ros. La loro discografia include due EP e due LP, con l’ultimo album “Greve” uscito nel 2020.
Il loro nuovo singolo, “Abbatti le Mura”, è un energico brano di protesta che invita alla lotta contro le divisioni sociali e celebra la diversità culturale. I Sandflower continuano a esplorare nuovi orizzonti musicali, promuovendo la libertà e l’accoglienza attraverso la loro musica.
Ciao Sandflower, e benvenuti! Il vostro nuovo singolo “Abbatti le mura” colpisce subito per il suo messaggio potente e attuale. Cosa vi ha ispirato a scrivere questa canzone?
Ciao a tutte e a tutti, grazie per ospitarci.
Proprio l’attualità è ciò da cui abbiamo tratto ispirazione per scrivere il brano; le politiche di chiusura e respingimento che i governi attuano nei confronti delle persone che decidono di scappare dai propri paesi di origine sono inaccettabili. E noi con forza affermiamo il nostro dissenso.
Il tema della libertà e della lotta contro le oppressioni è molto sentito nella vostra musica. Come riuscite a bilanciare il messaggio politico con l’elemento musicale?
Il nostro modo di fare musica è sempre stato quello di dire quello che pensiamo, senza porci alcun vincolo: questo di per sé è un atto politico. Crediamo che l’elemento musicale possa amplificare la portata del nostro messaggio e aiutarci a diffonderlo tra le persone.
Nel videoclip, diretto da Mattia Castiglia, ci sono immagini molto forti di manifestazioni e scene di repressione. Come è stato il processo creativo dietro alla realizzazione di questo video?
Era nostra intenzione realizzare un video che contenesse elementi in contrapposizione tra loro così come sono contrapposte le due strofe del brano.
Volevamo, inoltre, che il significato della canzone fosse in qualche modo amplificato nella sua portata e ci è venuto in mente di coinvolgere diverse persone che conosciamo e chiedere loro di cantare insieme a noi, creando l’effetto partecipativo che si può osservare nel ritornello.
C’è un particolare momento nel video o un verso della canzone che considerate il più significativo?
Sicuramente il ritornello; come detto prima, abbiamo cercato di potenziarne il significato chiedendo la partecipazione di diverse persone che lo hanno cantato insieme a noi.
Che impatto sperate che “Abbatti le mura” abbia sul vostro pubblico e oltre?
Speriamo che possa essere utile a unire coloro che, come noi, ritengono inaccettabile la narrazione diffusa oggi secondo la quale si dovrebbero impedire le contaminazioni tra i popoli tenendo divise le persone. Ci farebbe piacere se infondesse fiducia in chi si trova in minoranza ma non vuole smettere di lottare per i propri ideali.
Come trasportate l’energia e il messaggio di “Abbatti le mura” sul palco?
Siamo un gruppo rock, l’energia che portiamo dal vivo è sempre stata alla base del nostro modo di approcciare il palco e anche in questo caso daremo il massimo per fare in modo che ci si ascolta si senta coinvolto il più possibile.
Intervista a cura della Redazione.