Gli Eternal Silence con “Chasing Chimera” (la recensione) hanno sfornato un album molto interessante, che segna un deciso passo in avanti rispetto al suo predecessore “Raw Poetry”. Abbiamo parlato con il bassista Alessio di questa nuova release, per approfondirne la conoscenza e farvi conoscere questa interessante band appartenente al panorama Symphonic Metal italiano.
Salve ragazzi, con grande piacere vi accogliamo sulle pagine di Metal In Italy! Iniziamo subito con le presentazioni: chi sono gli Eternal Silence e come nascono?
Ciao Stefano, ciao a Tutti, sono Alessio e nella band sono il bassista. Grazie, siamo molto lusingati dell’accoglienza. Gli Eternal Silence nascono da un’idea di Marika Vanni e di Alberto Cassina rispettivamente voce, voce e chitarra. Dopo un breve periodo subentro Io, seguito da Davide Massironi alla batteria. La band ha iniziato proponendo un repertorio di cover, ma le mete ambite erano altre e questo vestito di cover band ci andava un po’ stretto.
“Chasing Chimera” è arrivato a breve distanza dal vostro esordio “Raw Poetry”, il quale invece è stato pubblicato dopo cinque anni dalla vostra formazione. Come mai questa differenza? È stato necessario trovare la giusta amalgama prima dell’esordio?
Abbiamo, fin da subito, dedicato molto tempo al lavoro in sala prove, facendo anche attività live; dopo diversi cambi di formazione ci siamo trovati in mano con del buon materiale, abbiamo quindi pensato di incanalare il tutto in “Raw Poetry” e così il primo album è nato. Durante le pubblicazioni abbiamo cambiato altri componenti fino ad arrivare alla formazione attuale che vede alla chitarra solista Davide Rigamonti, nel mentre Alberto sfornava nuove idee che ci sottoponeva e come un fiume in piena sono sfociate in “Chasing Chimera”.
Quali sono le differenze tra i due album? Sicuramente si tratta di una domanda scontata, ma credo sia necessaria per capire in quale direzione si è evoluto il vostro songwriting in questo lasso di tempo.
Si, ci sono delle notevoli differenze tra i due lavori: il lato compositivo ha trovato maggior linearità in “Chasing Chimera” e come dicevo prima, avendo più compattezza a livello di gruppo, è stato molto naturale ottenere questo risultato. Non disdegno comunque affatto il lavoro svolto in Raw Poetry che ci ha portato alla luce indicandoci la direzione per una nostra identità.
Elementi sinfonici, gotici e soprattutto tanta melodia: quanto contano per voi questi aspetti del vostro sound? Soprattutto come sono nati i brani?
Il compositore principale è Alberto, tutti noi abbiamo collaborato alla stesura di tutti i pezzi, questi elementi accomunano un po’ tutti i singoli componenti del gruppo portandoci a questo risultato finale; Una volta creata la melodia si incastona il testo, per noi non meno importante, trovata l’idea giusta Marika la sviluppa trasformandola in testo.
In alcuni passaggi ho notato riferimenti “classici”, come ad esempio “My Cage”, che mi ha riportato alla mente gli Haggard. Nel vostro background musicale c’è anche l’elemento classico?
Sicuramente ci sono dei riferimenti classici, nessuno di noi però ha una formazione classica. Comunque l’ascolto di musica classica credo sia fondamentale per la composizione di metal sinfonico e questo ha contribuito alla composizione delle melodie presenti nei nostri brani.
Un altro brano che mi ha colpito molto è “Chimera”, come è nato e soprattutto perché avete deciso di cantarlo in italiano?
“Chimera” rappresenta un po’ l’intero album, è la chimera, i sogni irraggiungibili, nella quale la gente crede ed alcuni danno la propria vita, lottano per inseguirla. L’italiano è stata un po’ una sfida, atta a dimostrare che la nostra lingua è bella e musicale anche nel nostro genere.
Avete ricevuto diverse recensioni, come è stato accolto dalla critica “Chasing Chimera”? Mi piacerebbe sapere anche il giudizio dei vostri fans e di chi ha assistito ai vostri live.
“Chasing Chimera” è stato accolto positivamente dalla critica, anche da alcuni canali che con “Raw Poetry” non si erano accorti di noi, è stato definito un album che ci ha dato un’identità ed un posto di tutto rilievo nell’affollato mondo del symphonic metal. I nostri fans sono entusiasti del nuovo lavoro e con mia piena soddisfazione ad ogni live raccogliamo sempre più fans.
Secondo il vostro punto di vista, il genere che proponete viene apprezzato nel modo giusto dai fans? Trovate la giusta attenzione o ritenete che nel nostro paese siamo fin troppo esterofili?
Personalmente credo di si, abbiamo sempre dei riscontri immediati coi nostri fans, i quali giudicano molto positivamente i nostri lavori, per questo stiamo anche lavorando per avere una sempre più tentacolare e massiccia promozione. Riguardo all’esterofilia credo che sia un luogo comune, dettato da una moda, di artisti nostrani ne abbiamo molti, e ci sono anche gruppi di livello eccellente, basterebbe considerare le pubblicazioni nostrane al pari delle estere. Semmai credo che il problema riguardi più una mentalità un po’ ingessata a livello di gestione di locali live: ho notato che in Italia rispetto all’estero, per i gruppi emergenti è più difficile trovare occasione di esibirsi in locali e festival di richiamo, questo ovviamente sarebbe molto importante per diffondere i nuovi lavori.
Domanda di rito: progetti per il futuro… ci sono degli appuntamenti che dobbiamo segnare in agenda? Avete intenzione di realizzare un video?
Come dicevo prima siamo un gruppo molto attivo, sempre al lavoro, pronti sempre a nuove esperienze ed opportunità, quindi rimanete sintonizzati perché ci saranno sempre novità , perché è nostra ferma intenzione far parlare sempre più di noi!!!
Vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso, lascio a voi il compito di salutare i lettori di Metal In Italy. A presto!
Grazie infinite a te Stefano e a tutta la redazione, è sempre un piacere riuscire ad esprimere per iscritto la nostra storia e il nostro pensiero. Per tutti i fans KEEP ON ROCK! Per i nuovi, sosteneteci e soprattutto ascoltateci, sarà una nuova e potente scoperta!!