I Summoning Saturn Voids firmano con Argonauta Records e pubblicano il loro primo singolo “BlackShift Alien God”.
L’idea di scrivere questa canzone è nata dal desiderio di creare una macchina del tempo musicale. Portare un cantante Black Metal nel futuro, immerso in suoni siderali e cosmici e poi catapultarlo negli anni ’70, suonando con Tony Iommi e Geezer Butler. Diverse emozioni e influenze hanno contribuito alla nascita del suo album: isolamento, frustrazione, desiderio di redenzione.
I SUMMONING SATURN VOIDS accendono le lame laser e lanciano nel loro magico calderone-cratere un mix di suoni ereditati dal Pianeta Terra (doom lisergico, canti death/black metal, psichedelia, stoner rock) e dalle regioni più profonde della (s)conosciuta Galassia (musica delle sfere, stelle vibrazionali-frequenze di risonanza). La pozione così evocata è allo stesso tempo vivace e punitiva, cupa e malinconica, puzzolente di Black Sabbath, Pink Floyd, Tangerine Dream degli anni ’70 e… beh, lo scoprirete sicuramente. Con cloni e sosia rubati a band terrene come Aborym,
Darkend, Drakkar, The Headless Ghost e Daemoniac (oltre a un gentiluomo norvegese piuttosto rinomato), la navicella spaziale SUMMONING SATURN VOIDS viaggia avanti e indietro nel tempo, offrendo un’esperienza sonora avventurosa che sicuramente piacerà a una gamma piuttosto ampia e diversificata di ascoltatori.
Maggiori dettagli sul loro nuovo album, prodotto da Fabban degli storici e leggendari Aborym saranno svelati presto.
LINE UP:
Æ – Voce
AL(B)3 – Basso
RHA – Chitarre
H7-25 – Batteria
Fabban – Synth