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Avoral: con “War Is Not Over” è iniziata la nostra saga

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Nel 2014 con “War Is Not Over” (leggi qui la recensione) gli Avoral hanno dato inizio ad una saga basata su un racconto fantasy, che parla della durezza della vita, di storie e battaglie che non avranno mai fine. Mentre la band è già al lavoro sul prossimo album, abbiamo fatto il punto della situazione con il bassista della band Bolthorn.

Salve ragazzi, benvenuti su Metal In Italy! Per rompere il ghiaccio vorrei che vi presentaste ai nostri lettori: chi sono gli Avoral e da dove nasce questo nome?

Ciao Stefano! Siamo una band epic metal di Milano, anche se nella nostra proposta tendiamo a spaziare parecchio: non ci limitiamo ai classici canoni dell’ epic, nei nostri pezzi inseriamo componenti e strumenti derivanti da vari stili e influenze, come il thrash, il folk, il prog, il power… Insomma, ci piace giocare parecchio con la scala cromatica! Il nome trae spunto dalla letteratura e dal mondo del fantasy classico: l’ “Avoral” è una creatura solitaria originaria del piano dell’Elysium presente nell’universo di D&D, di cui molti di noi sono appassionati, e in aggiunta ci piaceva come raffigurazione e sonorità.

La band nasce nel 2011, ma prima di arrivare alla pubblicazione del primo full length avete vissuto il travaglio di qualche cambio di line-up, è stato questo il motivo che vi ha portati ad attendere tre anni prima di una release ufficiale?

Esatto, un po’ come tutte le band siamo passati attraverso varie vicissitudini e cambi di line-up, cosa che forzatamente ci ha costretto ad aspettare per giungere al nostro primo full length. A onor del vero la band aveva già rilasciato un promo EP in passato contenente anche un paio di tracce presenti sul nuovo album, ma la formazione e il monicker erano diversi (il solo Ged vi era presente), e le stesse tracce presenti su entrambi i lavori sono state riarrangiate e modificate in vari punti, arricchendole dello stile e delle caratteristiche che adesso contraddistinguono la nostra musica. Per l’ uscita ufficiale dell’ album siamo entrati a far parte del roster di Club Inferno – My Kingdom Music, che cura tutti gli aspetti distributivi e promozionali della band

“War Is Not Over” è stato composto nei tre anni che intercorrono tra la formazione della band e la sua uscita, oppure si tratta di composizioni nate una volta raggiunta la stabilità dei componenti?

Le canzoni sono nate in intervalli di tempo abbastanza svariati, come ti dicevo alcuni pezzi sono nati quando ancora la line-up era diversa. Ma dal 2013, quando Samael è entrato ufficialmente a far parte della band, il tutto è stato ripreso e rivisto fino al midollo. Abbiamo unanimemente deciso di non far le cose in fretta e prendere tutto il tempo che ci serviva per studiare minuziosamente tutto quanto, non volevamo che una volta rilasciato il cd ci fossero parti che, riascoltandole, potessimo pensare “forse potevamo farla diversamente”. E il risultato, alla fine, ci soddisfa pienamente!

Vi siete avvalsi anche della collaborazione di altri musicisti che hanno dato il loro prezioso contributo, potreste dirmi di chi si tratta e qual è stato il lavoro che hanno svolto?

Abbiamo avuto il piacere di collaborare con grandi amici e musicisti davvero talentuosi che ci teniamo nuovamente a ringraziare: Maurizio Cardullo (Folkstone) alle cornamuse e tin whistles, Laura Brancorsini (The Clan, ex Furor Gallico) al violino, Simone Malan (Henderwyd) al violoncello e Davide Valerini (Obsolete Theory) alle hardcore vocals. I ragazzi hanno svolto un lavoro esemplare, con una precisione e una professionalità encomiabile, speriamo di aver modo di lavorare ancora insieme!

Testi e musica sono elementi che si completano a vicenda, dando così luogo ad un concept, ovvero la narrazione delle vicende di Oberon, personaggio nato dalla fantasia, e del suo continuo peregrinare; potreste illustrarmi quali sono gli argomenti della linea narrativa?

Il rapporto fra testo e musica riveste un ruolo primario: nelle nostre composizioni narriamo una storia, anche per questo all’interno delle sette tracce che costituiscono l’album abbiamo spesso rimandi a generi differenti e abbiamo coinvolto altri musicisti al di fuori della band, per rendere al meglio alcuni passaggi chiave. Il filo conduttore è la storia di un uomo che scopre sin dalla nascita la durezza della vita e quanto le continue battaglie che si trova ad affrontare possano influire a fondo sulle proprie scelte: una guerra continua, un delicato equilibrio interiore fra il bene ed il male che, come ci suggerisce la title track, difficilmente avrà fine. Tra l’altro il successore di “War Is Not Over” riprenderà la storia da dove è stata lasciata, l’intenzione è quella di comporre una sorta di saga basata sul nostro concept. Per quel che riguarda la cover artwork, il medioevo fantastico di sfondo alla nostra narrazione è quanto di più tetro ed inospitale si possa immaginare, volevamo un qualcosa che ne richiamasse le atmosfere e che allo stesso tempo offrisse uno squarcio visivo sulla nostra storia; abbiamo scelto di rappresentare le Dark Caves, luogo particolarmente cupo in cui il nostro protagonista si avventura nel corso della narrazione

Dal punto di vista stilistico, gli Avoral miscelano sapientemente Heavy Metal, Power, Epic, Thrash e Folk, sono queste componenti che derivano direttamente dalle esperienze passate dei vari membri della band?

