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Antagonism – Sepolcral: Dishonor-able / Reborn VI Split 2015

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Interessante split di Sepolcral e Antagonism, che si sfidano a colpi di metallo estremo attraverso i rispettivi lavori (l’ep “Reborn VI” del 2014 e il debut “Dishonor – able” del 2015), entrambi pubblicati dalla SG Records e dalle atmosfere molto diverse. I Sepolcral devastano i nostri timpani con un furioso death metal quasi sempre sorretto da ritmiche velocissime, riff “grassi”, ribassati e abrasivi e vocals che spesso indulgono su tonalità urlate, capaci di alternarsi piacevolmente con i toni più gutturali.

La prima traccia, “Anger lust”, ha proprio il compito di mettere in chiaro le cose, con i suoi tre minuti e rotti di devastazione sonora, mentre “Plague”, a mio avviso la migliore canzone di “Reborn VI”, pur ritmicamente velocissima, presenta degli stop and go che aumentano sensibilmente la pesantezza del brano. Dopo l’intermezzo rumoristico – atmosferico di “Charon”, song sostanzialmente inutile, la band ritorna a pestare duro con “Media induced coma” attraverso vocals lancinanti e ritmiche serrate e assassine che, nella parte centrale, si lanciano in passaggi cadenzati dominati dalla doppia cassa. L’ultimo pezzo dei Sepolcral è “Stench”, che è anche quello che mi ha convinto di meno a causa di un’architettura complessiva abbastanza scolastica, basata essenzialmente sulla velocità fine a se stessa.

A raccogliere il guanto di sfida lanciato dai Sepolcral sono gli Antagonism, band che nel 2015 ha debuttato sulla lunga distanza con l’album “Dishonor – able”. L’intro sembra una melodia orientale, corredata dal soave canto delle cinciallegre, sulla quale, però, si innesta una sinistra sirena di allarme antiaereo che ci catapulta in un brano ritmicamente molto dinamico (“Fukushima”), che alterna un cantato gutturale a cori dal vago sapore korniano. Siamo in una dimensione diversa rispetto ai Sepolcral, perché gli Antagonism miscelano death metal, metalcore e infezioni new metal, tanto che a volte l’ascolto risulta spiazzante, almeno dal punto di vista di chi scrive.

La track successiva, “Instincts of social virtuality” è molto interessante nel tentativo di amalgamare sapori death metal (soprattutto la voce gutturale) e ingredienti moderni (ritmiche sincopate di derivazione metalcore), ma la sua breve durata, che ne inficia lo sviluppo, lascia l’amaro in bocca. “Wild financial predation” si fa notare per i suoi riff molto dinamici e cadenzati, anche se manca lo spunto decisivo in grado di farti sobbalzare, mentre la conclusiva title – track propone delle vocals stranissime, in bilico tra growl, scream e cori quasi puliti, che a me piacciono davvero poco, perché faccio fatica ad assimilare cori molto melodici, che spesso sembrano fuori contesto, su tappeti ritmici e riffoni estremi.

Ciò che manca, a mio avviso, agli Antagonism è la capacità di sviluppare le canzoni fino alla fine, di procedere verso una meta chiara e decisa, al fine di evitare di lasciare l’ascoltatore in un limbo sonoro di difficile interpretazione. Paradossalmente, credo che la direzione definitiva della band sia da ricercare in quello che a me piace di meno, ciò un metal estremizzato con aperture melodiche nei cori. Lo so, volete sapere chi ha vinto la sfida! Ok, sarò onesto: a me questo split non fa impazzire ma, data la loro esperienza e la maggiore personalità, scelgo i Sepolcral, pur consapevole della differenza stilistica notevole tra le due band.