Due brani in studio più un live, tanto basta ai Biblioplegia Antropodermica per sondare il terreno e prepararsi all’assalto con un full length, se queste sono le premesse bisogna tenere in conto una valanga di legnate!
Il combo brindisino ci propone un Brutal Death Metal tecnico di pregevole fattura, realizzato con una tale cura dei particolari che ben presto ci si dimentica che si tratta di un’autoproduzione. Per rendere l’idea della cifra stilistica possiamo chiamare in causa band quali Cryptopsy, Dying Fetus, Misery Index, perché i Nostri non hanno assolutamente nulla da invidiare a questi acts. L’unica pecca è che l’Ep in questione contiene solamente tre brani, ma nonostante questo appare chiaro che il lavoro che sottende a questa uscita discografica sia davvero di alto livello.
A balzare all’orecchio è sicuramente l‘impegno profuso in fase di songwriting da parte del chitarrista Valerio, il quale appare instancabile quando si tratta di buttare giù riff dalla precisione chirurgica, articolati e velocissimi, che non disdegnano però passaggi più cadenzati, ritmati e dotati di un certa dose di groove, almeno nella quantità consentita per il genere proposto. È da considerarsi egualmente convincente la prova della sezione ritmica, con basso e batteria a giocare un ruolo fondamentale nell’economia della band. Non ci troviamo dinanzi a tre composizioni che si fossilizzano su soluzioni semplici, ma bisogna piuttosto sottolineare il tentativo di conferire dinamicità e variazioni di pregevole fattura.
Adeguata al contesto è la voce di Ettore, non è necessario sottolineare che sembra provenire direttamente dalle viscere dell’inferno.
Come già detto in precedenza, le tracce scorrono fin troppo velocemente, al termine si ha la sensazione di non averne avuto abbastanza, per questo non ci resta che aspettare la prima uscita sulla lunga distanza, nel frattempo ci accontentiamo con questo fugace antipasto.