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Giacomo Voli: “Ancora Nell’Ombra” – Recensione

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Giacomo Voli

Dice di essere “Ancora nell’Ombra“, ma le paludi dell’anonimato le ha superate già da un bel po’.
Giacomo Voli è un cantante power e powerful che da solo completa un’intera line up. Il suo nome è legato innanzitutto ad un talent show dal quale è uscito comunque vincente, perché è stato forse il primo nella storia dei talent a far capire alla stragrande maggioranza delle persone che l’hard rock (e più genericamente il metal) è un genere variegato ed è sbagliato relegarlo nel cassetto dei clichet.

Recensiamo un EP perché trattasi di materiale davvero valido e da concepire come un assaggio goloso di quello che, speriamo, a breve possa essere sostituito da un full lenght. In “Ancora Nell’Ombra” si viene letteralmente catturati dalla potenza vocale di Giacomo, da quel suo giocare con le note più alte del pentagramma, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Uno dei meriti di questo lavoro è senz’altro quello dell’immediatezza: i brani, una volta ascoltati, restano in testa e durante l’arco della giornata capita che ti torni in mente quella frase, quel ritornello, quella melodia. Fulgido esempio ne è la track d’apertura “Il Vento Canterà”, lanciata proprio come primo singolo estratto nei giorni scorsi. Si parte con il ruggito sonoro di Voli, accompagnato da schitarrate prepotenti. “Usi me perché tu non hai qualità“… canta il nostro Giacomo, frase che potrebbe tornare utile in qualsiasi contesto.

“La Fenice” è un brano estremamente espressivo dove è facile cadere nell’errore di fare paragoni: non che sia un male sentirsi dire che qualcosa di Robert Plant abbia influenzato la sfacciataggine vocale di Voli, ma ci piace pensare che il cantante conservi le sue doti esplosive rimanendo nei confini della propria personalità.
Se così non fosse, non avremmo brani come “Un Capitale”, dove viene data la giusta importanza anche alle parole, piuttosto che puntare sempre e comunque sull’ugola d’oro. Tanto ormai dopo il primo brano appare tutto già chiaro.
La prima parte dell’EP è dedicata alla potenza; la seconda sull’ossequiosità, sulla devozione alla cultura tradizionale della musica italiana. Il brano “Ridi Nel Tuo Caffè”, oltre a voler essere un messaggio positivo per iniziare come si deve la giornata, ha quel non so che di Sanremiana memoria: direi che sarebbe perfetto da presentare in un contesto del genere perché orecchiabile, facilmente assimilabile e fotografia di concetti del quotidiano nei quali è facile riconoscersi.
A proposito di devozione: nell’EP è presente anche la cover di “Impressione Di Settembre” (PFM), pubblicata 14 anni prima che Giacomo venisse alla luce. Ma (ovviamente riarrangiata) lui la interpreta a modo suo con la particolarità apprezzatissima di accompagnare gli accordi di tastiera con la voce. E lì sono brividi.

Chiude l’EP l’unico brano cantato in inglese “Can’t Find My Way Home”, altra cover che abbraccia l’approccio quasi spirituale di Steve Windwood piuttosto che quello più coreografico di Eric Clapton. Ed il tutto funziona perché è stato scelto volutamente di lasciare voce e chitarra a prendersi tutti i meriti, senza ulteriori ingerenze esterne.
Mi ripeto: “Ancora nell’Ombra” è per me un assaggio, quell’antipasto che ti apre lo stomaco facendoti sognare una prima portata ad alti livelli… Come sono sicura avverrà per il primo full lenght di Giacomo.