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Castaways Roaming: “The Middle End” – Recensione

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I Castaways Roaming hanno come obiettivo quello di emozionare l’ascoltatore, di scavare nel profondo dell’animo e lo fanno con una vena malinconica e nostalgica abbastanza marcata, con il loro album di debutto “The Middle End” ci propongono infatti sette brani molto intensi e sofferti.

La band è costituita da tre elementi: Alessandro Iemoli, voce e basso, Simone Pozzi alla batteria e Santo Bianchini alla chitarra, una formazione essenziale, ma che riesce a creare atmosfere molto coinvolgenti, semplici nelle linee melodiche ed accattivanti allo stesso tempo. Alternative Rock, Indie Rock, le etichette sono utili per inquadrare una band all’interno di un profilo musicale, ma i Castaways Roaming hanno una loro personalità e lo dimostrano lungo tutta la tracklist.

Dall’ascolto appare chiaro che la band si pone nei confronti del pubblico come un libro aperto, mostrando un’interiorità fatta di brani dai toni pacati, sognanti, ma non dimenticando di scuotere i padiglioni auricolari con ritornelli o strofe catchy. Molto importante è l’attitudine quasi “live” delle composizioni, perché il sound mantiene quella dimensione reale che viene spesso offuscata nelle produzioni moderne. L’album è ottimamente prodotto ed ogni strumento ricopre il giusto ruolo, senza che ve ne sia uno predominante: voce, chitarra, basso e batteria lavorano in funzione della “forma canzone” e non delle qualità del singolo.

“The Middle End” è un debutto molto interessante, che lascia ben sperare per il futuro dei Castaways Roaming.