Non esattamente, anzi: uno dei punti di forza della band è l’eterogeneità dei membri al suo interno convogliata in un obiettivo comune, dove le capacità e attitudini di tutti non vengono viste come un ostacolo ma come un arricchimento capace di portare originalità e sperimentazione alla proposta. Ged (fondatore della band) si muoveva già in ambiti power – epic, io e Nurgan suonavamo insieme in una band di black metal sinfonico, Frank nasce come cantante hard rock, Samael proviene da esperienze prog – thrash… Insomma, ce n’è un po’ per tutti!

Qual è stato il momento più difficile nella realizzazione di “War Is Not Over”? Le fasi compositive oppure la registrazione?

La registrazione, sicuramente. La fase compositiva è proseguita spedita, in fondo passare tempo in sala a comporre e veder nascere le proprie creature è una delle cose più belle del fare musica. In fase di registrazione invece abbiamo dovuto controllare e assistere in parallelo ogni singolo passaggio, coordinare l’ attività dei guests, il tutto restando nei limiti delle tempistiche che ci eravamo preposti e senza contare gli assurdi aspetti burocratici che contraddistinguono il carrozzone italiano. E’ stata un’ esperienza davvero bella e stimolante che non vediamo l’ora di ripetere, ma sicuramente ha portato via parecchio sonno a tutti quanti!

Vi sentite soddisfatti per il risultato finale? Guardando invece alla release dal lato opposto, come hanno accolto i fans questa uscita discografica?

Assolutamente. Siamo dei perfezionisti e dopo qualsiasi uscita ci sarà qualcosa qua e là che vorremmo rivedere, ma il risultato finale è esattamente quello che volevamo, soprattutto a livello di atmosfera. A livello di produzione avremmo forse voluto più tempo a disposizione, ma come debut album siamo molto soddisfatti. Anche i pareri di fans e critica sono stati davvero soddisfacenti, abbiamo ricevuto molte recensioni veramente positive e apprezzamenti da chi ha sentito e acquistato l’album che ci riempiono di orgoglio!

Avete suonato molto dal vivo, condiviso il palco con band quali Haggard, Dark Moor, Sound Storm, Furor Gallico, Nanowar Of Steel, Evenoire, Cadaveria, Highlord, Ideogram, come descrivereste l’esperienza di condividere il palco con queste band?

Davvero bellissima. Premesso che è un grande piacere per noi condividere il palco e scambiare quattro chiacchiere con band e musicisti che seguiamo e apprezziamo noi per primi, l’atmosfera dei grandi eventi è sempre carica di adrenalina, di voglia di demolire il palco! Oltre a questo, prima ancora che validissimi musicisti, abbiamo incontrato persone veramente piacevoli, ci siamo fatti risate infinite e un numero incalcolabile di birre insieme, passato davvero del bel tempo insomma! Inutile dire che la serata con i Nanowar of Steel è stata la più allucinante e divertente, e per nulla sobria!

Progetti per il futuro: come state supportando l’uscita di “War Is Not Over”? Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? State già lavorando al prossimo disco?

Siamo degli autolesionisti, raggiunto un tassello stiamo già lavorando per quello successivo! Abbiamo già composto del nuovo materiale, tra cui una nuova intro molto atmosferica e dal sapore viking e un pezzo dai toni molto scuri, il cui andamento incorpora passaggi prog più accentuati e altri ai limiti del doom. Dopo un periodo molto intenso in sede live ci siamo presi una piccola pausa, ma riinizieremo a breve con i concerti. E tra i progetti in cantiere c’è anche la possibilità di un nuovo tour all’ estero dopo l’esperienza – bellissima – dello scorso anno in Repubblica Ceca e Slovacchia!

Vi ringrazio per il tempo che ci avete concesso, a voi le ultime parole…lasciate un messaggio ai nostri lettori, oltre che ai vostri fans.

Grazie anzitutto a te per lo spazio concesso! Potete trovare “War Is Not Over” in digitale su tutti i maggiori siti e piattaforme di musica online e per gli interessati, su richiesta, sarà anche disponibile la copia fisica. Nel frattempo ci potete trovare su Facebook (https://www.facebook.com/avoral.official.page) e sui canali Youtube nostro (https://www.youtube.com/user/AvoralOfficial) e dell’ etichetta (https://www.youtube.com/user/mykingdommusic). Ma soprattutto vi aspettiamo in sede live per quattro chiacchiere e qualche birra tutti insieme, sempre gradita! Horns up!