Mossi da una forte componente Nu Metal, i Breed As Vultures con “UNveil” dimostrano di avere una particolare propensione per un genere che ha già detto molto, per alcuni tutto fino ad ora, ma riescono comunque a regalarci cinque tracce piacevoli ed accattivanti.
Il loro punto di forza è senza ombra di dubbio un riffing serrato ed arrembante, unito ad un drumming violento e possente, che ha come fine ultimo quello di sfondare i timpani dell’ascoltatore e generare feroci mosh pit durante i concerti. La struttura delle tracce rimane negli standard del genere, senza regalare particolari spunti di originalità, ma nel complesso si tratta di composizioni che svolgono degnamente il loro compito.
Impossibile non lasciarsi trascinare dalla chitarra di Valerio “HaTo” D’Auria, il quale riesce a buttare giù riff adrenalinici, senza disdegnare qualche passaggio melodico ed arpeggiato come in “One Day (Not So Far Away”) che richiama alla mente i System Of A Down. Da non sottovalutare la componente Metalcore della band, che si traduce in breakdown in stile che inducono ad uno sfrenato headbanging, così come qualche spunto Thrash/Death molto interessante, come in “Retrace Your Steps”, irrompe a mo’ di fulmine a ciel sereno e conferisce ad “UNveil” tratti ancora più interessanti. Non mancano alcune progressioni di accordi che ricordano esattamente quelli utilizzati da numerose altre band appartenenti al genere, ma si tratta comunque di peccati veniali che fanno parte dell’adesione incondizionata allo stile Metalcore.
I Breed As Vultures convincono pienamente, perché la loro attitudine è genuina e rispecchia il loro carattere belligerante, in base a quanto ascoltato su Cd, immagino che le performance dal vivo siano adrenaliniche al punto giusto e riescano a coinvolgere appieno gli ascoltatori.
Questi ragazzi sanno il fatto loro, sono certo che in futuro riusciranno maggiormente a limare il loro stile al fine di conferirgli una maggiore impronta personale. Attendo fiducioso la prova sulla lunga distanza.
