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Bullet-Proof: “Forsaken One” – Recensione

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Se siete degli headbangers sfrenati, amanti del thrash metal, americano o teutonico che sia, il nuovo album dei Bullet-Proof sarà un tripudio per i vostri padiglioni auricolari.

Forsaken One”, seconda prova sulla lunga distanza per la band di Bolzano, racchiude in nove tracce l’essenza di un genere in cui molti si sono cimentati, ma non tutti sono riusciti a farlo proprio. Sicuramente qui riecheggiano elementi riconducibili ad Exodus, Megadeth e Metallica della prima ora, ma ciò non si traduce in una copia spudorata di quanto fatto da questi mostri sacri nel passato.

Tanti sono gli elementi di pregio dei Bullet-Proof, tra i quali in prima fila c’è il riffing potente delle chitarre, il cui sound risulta secco, come del resto il genere “richiede”; ottime anche le parti soliste, tirate nei momenti incandescenti e pacate in quelli più raccolti, come in “No One Ever”. Richard Hupka e Max Pinkle, ovvero i due axemen, hanno svolto un lavoro eccellente! Richard lo ritroviamo anche dietro al microfono, ruolo che riveste egregiamente.

Nel quadro generale la sezione ritmica gioca un ruolo fondamentale, basso ben presente e riconoscibile, che non si limita alle “fondamentali”, ma contribuisce a creare le linee melodiche ed ovviamente la batteria, una vera e propria macchina da guerra. Lukas Hupka è preciso ed essenziale nelle parti più ritmate, ma riesce ad imprimere brucianti accelerazioni quando è il momento di pestare sul serio.

Si inizia con l’opener “Might Makes Right” ed è subito un tripudio di ritmiche indiavolate, esempio lampante di quello che sarà il mood dell’intero album. Ovviamente nella track list ci sono momenti più votati alla melodia, ma i Bullet-Proof sono smanettoni…amano la velocità ed soprattutto amano assestare colpi pesanti come macigni. Non una rivoluzione del genere, ma si possono ottenere grandi risultati ed essere convincenti senza per questo dover innovare.