Di base c’è una grande tecnica.
I ragazzi hanno studiato e si vede. I Cardiophonic si presentano al pubblico con l’album di debutto omonimo, pronti a ritagliarsi uno spazio nel limbo dell’underground.
Questo lavoro deve essere analizzato a mio avviso su due parallele, che al contrario dei principi matematici, s’incontrano eccome.
Da un lato non si può non notare l’apporto vocale dato da Marco Dogliotti, potente ed intenso. A volte forse eccessivo, risulta essere quasi fastidioso. Il suo è un timbro di quelli che li devi far sfogare e non lasciar perdere in virtuosismi. L’aspetto interessante è proprio questa non linearità a rendere valido il lavoro dei Cardiophonic perchè è come un marchio di fabbrica: se sei in auto, o sotto la doccia, o mangiando pop corn davanti all’ennesimo film piratato e passa una qualsiasi canzone dei Cardiophonic, saprai riconoscerla al primo vocalizzo.
E questo è senz’altro un pregio.
E così come ci si sofferma sulle peculiarità del vocalist, non ci si può esimere dall’alzarsi in piedi e fare i complimenti ai musicisti del gruppo. Il lavoro di chi muove le “corde” è egregio e conferisce una sorta di nobiltà alla release tutta. I voli pindarici in “Dreams Of Men” o in “In My Skin” sono una delizia. Curate le intro e le backing vocals di “T-Jay” Spinetti. Il quid in più è dato senz’altro dai cori aggiunti che rendono pezzi come “Living And Dying For A Lie”, ad esempio, quasi perfetti e ti immagini di essere sotto un palco importante con la tua birretta in mano ad acclamare la band che si sta esibendo.
Ciò che a mio avviso non convince del tutto sono quegli ossimori musicali, quelle contraddizioni presenti all’interno di uno stesso brano. Prendiamo ad esempio “Message For You”: la track è sempliciotta, per certi versi anche immatura e questo ti spiazza, perchè nello stesso brano è previsto uno degli assoli più convincenti offerti da Simone Ritorto. Indicherei “I Am Here For You” come il brano-manifesto dell’album: un po’ perchè è davvero un pezzo d’insieme (dove tra gli altri eccelle il lavoro pulito in “cassa” di Emanuele Benenti) anche se nel refrain mi è venuta in mente la sigla di “Friends”…
D’altronde, da quello che abbiamo capito, i Cardiophonic sono innanzitutto un gruppo di amici a cui piace mettere ognuno al servizio dell’altro il proprio background musicale. Aspettando il disco della maturità.