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Can Of Soul: “Hearreality”

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Se Metal In Italy avesse una sezione dedicata ai “Top Album”, sicuramente “Hearreality” dei Can Of Soul finirebbe in quello spazio. E ci rimarrebbe pure per parecchio tempo.
L’offerta musicale che propone la band di Milano è di qualità elevata. Ciò che colpisce è che stiamo parlando di un debut album, eppure l’intero lavoro è concepito come se, looking back, ci fossero stuole di realizzazioni che abbiano permesso all’ultimo arrivato di presentarsi nel più impeccabile dei modi. Con questo non voglio dire che “Hearreality” spunta fuori dal nulla. Anzi. A capo di tutta la baracca c’è Tomas Toffolo aka “Tomrocker”, da 20 anni sulla scena prima con la band Stygma, passando per i Black And Purple e per i progetti cover Why Out e Hands Of Doom Milano: esperienze che hanno contribuito alla sua eclettica formazione, dandogli la possibilità di esprimersi nell’hard rock, così come nel doom e nel thrash. E la cosa bella è che tutto questo si vede (anzi si sente) nel primo album dei Can Of Soul!

“Hearreality” è un prodotto che riesce a toccare quasi tutte le sfumature del metal, riuscendo ad emergere in ogni traccia. Ci piace la voce spinta in tracce come “Dealing” o “We Hate The Sun” (track d’apertura); ci piacciono i riff catchy che identificano ogni pezzo; ci piace la naturalezza con la quale si passa prima dal giro d’archi e poi al più grezzo sinth… Insomma, ci piace l’inventiva di questa band che propone un lavoro diverso dal solito.
Di contro, è chiaro che ai Can Of Soul non piace essere scontati, riuscendo a prendere il meglio da ogni genere e plasmarlo ulteriormente fino a che ogni singolo pezzo non acquista vera e propria consistenza. Anche perchè con “Hearreality” ci troviamo dinanzi ad un concept album in cui, in buona sostanza, si cerca di mettere in evidenza l’eterna lotta tra l’invadenza, piuttosto che invasione, aliena e la resistenza autoimposta degli umani, supportata anche da forze soprannaturali.
Discorsi empirici che, onestamente, vengono messi in secondo piano dall’esito finale dell’album, visto che, tra una battaglia ed un’altra, i Can Of Soul ti piazzano la cover che non ti aspetti, “Bette Davis Eyes”… Ascoltando la versione di Tomrocker e soci ti accorgi di due cose: la prima è che gli alieni, fondamentalmente, possono anche ammazzarsi tra di loro; la seconda è che chiamarla “cover” potrebbe sembrare un’offesa, perchè è stata resa rude e graffiante come di meglio non si poteva fare.

La sensibilità femminile che mi contraddistingue mi porta a scegliere come uno dei pezzi migliori “My Queen”: un incipit da “Profondo Rosso” che poi esplode in un matrimonio di archi… e lì alzi le mani… Non prima di aver ascoltato l’assolo di Silvio Masanotti. Pezzo quasi epico.
La menzione d’onore, però, va ai Can Of Soul come band. Il loro modo di intendere la musica, ma soprattutto la produzione musicale, li porta a cercare anche il meglio per le fasi di mixaggio.
Per questo e per tutti gli altri motivi sopra elencati, “Hearreality” piomba sulla scena con il carico da 90, lasciando l’ascoltatore stupito e perplesso allo stesso tempo, perchè inizierà a chiedersi cosa la band sarà in grado di inventarsi la prossima volta.