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Trivium + Bullet for My Valentine + Orbit Culture: Il live report del live all’Alcatraz

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Il The Poisoned Ascendancy Tour targato Bullet for My Valentine e Trivium è sbarcato all’Alcatraz di Milano per il ventesimo anniversario degli album The Poison e Ascendancy, dischi di culto all’interno della scena metal.

Ad aprire le danze sono gli svedesi Orbit Culture, che nonostante il poco rilievo concesso dalla posizione di supporter mettono su uno show molto vivace. Gli scandinavi non mancano di notare come abbiano trovato in noi italiani il miglior pubblico del tour; può sembrare la classica ruffianata, ma a noi piace credere sia davvero così: e il pogo scatenato dai primi avventori del locale non sembra smentire.

È il turno dei Bullet for My Valentine, beniamini della serata nonostante il co-headlining stasera li preveda in mezzo alla serata. Dei 14 brani ben 11 vengono dal disco Poison, ma d’altronde è il tempo delle celebrazioni, e chi siamo noi per lamentarci? Spetta soprattutto al frontman Matt il ruolo di intrattenitore, anche se la scaletta serrata avrebbe potuto concedere qualcosina in più al resto della discografia e meno alle chiacchiere dal palco. La band gallese conclude con l’imprescindibile perla finale “Waking the Demon” la sua ora e un quarto di esibizione. Suonano poco, ma tanto basta a farci felici. Così come ci fa sorridere il siparietto di Matt che esce con il figlio in braccio.

Infine arrivano i Trivium, che seguono un copione simile nell’onorare Ascendancy: tutte le tracce dell’album sono suonate per la maggior parte del concerto, lasciando solo nell’encore a “In Waves” il compito di salutarci. A far sentire a casa la band di Orlando, poi, si mettono di mezzo anche le origini italiane del bassista. Se non cambia il divertimento che produce il gruppo statunitense, muta la modalità: tra sfondi, teli e proiezioni i Trivium sono molto più scenografici, somigliano quasi ai DragonForce per la spettacolarità della loro esibizione, diventando per una sera giullari di corte dell’Alcatraz.

Un ringraziamento speciale ad MC2 Live per averci dato la possibilità di assistere all’evento.

Testo di Rachele Ferrè