E’ successo davvero. Buffalo Grillz ed Afterhours hanno dato vita allo show dell’anno, protagonisti di una combo che ha spiazzato e sorpreso tutti, anche se un precedente “anomalo” c’è. Nel marzo del 1998 infatti, a Ragusa, il concerto di Manuel Agnelli e soci fu aperto dagli Inchiuvatu, storica symphonic black metal siciliana.
Questa volta il ticket ha previsto il rock degli Afterhours unito al grind spinto ed ironico dei Buffalo, freschi di pubblicazione di “Martin Burger King” (la recensione) e nell’ultima data del trentennale per gli Afterhours, tutto è andato oltre ogni aspettativa.
E di questo non possiamo che gioirne, perchè se può essere un primo passo verso una commistione di generi volta ad allargare la fetta di potenziale pubblico, allora ben venga. Come testimonia Marco “Cinghio” Mastrobuono raggiunto telefonicamente sulla via del ritorno dal Piemonte.
Allora Cinghio, com’è andata? Quali le vostre sensazioni una volta saliti sul palco sapendo che il pubblico presente era CHIARAMENTE lì per ascoltare grind!
“E’ stato tutto bellissimo! Tutto oltre ogni aspettativa. Loro sono delle persone fantastiche che ci hanno trattato non da band goliardica, ma come professionisti di alto livello, o come band che propone il loro stesso genere. Dagli Afterhours stessi ai ragazzi della crew: tutte persone stupende e con una conoscenza e cultura musicale su generi come punk, hardcore, grindcore superiore a quelle di molti metallari che ho conosciuto in giro. Quello che mi ha colpito è l’aver visto le facce del pubblico… C’era chi era al limite della disperazione, chi non stava capendo cosa stesse accadendo, ma passato quel momento io ho visto gente che si divertiva. Ho visto persone a cui non interessava cosa stessimo dicendo sul palco: loro saltavano e basta, si divertivano. Sul palco potevamo esserci noi, come Gigi D’Agostino o i Carcass… la gente era lì che si divertiva, ed a conti fatti è questo aspetto che ha reso migliore questa data rispetto a molte altre.
Sai… Credo che ieri ci fossero 1500 persone. Tra queste forse 6 ascoltano abitualmente metal, ma è stato molto più gratificante vedere che è stato questo pubblico inconsapevole a divertirsi e ad interagire con noi, piuttosto che suonare davanti a metallari convinti che però restano fermi ai loro posti.
C’è un aneddoto simpatico: prima del concerto ci hanno scritto alcune persone, in particolare una donna sulla sessantina che sarebbe venuta al concerto con la figlia e voleva sapere se sul palco bestemmiavamo… Le abbiamo risposto di “No”, ma non potevamo assumerci la responsabilità di quanto sarebbe potuto accadere! A fine concerto, la donna ci è venuta a ringraziare: “Non mi divertivo così da anni””.
E forse, è tutto qui…
(credits to Alessandro Fuzz Regis)