Home Metal Story Metal Story: Jim e Cliff nella California degli anni Ottanta

Metal Story: Jim e Cliff nella California degli anni Ottanta

SHARE

«Ho iniziato a suonare la chitarra elettrica verso il 1974 e volevo trovare altri musicisti per suonare qualcosa. Ad un falò presi contatti con un cantante e un chitarrista che facevano cover dei Rolling Stone, e abbiamo parlato di formare una band. Abbiamo trovato un bassista che poi ha lasciato perdere e ci ha raccomandato un amico da prendere al posto suo: si chiamava Cliff Burton. Suonammo alla sagra parrocchiale e alle feste. L’unico ingaggio decente avvenne a Berkeley, in una bettola che si chiamava International Cafè. Era gestita da una coppia di greci che ci adoravano. Venivano a vederci tutti i nostri amici e ci scolavamo tutto quello che c’era. Avevamo più o meno 15 anni.

Cliff aveva una personalità stravagante che si manifestava nei modi più bizzarri. Guidava una Volkswagen verde (soprannominata “la cavalletta”) e i suoi gusti musicali spaziavano da Bach a Beethoven al rock in tutte le sue forme. Ma ebbe anche delle influenze più cupe: il fratello maggiore, Scott, morì di cancro a 16 anni, un evento che segnò profondamente il carattere di Cliff.

Come musicisti ci siamo formati insieme. Andavamo in una baracca sperduta sulle montagne costiere della California e facevamo esperimenti musicali pazzeschi, assurdi. Suonavamo tutto ciò che ci passasse per la testa, così come veniva. Certi pezzi dei Faith No More e dei Metallica che ben conoscete sono usciti fuori da quelle sedute. Cliff aveva gusti semplici, gli piaceva pescare e bere birra, sparare e ancora birra. Andavamo ai concerti a vedere nuovi gruppi metal. Era convinto che le cose potessero andare come voleva e mi ha insegnato a pensare in quel modo».

Jim Martin (Faith No More)