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Chi ascolta metal non è violento: lo dice uno studio canadese

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Ci risiamo. Nuovo studio sul metal, i metallari ed il male. Ma questa volta è diverso…
Dal Canada ci si è soffermati su quanto affermato in passato e cioè su come il metal abbia influenzato comportamenti violenti nei giovani, quindi quale impatto negativo abbia avuto la musica sulla loro vita. Questa volta viene messo in evidenza un aspetto: non vi sono prove che dimostrino quanto appena affermato.

Uno degli esempi che viene riportato chiama in causa i Judas Priest, la cui musica – nel 1990 – era stata la ragione per la quale due persone si tolsero la vita. Una dichiarazione del genere merita una testimonianza importante, un prova assoluta… che non vi è mai stata.
Lo studio canadese infatti ha rimarcato la pericolosità della manipolazione di massa, aspetto questo non riconducibile in alcun modo alla musica in sè.

Un altro esempio che viene riportato è datato 1996: il caso di 2 teenagers accusati dell’omicidio di una 15enne. I ragazzini dissero che erano stati ispirati a commettere il delitto dalle liriche di “Postmortem” e “Dead Skin Mask” degli Slayer. In quel frangente i genitori della 15enne uccisa citarono in giudizio la band e la loro etichetta per la diffusione di prodotti osceni e nocivi per i minori.
Lo studio canadese ha invece messo in evidenza come, nelle vite dei due assassini, trovassero spazio alcool e droga e che gli Slayer e la musica metal in generale non c’entrassero nulla con il comportamento violento che aveva portato i due a commettere un terribile omicidio.

Non vi sono quindi prove scientifiche che dimostrino una connessione tra il metal e gli atteggiamenti violenti e che anzi, chi ascolta metal ha uno spirito critico maggiore che lo porta a ponderare meglio le situazioni.

Questa volta ci è andata bene.
Ah… A riprova del fatto che non vi fosse alcuna istigazione, a processo gli Slayer non ci sono mai andati…