Load Rejection tornano a sorprendere con il loro nuovo EP Spitting Sand, un lavoro che rappresenta un passo deciso verso sonorità più mature e aggressive, arricchite da influenze hardcore. La band, nata tra Lodi e Piacenza, si conferma una realtà in continua evoluzione nel panorama alternativo italiano, affrontando con i suoi testi temi crudi e attuali come l’alienazione sociale e la lotta personale. In questa intervista esclusiva per Metal in Italy, i Load Rejection ci raccontano il processo creativo dietro Spitting Sand, il loro viaggio musicale e i progetti futuri.
Con Spitting Sand sembra che abbiate scavato ancora più a fondo nella vostra identità musicale, sporcandovi le mani con nuove influenze hardcore. Com’è nato questo desiderio di spingervi oltre i vostri confini sonori? C’è stato un momento o una band che vi ha ispirato particolarmente durante questo percorso?
Non c’è stata una vera e propria decisione di cercare uno stile differente, il procedimento di scrittura di questi pezzi è avvenuto in modo molto naturale e abbiamo abbracciato questa nuova sfumatura che stava emergendo. I brani vengono scritti completamente in sala prove: si parte da un riff o da una ritmica, jammiamo registriamo e capiamo quali idee tenere, modificare o scartare. I nostri sono ascolti differenti e ci facciamo costantemente influenzare l’uno dall’altro, ma sicuramente i gruppi che hanno contribuito a creare questo tipo di sonorità sono stati Comeback Kid, Discomostro e Snot.
Il singolo Bash è una vera e propria esplosione: diretto, tagliente e pieno di energia. È un assaggio di quello che ci aspetta nell’EP, ma cosa vi ha spinto a scegliere proprio questo brano
come manifesto di Spitting Sand?
Il singolo è stato scelto per risaltare la differenza di sonorità dal precedente EP e perché reputiamo che sia il pezzo più energico del disco. Inoltre il significato del testo riassume tutti i concetti che vengono espressi nelle altre canzoni, ovvero la condanna al giudizio esterno, l’autosabotaggio e l’alienazione sociale. Il titolo deriva da un acronimo informatico Bourne Again Shell, che può anche essere inteso come “born again shell”. E’ capitato a tutti di sentirsi un involucro svuotato dalla propria sostanza, è importante però raggiungere una consapevolezza di quello che siamo e di quello che ci fa’ stare bene, senza ferire nessuno, noi stessi in primis. Spesso questa consapevolezza la si trova quando si è finiti completamente a pezzi.
Nei vostri testi si parla di alienazione, frustrazioni sociali, e di quella lotta interiore per riaffermarsi contro tutto e tutti. Quanto di personale c’è in queste storie? Sono ferite che
avete vissuto sulla vostra pelle o riflessioni sul mondo che vi circonda?
I contenuti delle canzoni sono storie di vita vissuta: la soglia dei trent’anni che ha portato più o meno a tutti dei cambiamenti che ci hanno fatto crescere senza preavviso, la difficoltà di creare legami interpersonali rinchiudendosi in sé stessi senza dare spazio all’emotività e lo smarrimento di fronte al non riuscire a trovare spazio nella scena musicale attuale. Le nostre canzoni sono lo specchio di quello che abbiamo dentro e l’augurio è che qualcuno ci si possa riconoscere per sentirsi meno disorientato in questa realtà.
Il titolo Spitting Sand è incredibilmente evocativo. È quasi fisico, sembra di sentirsi soffocare e poi respirare. Quando è arrivata l’idea di questa metafora e che significato ha per voi, non
solo come band, ma anche a livello umano?
E’ un’allusione ad un corpo seppellito, ma ancora in vita, che rifiuta un destino assegnatogli da una società che non lascia spazio al benessere dell’individuo e di conseguenza anche a quello collettivo. Sembra sia necessario avere dei traguardi schematizzati, che se non portati a termine nel tempo prestabilito ti condannino al giudizio esterno. Tutto questo ci porta a rincorrere una vita che ci snatura e ci allontana dalla realtà che potremmo costruire noi stessi. L’idea di questo titolo è nata seguendo i contenuti dei testi delle canzoni che fotografano una realtà opprimente, ma che gridano un disperato bisogno di liberarsi e di raggiungere la superficie per poter respirare di novo.
Il vostro sound mescola in modo originale post-grunge, crossover e hardcore, ma sotto la superficie si percepisce l’eco del metal classico e moderno. Quali sono i dischi o le band che hanno plasmato il vostro stile, e quali invece vi stanno ispirando nel presente?
Le band che hanno influenzato il nostro stile a livello generale sono Rage Against The Machine, Tool, Alice In Chains e Refused. Ora invece Turnstile, Snot, Come Back Kid, Discomostro e Superheaven.
Essere una band indipendente richiede coraggio, passione e una certa dose di follia. Quanto è stato importante lavorare in studio con Daniele Mandelli e Carlo Altobelli per dare forma a
Spitting Sand? Quanto di questo EP è puro “fai-da-te” e quanto è stato influenzato da chi vi ha accompagnato nel processo?
Daniele e Carlo sono due professionisti con una grandissima conoscenza e una profonda esperienza, ci hanno aiutato moltissimo nel tradurre le nostre idee in quello che si può ascoltare in questo disco. Con Daniele avevamo già lavorato insieme al nostro primo EP, anch’esso registrato all’Elfo Studio. Lì abbiamo potuto attingere ad una grande varietà di strumentazione tra testate, casse, amplificatori e pedali per trovare le giuste combinazioni che potessero risaltare il nostro suono. Inoltre ci ha fornito degli spunti su come modificare alcuni arrangiamenti che si sono rivelati essere azzeccati. Con Carlo invece è stata la nostra prima collaborazione, abbiamo scelto lui dopo aver ascoltato “Mostropatia” dei Discomostro. Dopo averlo ascoltato abbiamo subito capito che per la fase di mix e master ci saremmo affidati al suo Toxic Basement Studio per avere quella spinta sonora.
Avete già in cantiere un full-length album. Con Spitting Sand avete alzato l’asticella: sentite la pressione di dover fare il passo successivo, o siete più carichi che mai per affrontare questa
nuova sfida?
Non sentiamo la pressione, ma abbiamo solo voglia di scrivere nuova musica. La base di partenza sarà l’energia che nasce da questo EP per poi attingere anche a diversi generi musicali che fanno parte del nostro bagaglio, mantenendo una compatibilità al nostro percorso.